Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 6 aprile 2013

Il Presidente

Luciano Granieri


Il Presidente della Repubblica è una figura fondamentale per  il nostro Paese. E’  improprio affermare che egli rivesta solo funzioni di rappresentanza. Chi siede al “Colle” è il capo    delle forze armate e presiede il  Consiglio Superiore della Magistratura. Ha il potere di sciogliere le Camere e di nominare il Presidente del Consiglio, può rinviare alle Camere i provvedimenti licenziati dal Parlamento se questi non contengano i requisiti di costituzionalità. Rimane in carica per sette anni, ossia il tempo di almeno due legislature. Una tale figura quindi è talmente importante che deve essere scelta secondo criteri ferrei e non diventare scambio di bieche trattative fra le parti politiche. 

 In relazione al successore di Napolitano ogni giorno si leggono sui giornali  nomi diversi. Si va da alte personalità istituzionali , autorevoli esponenti della società civile, fino ad arrivare ai peggiori gaglioffi. Mai come in questa occasione la scelta del Presidente della Repubblica sarà  così difficile e fondamentale per il futuro del Paese. Anche io vorrei esprimermi sull’identità del prossimo Presidente, ma anziché proporre un nome vorrei costruire un identikit in base a ciò che dovrebbe o non dovrebbe fare il prossimo inquilino del Quirinale. 

Innanzitutto essendo il Capo dello Stato custode e garante della Costituzione, dovrebbe conoscerla in modo approfondito, non solo nel contenuto degli articoli, ma anche nello spirito e negli intenti che questi contengono. Il nuovo Presidente dunque dovrà garantire le tutele costituzionali, non ad una singola persona o ad un gruppo ristretto di persone, MA A TUTTI I CITTADINI in egual misura. Un presidente che fosse considerato di garanzia solo per una soggetto sarebbe un cattivo Presidente.  

Un efficiente Capo dello Stato  ha l’obbligo di  sciogliere le camere e indire nuove elezioni quando il governo non dispone più della maggioranza in Parlamento. Ciò che non dovrebbe assolutamente fare in questo caso è tergiversare  affinchè  la ex maggioranza ritrovi i numeri attraverso la compra vendita di Parlamentari e, in seguito,  incaricare un nuovo presidente del consiglio di formare un esecutivo , senza legittimazione elettorale, solo perché la soluzione è imposta dal potere  capitalistico finanziario. 

Un efficiente Capo dello Stato non dovrebbe intromettersi  in indagini scottanti, quali quelle in corso per l’accertamento di accordi fra pezzi delle istituzioni e la criminalità organizzata. Un Presidente che accoglie al Quirinale  come eroi  due invasati assaltatori della Marina Militare che, nell’esercizio della funzione di difendere interessi privati, non della collettività, uccidono in territorio estero due pescatori, scambiandoli per pirati, non è un capo dello Stato degno.  Un Presidente garante della Costituzione e capo de Consiglio Superiore della  Magistratura non dovrebbe ammonire dei giudici dall’inquisire  un senatore per Frode fiscale, concussione, prostituzione minorile, solo perché questi deve poter partecipare serenamente alla composizione del governo e addirittura cogliere l’opportunità di diventare esso stesso Presidente della Repubblica. Né dovrebbe tollerare che un manipolo di cortigiani parlamentari fedeli al suddetto senatore irrompa in segno di protesta nell’aula del tribunale dove  si sta tenendo il processo a carico del loro capo.  

Un Presidente della Repubblica che non riesce a distinguere un giornalista da un diffamatore, latore di notizie false e quindi, in nome della libertà di stampa, concede la grazia al citato mentitore, condannato per aver diffuso per mezzo del giornaletto da lui diretto falsità e infamità, non è un buon garante dei diritti di tutti i cittadini. Ed è un pessimo presidente quello che concede la grazia ad un ufficiale di un esercito straniero condannato a sette anni per aver agevolato, all’interno dei nostri confini,  il rapimento, e la deportazione in territorio estero di un rifugiato politico, che è stato anche  sottoposto a tortura, legittimando con la concessione della grazia un ingerenza straniera nelle nostre dinamiche istituzionali, e la grave  privazione  dei diritti umani e civili a un rifugiato politico. In sintesi un buon Presidente della Repubblica deve assolutamente evitare di replicare i comportamenti che ho appena citato. Purtroppo, questi atti  sono già stati commessi  dal Presidente uscente.

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