Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 26 novembre 2017

Rivoluzione d'ottobre , Eisenstein, Shostakovich e.....Miles Davis

Luciano Granieri




Un sabato pomeriggio di novembre, la giornata è uggiosa anche se non piove, niente di meglio che andare al cinema. Un film di prima visione, pop corn, e la giornata prende un’altra piega?  Che squallido quadretto borghese!

 Però  in un sabato pomeriggio uggioso e umido, il cinema ci sta. Ma  se al posto del film di ultima uscita  si va a vedere “Ottobre -  i dieci giorni che sconvolsero il mondo”  di Sergej  Mihajlovic  Eisenstein, gustando  delle ottime caldarroste di Terelle  accompagnate da  un sincero vino ROSSO, altro che borghese! Qui si prepara la rivoluzione!!! E’ ciò che è accaduto sabato scorso 25 novembre presso l’associazione culturale Oltre l’occidente di Frosinone. 

Nel pomeriggio uggioso più volte ricordato la federazione provinciale del PRC della Provincia di Frosinone, per celebrare il centenario della rivoluzione d’ottobre,  ha organizzato l' evento,presso “Oltre l’Occidente” . Per l’occasione    è stato proiettato il film del 1928 diretto da Eisenstein. La proiezione  è stata introdotta dal professor Pasquale Beneduce docente presso l’Università di Cassino. 

Ottobre  - i dieci giorni che sconvolsero il mondo” fu commissionato al regista  lettone dal governo sovietico per  celebrare i 10 anni della rivoluzione d’ottobre. E’ un film muto, ma le musiche composte da Dimitri Shostakovich, a sostegno delle scene girate in modo rivoluzionario,  rendono la già potentissima opera di Eisensein un vero e proprio capolavoro creativo. 



Non sto qui a descrivere il film né a proporre riflessioni sulla rivoluzione d’ottobre, tema più volte affrontato . Vorrei soffermarmi invece proprio sulle dinamiche creative che hanno permesso la realizzazione di un lungometraggio assolutamente innovativo per l’epoca . 

La visione della pellicola accanto al professor Beneduce, il quale si era prodotto in un’introduzione illuminante, mi ha consentito di apprezzare  meglio molti aspetti delle inquadrature, dell’interazione con la musica. Il docente di Cassino mi ha fatto notare la particolarità del montaggio che oppone  immagini dalla simbologia contrastante. Ad esempio l’alternanza di primi piani sui volti scavati dei protagonisti e  le levigate sembianze delle imponenti  statue presenti nel palazzo dello zar. Oppure il contrasto fra il nervosismo di Kerenskij,   in attesa di conferire con lo Zar, e l’improvvisa  animazione di un’effige raffigurante un pavone che fa la  ruota per testimoniare la spregevole vanità del capo  del governo provvisorio. 

La grandezza delle immagini però è dovuta anche all’ interazione con la musica di  Shostakovich. In una pellicola  muta, musica, svolgimento scenografico, sequenza e natura delle inquadrature, possono rendere un crogiolo  di emozioni, difficilmente raggiungibile in un film in cui è il parlato a dettare le regole e per certi versi a soverchiare la potenza del commento musicale. Questa è l’opinione del professor Beneduce con il quale mi  trovo pienamente d’accordo. E’ evidente che musicista, regista e attori devono essere straordinari altrimenti certe vette non si possono raggiungere.  

Per mia profonda natura mi sono concentrato sulle composizioni di Shostakovich a cui era affidata la forza comunicativa ed emozionale del film. Composizioni scaturite esclusivamente dalle suggestioni delle immagini. Subito ho pensato a Miles Davis. Mi è tornato alla mente il video in cui il trombettista  esegue la colonna sonora  del film di Luois Malle , "Ascensore per il Patibolo", improvvisando davanti allo scorrere delle sequenze , non tenendo minimamente conto della sceneggiatura e del dialogo  fra gli attori. Chissà forse 30 anni dopo  (il film di Malle è del 1958) Miles avrà ritenuto ancora  creativamente potente operare  come Shostakovich?  E’ una intrigante suggestione.  

E’ peraltro indubitabile che il compositore  pianista  russo  non disdegnava la sperimentazione armonico melodica e questo lo può accomunare all'espressività propria  della musica jazz che nel 1928 era ancora musica da ballo. Nello stesso film “Ottobre – i dieci giorni che sconvolsero il mondo” sono presenti degli arrangiamenti  in cui il rapporto armonia/melodia è molto libero. 

Insomma il pomeriggio da cinema borghese si è trasformato in uno straordinario momento di condivisione non solo di ideali rivoluzionari, ma anche di riflessioni sulla contaminazione fra diverse espressioni creative come musica e cinema. Ringrazio dunque il professor Pasquale Beneduce,  Paolo Ceccano e la federazione provinciale di Rifondazione Comunista, unitamente a Paolo Iafrate di “Oltre l’Occidente”,  per aver  offerto a noi comunisti, variamente declinati, ma anche a noi appassionati di cinema e musica, una serata speciale. 

  Uscendo dal circolo culturale  continuavano a frullarmi in   testa le immagini del film, la musica di Shostakovich,  l’esecuzione di Miles su Ascensore per il Patibolo.  Tutto si mischiava si sovrapponeva.  Ho provato anch’io allora a tradurre  questo caleidoscopio in  un montaggio ispirato da Eisenstein.  

Ve lo propongo qui sotto. Che Eisestein, Shostakovic , Miles Davis e tutti  i compagni comunisti mi perdonino.

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