Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 17 maggio 2018

BETWEEN THE LINES (titolo provvisorio)

Sinossi  del cortometraggio di Faraz Alam


Faraz Alam

La nonna, sdraiata sul letto, respira a fatica. Lo sguardo perso nella camera da presa.

Indossa una sottana di seta leggermente lisa, ma si capisce che è una di quelle “buone” che durano una vita.

In piedi accanto a lei, Bella, una bambina del colore del cioccolato misto alla vaniglia, le lava con delicatezza le braccia e il collo con una spugna bagnata, canticchiando a bocca chiusa una filastrocca.

Accanto al letto, dove la nonna ora sussurra parole incomprensibili alla bambina, un comodino con una sfilza di medicine una dietro l’altra, raggruppate per i giorni della settimana e divise da foglietti colorati che riportano i numeri da uno a sette. Bella prende la medicina n. 1, attentissima conta 6/7 gocce su un cucchiaio, e si avvicina al letto con il fare di un’equilibrista ancora un po’ incerta. E, “aamm”, dice Bella mentre la imbocca la nonna.

Dopo essersi presa cura della sua adorata nonna, Bella esce di casa ancor prima che faccia giorno: attraversa correndo i campi coltivati circostanti la cittadina in cui vive e torna indietro con tante belle rose rosse tra le braccia, per dirigersi allegra verso il centro. Corre entusiasta, mentre ogni tanto i suoi sandaletti un po’ consumati inciampano nelle pietre medievali che coprono le strade e lei riprende il passo con più concentrazione affinché le rose non le cadano.



Nel silenzio del mattino, Bella sente una voce misteriosa che sussurra qualcosa, la segue fino ad arrivare alla sua fonte e, incantata, si trova di fronte una donna con una travolgente aura di dolcezza e forza, davanti alla quale la bambina resta a bocca aperta. La bellissima donna, dai capelli mossi e gli occhi a forma di luna, è la chiromante. Seppur intenta a leggere la mano di una donna, la chiromante sente la presenza della bambina, che non arriva per lei come una sorpresa: sebbene la veda con la coda dell’occhio, finge di non accorgersi che Bella sta cercando di origliare facendo capolino dal muro all’angolo.

CHIROMANTE
Le difficoltà che stai incontrando, cara, ti arrivano perché ci sono delle possibilità in te.
E’ quello che abbiamo dentro che crea la realtà fuori di noi.

La chiromante è la rivelatrice di una verità importante, con cui per la prima volta la
piccola Bella si trova a confrontarsi. Per quanto paradossale, colei che legge la mano, è anche colei che apre il sentiero verso la consapevolezza dell’importanza delle proprie scelte interiori per cambiare le circostanze esterne.
Il messaggio della chiromante è un messaggio di umanità. In un mondo che è  meccanico e che sembra rendere tutti parte di un sistema che non si vuole più mettere in discussione.

La storia di Bella, seppur “senza tempo”, si colloca in un momento che viene inquadrato in questa allegoria, come inumano, in cui gli uomini e le donne non sono più capaci di scegliere e di sentire, in cui è il fascismo che annebbia gli animi e impedisce alle  persone di risvegliarsi. La chiromante è la voce del cuore e della coscienza umana, la possibilità della comprensione, la forza dell’umanità contro la menzogna del potere.

Quando la chiromante si volta verso Bella e i loro sguardi si incontrano, la bambina scappa via.

Arrivando in piazza, la piccola Bella prova a vendere le rose alle persone che incontra.

Ai tavolini di un bar è seduta una coppia e Bella tenta di convincere l’uomo a comprare una rosa per la sua avvenente moglie, l’uomo fa il gesto di cercare qualche moneta in tasca ma tira fuori solo banconote: troppo per le rose di Bella, non le compra.

Mentre si aggira attorno ai tavolini del bar nella piazza, Bella sente voci allegre di bambini gridare “più veloce, più veloce, più veloce!”, si volta e vede la combriccola correre dietro ad un cerchio fino ad arrivare nella piazza a tutta velocità. Bella ha il sussulto di ogni bambino quando vede qualcosa che vorrebbe fare e si avvicina sorridendo: “Ciao!”, ma nessuno dei bambini la guarda: “CIAO!”, ripete più forte ma nessuno sembra farci caso. Bella ingoia le lacrime, volta le spalle e se ne va.

Prova ancora a vendere qualche rosa ma gli affari sembrano proprio non andare per il verso giusto.

Per non tornare a casa con tutte le rose, Bella si ferma dal fioraio. Lui la guarda a malapena e capisce, come se fosse cosa frequente, che lei vuole fargli comprare le rose; accigliato, le lancia una monetina che Bella ovviamente non riesce ad acchiappare al volo perché ha ancora tutte le rose tra le braccia. Bella gli dà le rose una alla volta con cura, poi si china a prendere la monetina e torna a casa.

Il giorno dopo all’alba, Bella si affretta per andare a vedere se la chiromante è ancora lì, ma fortuna vuole che la misteriosa signora non sia seduta al suo posto.Bella,senza pensarci due volte, si avvicina al tavolo sul quale sono disposti con cura cristalli colorati, un mazzo di tarocchi e una mappa delle linee della mano: Bella la guarda, apre la sua mano cercando di capire e di confrontare le linee con quelle della “mappa” quando, silenziosa come una farfalla, arriva alle sue spalle la Chiromante. Quando Bella sente una presenza dietro di sé si volta e, prima che la chiromante possa dire nulla, corre via all’impazzata.

Alla sera, di nuovo a casa, mentre la nonna già dorme, Bella seduta sul letto, canticchiando a bocca chiusa la solita filastrocca, si guarda la mano e prova ad allargare le linee con due dita; poi fa lo stesso sulla mano della nonna. Ad un certo punto le viene un’idea. Balza giù e tira fuori una vecchia scatola di latta da sotto al letto. La apre con cura finché sul coperchio si rivela una foto di matrimonio color seppia di una coppia sorridente, l’uomo è nero e la donna bianca, lei tiene tra le mani un mazzo di rose rosse. Bella inizia rovistare nella scatola tra tanti piccoli oggetti che hanno evidentemente più valore affettivo che materiale: tra vecchi bottoni, alcune perline, delle cartoline, un vecchio rossetto, c’è anche una crema antirughe.


Nella tinozza in cui fa il bagno, Bella prova a spazzolare vigorosamente il palmo della sua mano, ma le linee sono sempre lì, anzi le sue mani sono ancora più rugose per via dell’acqua! Bella si siede sul bordo della tinozza, avvolta da un grande asciugamano, e comincia a spalmare la crema antirughe con il dito indice su ogni singola linea della mano.

Il giorno dopo, dopo aver dato la medicina alla nonna, Bella esce di casa. Si lascia la cittadina alle spalle e corre tra i campi in un pittoresco scenario bucolico con greggi di
pecore che brulicano indisturbate.
Bella arriva ad una casa isolata nella campagna, di fronte alla quale c’è un bellissimo giardino di rose rosse; si guarda intorno e comincia a coglierne una, due, tre e ancora finché può nasconderle nel suo giacchino.

Tornando in paese, Bella vede un limone rotolare giù per la strada e, pur avendo le rose tra le braccia, riesce ad acchiapparlo e a metterlo nel cestino che una signora sta tirando su dalla finestra con una cordicella. “Buongiorno, signora!”, dice Bella allegra, ma la signora non risponde e chiude la finestra dopo aver tirato dentro il cestino.

Bella continua a camminare per le stradine quando vede un uomo che sta attaccando delle locandine del partito fascista. Bella si ferma: “Ciao signore, ti regalo una rosa!”; l’uomo la ignora mentre lei gli lascia una rosa sul secchio della colla con cui sta lavorando.



In piazza, un montaggio di immagini in cui Bella cerca di vendere le rose ma viene ignorata.

Alla sera, ancora con tutte le rose con sé, Bella passa davanti al fioraio, lo guarda da lontano mentre con i suoi modi sgraziati l’uomo aggiusta i fiori nei vasi. Bella volta le spalle e se ne va. Tornando a casa, decide di fare miglior uso delle rose, anziché darle per una monetina a quel burbero: la bambina lascia una rosa su una porta, una sulle gambe di un signore che sonnecchia sotto un cappello di paglia, una sotto l’immagine
di San Sebastiano, protettore del paese.

Bella si avvicina di nuovo al posto della Chiromante e, di nuovo nascosta dietro l’angolo sente la bella signora bisbigliare ad un altro cliente. L’aura della donna è luminosa e si contrappone alle ombre che accompagnano tutti gli altri personaggi. E’ lei che indica la via del risveglio della coscienza, la voce che rivela la coscienza profonda dell’umanità
in tutta la sua luce.

CHIROMANTE
Devi sapere, mio caro, che più sono oscure le situazioni che ti trovi ad affrontare, più
grande è la luce che puoi e che devi far splendere dal tuo cuore.
Non immagini quante cose meravigliose stanno per succederti.
E’ quello che abbiamo dentro che crea la realtà fuori di noi.



Bella ripete a memoria l’ultima frase della chiromante, bisbigliando anche lei tra sé e sé ma continuando a guardare la scena affascinata.

Una volta a casa, Bella ripete la stessa frase mentre dà la medicina alla nonna. Poi  prende la crema antirughe e la mette con il dito indice sul palmo della mano della nonna, che la lascia fare sorridendole con tenerezza. Finita l’operazione, si infila sotto la coperta accanto alla nonna e si addormenta canticchiando la sua solita filastrocca.

Al mattino dopo, appena sveglia Bella si guarda la mano e salta fuori dal letto: le linee
sono sparite! Si veste al volo, fuori di sé dalla gioia e, senza voltarsi, urla “Ciao Nonna!”
e chiude la porta dietro di sé. La camera da presa rivela la nonna immobile con la bocca semi-aperta. E’ morta.

(Inizia qui la parte strumentale della canzone Bella Ciao).

Bella corre per le strade affollate di gente, con l’aria fiera e le sue belle rose rosse tra le braccia. Tutti la fermano per comprare le rose, le signore la salutano, un uomo con il cappello di paglia ne vuole addirittura cinque: “Queste rose sono belle come te”, le dice.

Bella è radiosa dalla felicità: “Grazie, grazie”. Le rose finiscono e Bella, con il suo entusiasmo di sempre, si volta verso la piccola folla e grida “Torno subitissimo!”. Un bambino le passa la sua bicicletta blu e Bella comincia a pedalare fino alla casa delle rose, ne raccoglie altre ma… è pieno giorno e il padrone di casa la vede e si catapulta fuori. Bella, dopo aver messo le rose nel cestino della bici, comincia a pedalare per scappare via, poi volta e gli fa ciao con la sua manina liscia. L’uomo le sorride e la lascia andare.

Bella torna in paese pedalando per le strade, la gente lancia petali di fiori dalle finestre, la chiromante la guarda e scatta in piedi battendo le mani e lanciandole uno sguardo di una dolcezza tale che Bella si ferma un istante a guardarla, le sorride e riparte.



La piazza è gremita, sono tutti vestiti di rosso, bandiere rosse, rose rosse, i bambini vogliono giocare con Bella, tutti la prendono per fare girotondi, la folla la solleva in aria e Bella ride a crepapelle, mentre la banda suona e tutti cantano Bella Ciao.
FINE

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