Un sabato pomeriggio di novembre, la giornata è uggiosa
anche se non piove, niente di meglio che andare al cinema. Un film di prima
visione, pop corn, e la giornata prende un’altra piega? Che squallido quadretto borghese!
Però in un sabato pomeriggio uggioso e umido, il
cinema ci sta. Ma se al posto del film di ultima uscita si va a vedere “Ottobre - i dieci giorni che sconvolsero il mondo” di Sergej
Mihajlovic Eisenstein, gustando delle ottime caldarroste di Terelle accompagnate da un sincero vino ROSSO, altro che borghese! Qui
si prepara la rivoluzione!!! E’ ciò che è accaduto sabato scorso 25 novembre
presso l’associazione culturale Oltre l’occidente di Frosinone.
Nel pomeriggio
uggioso più volte ricordato la federazione provinciale del PRC della Provincia
di Frosinone, per celebrare il centenario della rivoluzione d’ottobre, ha organizzato
l' evento,presso “Oltre l’Occidente” . Per l’occasione è stato proiettato il film del 1928 diretto da
Eisenstein. La proiezione è stata
introdotta dal professor Pasquale Beneduce docente presso l’Università di
Cassino.
“Ottobre - i dieci giorni che sconvolsero il mondo” fu
commissionato al regista lettone dal
governo sovietico per celebrare i 10
anni della rivoluzione d’ottobre. E’ un film muto, ma le musiche composte da
Dimitri Shostakovich, a sostegno delle scene girate in modo rivoluzionario, rendono la già potentissima opera di Eisensein
un vero e proprio capolavoro creativo.
Non sto qui a descrivere il film né a
proporre riflessioni sulla rivoluzione d’ottobre, tema più volte affrontato . Vorrei soffermarmi invece proprio sulle dinamiche creative che
hanno permesso la realizzazione di un lungometraggio assolutamente innovativo
per l’epoca .
La visione della pellicola accanto al professor Beneduce, il
quale si era prodotto in un’introduzione illuminante, mi ha consentito di
apprezzare meglio molti aspetti delle
inquadrature, dell’interazione con la musica. Il docente di Cassino mi ha fatto
notare la particolarità del montaggio che oppone immagini dalla simbologia
contrastante. Ad esempio l’alternanza di primi piani sui volti scavati dei
protagonisti e le levigate sembianze
delle imponenti statue presenti nel palazzo
dello zar. Oppure il contrasto fra il nervosismo di Kerenskij, in attesa di conferire con lo Zar, e l’improvvisa animazione di un’effige raffigurante un
pavone che fa la ruota per testimoniare
la spregevole vanità del capo del
governo provvisorio.
La grandezza delle immagini però è dovuta anche all’
interazione con la musica di
Shostakovich. In una pellicola muta, musica, svolgimento scenografico,
sequenza e natura delle inquadrature, possono rendere un crogiolo di emozioni, difficilmente raggiungibile in un
film in cui è il parlato a dettare le regole e per certi versi a soverchiare la
potenza del commento musicale. Questa è l’opinione del professor Beneduce con
il quale mi trovo pienamente d’accordo. E’ evidente che musicista, regista e
attori devono essere straordinari altrimenti certe vette non si possono
raggiungere.
Per mia profonda natura mi
sono concentrato sulle composizioni di Shostakovich a cui era affidata la forza
comunicativa ed emozionale del film. Composizioni scaturite esclusivamente
dalle suggestioni delle immagini. Subito ho pensato a Miles Davis. Mi è tornato
alla mente il video in cui il trombettista esegue la colonna sonora del film di Luois Malle , "Ascensore per il
Patibolo", improvvisando davanti allo scorrere delle sequenze , non tenendo
minimamente conto della sceneggiatura e del dialogo fra gli attori. Chissà forse 30 anni dopo (il film di Malle è del 1958) Miles avrà
ritenuto ancora creativamente potente operare
come Shostakovich? E’ una intrigante suggestione.
E’ peraltro indubitabile che il compositore pianista russo non disdegnava la sperimentazione armonico
melodica e questo lo può accomunare all'espressività propria della musica
jazz che nel 1928 era ancora musica da ballo. Nello stesso film “Ottobre – i dieci
giorni che sconvolsero il mondo” sono presenti degli arrangiamenti in cui il rapporto armonia/melodia è molto libero.
Insomma il pomeriggio da cinema borghese si è trasformato in uno straordinario
momento di condivisione non solo di ideali rivoluzionari, ma anche di
riflessioni sulla contaminazione fra diverse espressioni creative come musica e
cinema. Ringrazio dunque il professor Pasquale Beneduce, Paolo Ceccano e la federazione provinciale di
Rifondazione Comunista, unitamente a Paolo Iafrate di “Oltre l’Occidente”, per
aver offerto a noi comunisti, variamente
declinati, ma anche a noi appassionati di cinema e musica, una serata
speciale.
Uscendo dal circolo culturale continuavano a frullarmi in testa le immagini del film, la musica di
Shostakovich, l’esecuzione di Miles su Ascensore per il Patibolo. Tutto si mischiava si sovrapponeva. Ho provato anch’io allora a tradurre questo caleidoscopio in un montaggio ispirato da Eisenstein.
Ve lo propongo qui sotto. Che Eisestein,
Shostakovic , Miles Davis e tutti i compagni
comunisti mi perdonino.
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