Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 10 novembre 2013

La morte di Arafat: Israele si dichiara ancora una volta non colpevole

Fonte: Assawra.info

Israele ancora una volta ha respinto categoricamente, giovedì scorso, qualsiasi coinvolgimento nella morte di Yasser Arafat, in seguito alla pubblicazione di un rapporto medico svizzero che conferma la tesi di avvelenamento con il polonio dello storico leader palestinese scomparso nel 2004. Le cause della morte di Arafat l'11 novembre 2004 presso l'ospedale militare Percy a Clamart, vicino a Parigi, non sono state chiarite, e molti palestinesi sospettano l'avvelenamento da parte di Israele, che ha sempre negato.
Intervistato, Raanan Gissin, un consigliere di Ariel Sharon, primo ministro israeliano al tempo della morte di Arafat, ha dichiarato che "le istruzioni di Sharon erano di prendere tutte le precauzioni perchè Israele non fosse accusato della morte di Arafat". "Ariel Sharon ha ordinato di fare di tutto per evitare che Arafat - mentre era assediato dall'esercito israeliano nella Mukata'ah, sede della presidenza palestinese a Ramallah (Cisgiordania ) - fosse ucciso dai nostri soldati", ha detto Raanan Gissin, portavoce e stretto collaboratore dell'ex capo del governo. "E' anche per questo motivo che Sharon ha consentito il trasferimento di Arafat in un ospedale in Francia, quando si seppe che stava morendo", ha detto. "Invece di lanciare accuse infondate contro Israele, i palestinesi farebbero meglio a interrogarsi su quelli dell'entourage di Arafat che avevano interesse per la sua morte, e soprattutto su chi ha messo le mani sul denaro controllato da Arafat", ha continuato Raanan Gissin. Alla domanda circa le minacce di morte che Sharon aveva lanciato in passato contro Arafat, Raanan Gissin ha assicurato che erano solo "dichiarazioni politiche che non hanno avuto conseguenze operative".
"L'ennesimo episodio del feuilleton di Suha"
Al momento della pubblicazione del rapporto svizzero, mercoledì, da parte di Al Jazeera, il portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, Yigal Palmor, ha negato la responsabilità di Israele nella morte di Arafat. "Questo è l'ennesimo episodio del feuilleton di Suha (Suha Arafat, vedova del leader palestinese) contro i successori di Arafat", ha ironizzato. Danny Yatom, ex capo del Mossad, l'intelligence israeliana, ha detto che "tutta la faccenda (è) molto strana". "Per svelare il mistero, è sufficiente interrogare i medici francesi che lo hanno curato", ha detto Danny Yatom alla radio pubblica. "Non so se Suha Arafat sta semplicemente difendendo la memoria o il denaro del suo defunto marito".
L'ex capo del Mossad (1996-1998) ha detto che il cibo consumato da Yasser Arafat quando era circondato dall'esercito israeliano nella Mukata'ah a Ramallah dal 2002 era preventivamente testato da assaggiatori. Alla domanda sull'episodio che potrebbe costituire un precedente, cioè il tentativo da parte del Mossad di assassinare, il 5 settembre 1997 ad Amman, Khaled Meshaal, allora membro della leadership di Hamas di cui è diventato leader nel 2004, Danny Yatom ha risposto semplicemente che "Noi non usiamo materiali radioattivi". Cinque agenti israeliani che si facevano passare per turisti canadesi avevano cercato di uccidere Khaled Meshaal iniettandogli una sostanza tossica. Sotto pressione, Israele allora aveva dovuto fornire un antidoto. Un portavoce di Hamas, al potere a Gaza, Sami Abu Zuhri, ha ricordato mercoledì che "Khaled Meshaal è stato il primo a credere che la morte di Arafat sia stata causata da avvelenamento imputabile all'occupante".


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