Domenica 26 novembre si è svolta a Frosinone l’assemblea per
la designazione dei delegati provinciali di
Mdp-Si-Possibile che il
3 dicembre prossimo prenderanno parte alla
“Grande Assemblea Popolare” che, dal Pala
Atlantico di Roma, lancerà la lista unitaria alla
sinistra del Pd. Grande entusiasmo è tracimato sui social network da parte dei partecipanti all’assise ciociara . Fra i vari interventi voglio citarne uno che su FB enfaticamente così si esprimeva :” Con la spinta di MDP, Sinistra Italiana e Possibile oggi è
nata una Sinistra unitaria anche a Frosinone. Valutatela.
Non sottovalutatela”. Accolgo volentieri l’invito
e azzardo una valutazione che si deve inevitabilmente allargare al quadro nazionale.
In tutta Italia si sono
svolte 158 assemblee della stessa natura
di quella di Frosinone, sono state coinvolte oltre 42 mila persone. Il risultato delle designazioni è ancora parziale perché sono in
svolgimento e si concluderanno nelle prossime
ore gli incontri di Bologna, Messina, Ragusa, Salerno e Avellino.
I delegati designati alla plenaria nazionale del 3
dicembre saranno 1.500, la distribuzione numerica è determinata proporzionalmente al numero degli abitanti delle varie Province e in base alla seguente ripartizione di schieramento : 50% dei
delegati ad Mdp, il 35% a Sinistra Italiana, il 15% a Possibile.
Risulta evidente come a farla da padroni siano i seguaci di Bersani e Speranza, quelli cioè che hanno votato Il Jobs
Act, la Buona Scuola, la riforma costituzionale Renzi - Boschi, per poi
schierarsi al referendum contro il
dispositivo che loro stessi avevano votato. In buona sostanza, Mdp ha contribuito
ad approvare tutte quelle norme che la costituenda
lista unitaria della sinistra si propone di abolire. Segnalo ai militanti di
Possibile, fortemente impegnati l’anno scorso nel referendum contro le trivelle che i loro
maggiori azionisti nella lista unitaria si sono distinti insieme a Renzi in un’opera massiccia di
boicottaggio della consultazione contro la trivellazione dei fondali marini.
Se
i convitati di Frosinone sono di bocca buona non altrettanto si può dire per i loro
sodali a livello nazionale. Sinistra
Italiana registra defezioni importanti di dirigenti e militanti da Firenze, Ancona,
Cosenza, Chieti. Polemiche e ,in qualche caso,
tessere stracciate, hanno caratterizzato lo scenario nazionale del Partito di Fratoianni . Molti gli iscritti di Si e Possibile in uscita, delusi dal
fallimento del percorso assembleare aperto, avviato dall’appello del Brancaccio di Falcone
e Montanari, sposato dai diasporati del Pd, e abortito nella culla in nome degli interessi oligarchici di formazioni partitiche francamente
irrilevanti.
Fra i 1.500 delegati
figurano di diritto, quindi non designati dalle assemblee, consiglieri regionali,
senatori e deputati. In questo caso i numeri dovrebbero essere certi ma non è
così. Infatti alla Camera si aspetta il voto sulla finanziaria per verificare
quanti deputati di Mdp aderiranno al
gruppo di Pisapia ormai pronto ad un
accordo con Renzi. E meno male che una
delle pregiudiziali doveva essere quella che escludeva ogni tipo di abboccamento
con l’ex presidente del consiglio.
Ricordo
che il famoso percorso unitario della sinistra alternativa al Pd è nato dall’appello
di Anna Falcone e Tomaso Montanari, i quali hanno constatato come il
cosiddetto popolo della sinistra non diserta le urne quando è chiamato ad
esprimersi sapendo che il proprio voto potrà realmente incidere e quando la
proposta politica è credibile e chiaramente orientata, così come è accaduto per il
referendum costituzionale.
Proprio l’esperienza referendaria veniva richiamata
dall’avvocata e dal critico d’arte, nell’appello
del Brancaccio, come base su cui costruire un programma
condiviso, basato sullo spirito costituzionale. Una proposta attorno alla quale comporre un’aggregazione unitaria, i cui programmi e organismi dirigenti venissero decisi da assemblee locali , partecipate, in cui membri
di partiti già costituiti, movimenti e cittadini godessero di pari dignità. Come si
vede ciò che sta per nascere è il frutto di un processo assolutamente avulso,
estraneo a queste dinamiche, tanto che “quelli del Brancaccio” se ne sono
tirati fuori. Troppo tardi forse, non valutando tempestivamente il
grande errore di fidarsi di gente che li voleva usare per ricostruirsi una verginità
politica.
Auguri all’assemblea di Frosinone i cui partecipanti si dicono
orgogliosi di aver fatto nascere una sinistra unitaria. Auguri perché il
destino di un gruppuscolo destinato si e no ad un 6% di consensi, nel contesto
della legge elettorale vigente, sarà quello, o di perdersi o, più realisticamente, di consentire a quei
quattro cinque soliti noti di riciclarsi nel mercato delle vacche da poltrona e
rivendersi al nuovo (vecchio) padrone: il
Pd di Matteo Renzi, con buona pace della lotta all’astensionismo di sinistra.
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