Partiamo da concetti elementari di democrazia
come potrebbe essere la sua definizione nell'Enciclopedia Treccani : Forma di governo che si basa sulla sovranità
popolare e garantisce ad ogni cittadino la partecipazione in piena eguaglianza
all’esercizio del potere pubblico (Enciclopedia Treccani).
Già questa definizione va, però,
adattata alla nostra Costituzione, che dice, anche se Riotta non lo sa, che la
sovranità appartiene al popolo, ma questo non significa che ogni cittadino
partecipa "in piena eguaglianza all'esercizio del potere pubblico",
che presupporrebbe una democrazia diretta di tipo assembleare, che sopravvive
in alcuni cantoni della Svizzera interna. La nostra Costituzione, infatti,
aggiunge che il popolo esercita la sovranità che gli appartiene " nelle
forme e nei limiti della Costituzione": quindi essenzialmente, in una
democrazia rappresentativa con forma di governo parlamentare, con l'esercizio
del voto. Questo diritto è stato sottratto con due leggi elettorali dichiarate
incostituzionali in parti essenziali, la 270/2005, per il premio di maggioranza
e le liste bloccate e la 52/2015 per il premio di maggioranza attribuito con
ballottaggio. La sorte della legge n.
165/2017 sarà di fatto decisa il prossimo 4 luglio, se fosse dichiarato
ammissibile un conflitto di attribuzione tra il corpo elettorale e il potere
legislativo e quello esecutivo. Oltre che per il contenuto, il primo motivo è
la stessa procedura di approvazione grazie a 8 voti di fiducia, chiesti dal
Governo. e, purtroppo, accordati dalle presidenze delle Camere in violazione
dell’art. 72.4 Cost..
Questo governo può non piacere
per diffidenza nei confronti dei suoi
componenti o per parti del suo
programma, ma è il primo che dispone per voto popolare della maggioranza dei
seggi in parlamento e della maggioranza assoluta dei voti validi per liste
sopra la soglia: non succedeva dal 1992, quando le liste del pentapartito, pur
subendo perdite ebbero il 53,24% del consenso
popolare. Dal Mattarellum in poi
non ha mai governato la maggioranza del voto popolare.
Se la democrazia è il governo dei
poteri visibili (Ruffini), poiché, a differenza della democrazia, il potere
autocratico non solo si occulta aspirando a divenire invisibile e onniveggente
(Panopticon - Foucault), ma anche occulta, il Comitato di conciliazione non è
incostituzionale, per il solo fatto, che non sia previsto dall’ordinamento. Nelle società libere a differenza di quelle
autoritarie è lecito tutto ciò, che non sia vietato. Una condizione deve, però,
essere osservata la composizione deve ubbidire a criteri prestabiliti e il
funzionamento deve essere trasparente
per consentire il controllo dell’opinione pubblica. Non mi convince la tesi che
fosse più costituzionale la decisione affidata a vertici di maggioranza, che in
assenza di accordo conducevano a crisi extraparlamentari. Men che meno erano
costituzionali le crisi, quando erano provocate da dissensi interni ai partiti
di maggioranza. Senza l’attuazione
dell’art. 49 Cost. i partiti sono associazioni di diritto privato
dominati da un leader o addirittura da un padrone ovvero, nei migliore dei casi
da un’oligarchia.
Là dove il potere è invisibile, lo è anche il
contropotere. Il confronto con la democrazia reale deve tener conto della
tendenza di ogni dominio alla segretezza (occultare) e al mascheramento
(occultarsi), secondo gli insegnamenti del Cardinal Mazarino. Bisogna non far
capire i propri obiettivi, per impedire agli avversari ovvero mascherarli
dietro promesse, che, come diceva Clemenceau, in politica impegnano soltanto
chi le ascolta. Se chi governa ha il consenso della maggioranza degli elettori,
questo è un bene in sé, ma non basta bisogna anche essere capaci di mantenere
le promesse e particolarmente quelle, che hanno prodotto consenso dal reddito
di cittadinanza alla flat tax, che allo stato non hanno coperture, anche con la
vecchia formulazione dell’art. 81 Cost. e ne avranno sempre meno, se dovessero
aumentare gli interessi sul debito pubblico, che continua a crescere, malgrado
l’avanzo primario. Dobbiamo imparare a misurare le parole e per esempio, per
quanto i confini siano labili, non confondere la xenofobia con il razzismo,
come la critica dura alla politica israeliana all’antisemitismo. I piccoli e
medi imprenditori dl Nord est e gli artigiani di tutta Italia non sono il
blocco sociale del nuovo fascismo. Gli attentati alla nostra Costituzione sono
stati fatti non da plebi aizzate da demagoghi populisti, ma da personaggi
presenti nelle istituzioni e ricevuti nei salotti buoni della finanza italiana
ed internazionale, con la complicità di tecnici e esperti accreditati in
Europa e da professori universitari al
servizio del potere. Sconfitti dal popolo nel referendum costituzionale del 4
dicembre e nelle elezione del 4 marzo cercano la rivincita con una sistematica
disinformazione mediatica, per la quale la legge elettorale va cambiata con
premi di maggioranza, per consentire alle minoranze di governare, invece di
togliere le incostituzionalità più evidenti come il voto vincolato e congiunto
per candidati uninominali e liste bloccate o le follie di votare in Campania
per il M5S ed eleggere una grillina in
Piemonte( un caso vero).
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