Si conclude la stagione dei seminari organizzati dall'Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone e dalla scuola di formazione sociale e politica Don Gallo. Per quest'ultimo appuntamento ci siamo avvalsi della collaborazione del Comitato provinciale di Frosinone in difesa della Costituzione e del comitato L.I.P. Legge di iniziativa popolare per la Valle del Sacco.
la relazione tratterà di tre temi fortemente legati tra loro a
partire dalla Costituzione del 1948:
· il principio di legalità, quale principio costitutivo dei rapporti
sociali sia in termini di fondamento dei diritti e dei doveri del cittadino che
di definizione dei poteri e dei fini dello stato;
· la partecipazione come strumento mediante il quale i soggetti
privati rappresentano i propri interessi, che ha le propria fonte nell'incontro
tra legalità e cittadinanza e che contribuisce alla emancipazione del suddito
in cittadino;
· la rappresentanza come il processo in grado di interpretare
aspirazioni e speranze dei cittadini, sintesi necessaria tra legalità e
partecipazione come capacità e volontà di conoscere e di sapere interpretare i
bisogni di coloro che si vogliono rappresentare proponendo soluzioni credibili
per l'immediato e per la prospettiva prevedibile.
il circuito virtuoso tra questi tre componenti fonda la stessa
democrazia costituzionale:
qualsiasi torsione di uno di questi componenti costituisce un
pericolo per l'idea stessa di cittadinanza.
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Alcune riflessioni:
Personalmente reputo Il
seminario che avrà luogo venerdì prossimo 23 maggio presso la Casa del
Volontariato di Frosinone, a partire dalle ore 16,00, tenuto dal professor
Wladimiro Gasparri, docente di dritto presso la facoltà di giurisprudenza di
Firenze, molto utile per chiarire molti aspetti
controversi su alcuni dispositivi legislativi già in vigore o ancora da
approvare.
Mi riferisco alle due eleggi elettorali. Quella in essere, relativa alle elezioni europee, e quella nazionale in discussione che dovrebbe
sostituire il “Porcellum” dichiarato incostituzionale dalla Consulta.
Cominciamo dalla prima. La legge elettorale per le europee. Nel dispositivo è
presente lo sbarramento del 4% come soglia di accesso al
Parlamento. L’adozione di una soglia di sbarramento è di per se aberrante in
ogni contesto elettorale in quanto limita il processo ,cito testualmente da
Gasparri, “ di interpretare aspirazioni e
speranze di tutti i cittadini, sintesi necessaria tra legalità e partecipazione
come capacità e volontà di conoscere e di saper interpretare i bisogni di
coloro che si vogliono rappresentare” Con una soglia di sbarramento un buon numero di
cittadini viene escluso dal processo di interpretazione delle proprie
aspirazioni e speranze e la sintesi tra legalità e partecipazione risulta
alterata. Infatti si toglie ad una parte di popolazione la
possibilità di individuare qualcuno che sappia interpretare e conosca i propri
bisogni. Per dirla con il professor Gasparri non a tutti è consentito di emanciparsi
da sudditi a cittadini.
Se nel contesto nazionale il principio di sbarramento
può essere adottato, pur con una certa forzatura, per agevolare la governabilità togliendo alle
formazioni più piccole poteri di condizionamento nella determinazione del governo, ciò è assolutamente inammissibile
per le elezioni europee. Infatti il Parlamento che risulterà eletto, non ha la
prerogativa di votare la fiducia all’esecutivo,
dunque viene a cadere la scusa della governabilità. In quest’ottica è mia
personalissima opinione che la soglia di sbarramento sia assolutamente truffaldina, sia nel contesto europeo che in quello
italiano. Essa tende a mantenere i
cittadini allo stato di sudditi ratificatori di quanto decide il re.
In realtà
questa mia opinione è suffragata dalla Corte Costituzionale, la quale, a seguito della ricezione da parte del
tribunale di Venezia e di quello di Cagliari del procedimento di incostituzionalità
della legge elettorale europea avviato dall’avvocato Felice Carlo Bessori, ha
ammesso la fondatezza della richiesta e potrebbe esprimersi
secondo quanto già deliberato per il Porcellum determinando l’incostituzionalità
della legge elettorale italiana utilizzata per le elezioni europee.
Ma veniamo
alla legge frutto del patto scellerato fra Renzi e Berlusconi. Si ripropone la problematica della soglia di
sbarramento che, pur considerato provvedimento ragionevole allo scopo di
assicurare il principio di governabilità, è assolutamente abnorme nella sua
dimensione. Porre l’asticella all’ 8% come soglia di eleggibilità per un
partito significa privare quattro milioni di cittadini della possibilità di
scegliere qualcuno che sappia interpretare e conosca i loro bisogni, a meno che questo
qualcuno non si coalizzi con qualcun altro.
E’ noto che la soglia di sbarramento per i
partiti che si coalizzano cala al 3,5% . Inoltre su questa grave mancanza si
innestano i pronunciamenti della Corte di Cassazione che ha indicato le linee
di applicazione di quanto deliberato
dalla Corte Costituzionale. In primo
luogo è assicurata la piena libertà di scelta per l’elettore solo concedendo ad
esso la possibilità di indicare il nome del proprio rappresentante. Le liste
bloccate sono incostituzionali sia nella forma contenuta nel Porcellum, sia
nell’adozione pure ammessa dalla Corte Costituzionale, di liste corte con
quattro cinque candidati al massimo. Si rischia quindi che la nuova legge
elettorale “L’Italicum” veda la luce già contaminata da vizi di
incostituzionalità.
Al di là della valutazione sulla legge elettorale, la Corte
di Cassazione si è espressa anche sulla legittimità dei provvedimenti presi da
un esecutivo eletto con una legge e incostituzionale. La Cassazione concorda con
la Consulta sul principio di continuità dell’azione di governo, per cui giudica
legittime e valide le deliberazioni
licenziate dai parlamenti precedenti eletti con una norma viziata da
incostituzionalità. Per altro confermando lo stesso principio, quanto deciso da
quest’ultima legislatura fino ad oggi è
da considerarsi valido. Ma la Cassazione se salvaguardia il passato non può
fare altrettanto per il futuro.
Questo parlamento eletto incostituzionalmente,
non può porsi l’obbiettivo di condurre a termina la legislatura, deve limitarsi all’ordinaria amministrazione, alla definizione di una nuova
legge elettorale e presentarsi di nuovo agli elettori. Ma soprattutto, non può a causa della sua
incostituzionalità azzardarsi a sovvertire l’architettura istituzionale.
La
riforma del Senato e qualsiasi altro attacco alla Costituzione non sono
minimamente consentite ad un parlamento incostituzionale. Che si debba andar a
votare nel più breve tempo possibile è indispensabile, indipendentemente dall’esito
delle elezioni europee, che vinca o non vinca il M5S. Lo dice Grillo, ma lo afferma molto più
autorevolmente la Corte di Cassazione.
Si tratta di rispettare quel principio di legalità che il professor
Gasparri individua nel “principio costitutivo
dei rapporti sociali in termini di
definizione dei poteri e dei fini dello Stato”. E' evidente che sottoporrò queste
mie riflessioni al professor Wladimiro Gasparri, il quale, ne sono certo,
offrirà degli spunti estremamente interessanti. Ecco perché reputo un esperienza
importante partecipare al seminario di venerdì prossimo. Vi aspettiamo numerosi
Luciano Granieri
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