Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 22 agosto 2012

autodafé

Giovanni  Morsillo


Si legge sul web, sperando che sia una bufala come al solito, che qualcuno starebbe proponendo una punizione esemplare per gli evasori. Costoro, ovviamente dopo un adeguato iter processuale garantista che ne accerti senza offenderli o strapazzarli troppo i reati fiscali comemmessi, ma proprio senza ombra di dubbio, e certamente senza l'ausilio di pratiche di cattivo gusto come le intercettazioni e le riprese video, verrebbero sottoposti ad una pena certamente infamante quale la privazione (temporanea, mica a vita) del diritto elettorale. Siamo certi che un cittadino onesto e legato al proprio paese con le istituzioni democratiche che lo governano ne risentirebbe fino al disprezzo di sé stesso rinunciando ad uscire di casa per il resto dei suoi giorni. Ma ad un volgarissimo ladro di tasse, ad uno che la notte non dorme non per i rimorsi, ma per studiare come fottere il prossimo e lo stato il giorno successivo, cosa gliene può strofinare di una pena simile? Oltretutto in un paese talmente moderno che la metà degli elettori non si scomoda nemmeno per andare al seggio, sai il dispiacere!
Ci ricorda la minaccia pronunciata con viso fintamente arcigno da nostra nonna quando, noi bambini un po' vivaci sebbene ancora a digiuno di leninismo ci abbandonavamo alla tentazione di qualche marachella e venivamo immancabilmente scoperti evidenziando già da infanti una deplorevole carenza di qualità da fuorilegge, desiderosa di ristabilire la disciplina e l'ordine pubblico ci rabbuffava con un tuonante "Stasera ti mando scalzo a letto", dove ciò significava che avremmo dovuto dormire senza scarpe!
Nostra nonna non ha mai fatto il ministro dell'interno, ma ci pare che sia stata di scuola, poiché se questo è il concetto di pena che lorsignori davvero intendono applicare ai loro sodali non in regola con le leggi, forse più che di codice penale si dovrebbe parlare di codice pedagogico, un po' rozzo se volete, ma con sane radici popolari nella vecchia, cara Italia della saggezza contadina. L'unica differenza sembra stare nel fatto che nostra nonna sapeva che la sua minaccia era volutamente ridicola e strumentale, mentre questi straordinari pedagoghi delle classi agiate si prendono sul serio.
 Saluti contriti.

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