Più
che del cambiamento questo è il governo del dimagrimento. Da quando si è
insediato siamo sempre a fare jogging in piazza fra cortei e presidi , dalla Diciotti a Riace,
da Macerata a Trieste a Lodi. Sempre in movimento a
protestare contro razzismo, fascismo, diritti negati alle donne e a chi ha
orientamenti sessuali non etero. Continuamente in cammino contro la
barbarie imperante che un governo a guida leghista , spalleggiato dai grillini in
gita premio in Parlamento, sta imponendo al paese e alla sua natura democratica
generata dalla lotta antifascista.
Non che con Renzi si disertasse la piazza,
ma la melassa liberista-riformista , producendo lo stordimento degli organismi intermedi - leggi sindacati, e delle
associazioni collaterali - ha limitato, e di molto il ricorso alla protesta. E
non si può negare che con un conflitto
sociale anestetizzato, è stato più facile far passare robaccia come il jos act, o
il decreto Minniti, potente apripista al becero razzismo gialloverde.
Autunno
caldo, nuova stagione di lotte, mettetela come vi pare, ma anche sabato 10
novembre gambe in spalla perché il vento deve tornare a soffiare. Due manifestazioni previste: un sit-in alle 11,00
vicino a Piazza Venezia contro il DDL Pillon , già in discussione al Senato, e la manifestazione
contro il decreto Salvini ed il governo. Corteo che sarebbe partito alle 14,00 da piazza della Repubblica per raggiungere
San Giovanni.
In verità ce la siamo presa un po’ comoda per cui arriviamo in piazza Venezia, a
mezzogiorno passato . Il flash mob organizzato dalle donne di Non una di Meno si è concluso come gli interventi delle esponenti della rete dei centri antiviolenza Di.Re.
Simone Pillon, chi è costui? Trattasi
di senatore leghista, anche lui in gita
premio a Palazzo Madama, il quale, per contrastare una malattia che sta solo
nella sua testa, la chiama “Sindrome di
Alienazione Parentale” ha deciso che una donna per lasciare un marito che la
picchia e la violenta abbia bisogno dell’aiuto di un mediatore sociale, da
pagarsi a spese proprie, per convincerla che in fondo qualche ricovero al
pronto soccorso, qualche frattura, o occhio pesto, provocato dall’amorevole
compagno, non sono ragioni tanto gravi da
chiedere la separazione e mettere in discussione la famiglia tipo del prsepe.
Arriviamo mentre la piazza sta smobilitando. Sulla salita
Magnanapoli, incrociamo qualche
militante di “Non una di Meno” . C'è ancora gente fra cui due nostri amici, o meglio
compagni, di Sinistra Italiana e di
Possibile. Ci dicono che il sit-in è stato molto partecipato. Si sono visti anche
alcuni membri del Pd, il segretario Martina, Zingaretti e l’ex ministra Valeria Fedeli. In effetti,
sui diritti civili il governo Renzi, anche se frenato dal prode Alfano,
qualcosa ha concluso. Mentre stiamo li a
parlare fa la sua comparsa una camionetta spara idranti
della Polizia. Un immagine non molto rassicurante pensando al corteo anti
Salvini e contro il governo che di li a
poco sarebbe partito da Piazza della
Repubblica.
In effetti qualche cattiva notizia comincia a trapelare. Da WhatsApp La nostra compagna Carla, di Potere al Popolo e
Democrazia Atea, ci informa che la
polizia sta fermando i pullman dei manifestanti diretti a Roma chiedendo loro i documenti. Manca poco meno di un’ora alle 14,00. Cominciamo a muoverci per arrivare in tempo a
P.zza dell Repubblica.
Passando per Via Nazionale ci imbattiamo in un “Roma Store”. Guarda, guarda, avevo
giusto bisogno di un portachiavi della Roma. Che sarà mai! perdere qualche minuto per
risolvere l’incombenza ed immergersi per un po’ fra maglie e gadget
giallorossi. Fatto l’acquisto
proseguiamo e ci accorgiamo che poco più
avanti c’è uno” Juventus Store”. A Roma uno Juventus Store! C’è poco da
meravigliarsi la trasversalità del merchandising riesce ad attivare un multiculturalismo
calcistico globale , cosa che il nuovo governo gialloverde vuole distruggere
fra gli umani, cercando di condannare e reprimere le differenze fra colori di pelle, orientamento,
sessuale e censo .
P.zza della Repubblica è inondata di sole, con dei riverberi di iride che filtrano dai fiotti della
fontana dell’Esedra. Passate le 14,00 i militanti continuano ad arrivare con
bandiere striscioni e cartelloni. Ci dirigiamo verso il nostro spezzone, quello
di Potere al Popolo, integrato da Democrazia Atea. Proprio Viola Carofalo , la
nostra portavoce nazionale, ci conferma che la situazione dei pullman si sta
aggravando . Decine di torpedoni sono bloccati
ai caselli, altri deviati e fermati
negli autogrill. I militanti vengono fatti scendere, ripresi da una telecamera
di un solerte carabiniere, invitati a posare per una
foto segnaletica, mostrando il viso con accanto il proprio documento, d’identità.
Vengono perquisiti gli zaini e sequestrati striscioni. Non mi sorprenderei se
qualcuno si fosse ritrovato senza qualche panino. Vuoi mettere la letalità di uno
sfilatino con la mortadella che ti
colpisce in pieno volto!
I pullman fermati dalla Polizia |
La sicurezza dei cittadini è un’esigenza infinitamente più
importante del diritto costituzionale di
manifestare, quindi ringraziamo le forze dell’ordine per i loro minuziosi
controlli. Siamo certi che lo stesso trattamento verrà riservato ai leghisti
che l ‘8 dicembre prossimo convergeranno verso Roma per una manifestazione,
contro l’Europa. Curioso il fatto che un ministro organizzi una manifestazione contro un’istituzione (l’Europa) che detesta, ma in
fondo dice di rispettare. Però sapete? Quando uno della Lega diventa ministro è come un villano che andando in
signoria fa piangere pure la Vergine Maria, (corsivo di mio nonno) .
Fatto sta che il corteo non parte, per aspettare i militanti bloccati sui
pullman. Dopo un’ora e mezzo, nonostante
ben 43 bus non siano stati fatti arrivare,con rabbia, partiamo ugualmente . Lo spezzone di Potere al
Popolo chiude il corteo, gli striscioni dietro cui ci raduniamo recitano : l’anticapitalismo
è il vero antirazzismo” e “al mondo ci sono due razze chi sfrutta e chi è
sfruttato” Poco innanzi vicino al
camioncino da cui risuonano slogan e canti, gli immigrati dettano i tempi della protesta. Questa
è la novità rispetto alle altre manifestazioni. Sono proprio, i richiedenti
asilo, gli immigrati in cerca di lavoro, gli sfruttati che guidano la manifestazione, gridando
indefessamente nei microfoni e nei megafoni. E poi dici che non ti vengono a
rubare il lavoro! Ci hanno sostituito anche nella guida delle manifestazioni!
Decido di lasciare lo spezzone di Potere al
Popolo e cerco di raggiungere la testa del corteo per vedere quanti siamo.
Ebbene non riesco ad arrivare davanti per la lunghezza del serpentone. In testa
dovrebbe esserci Mimmo Lucano . Raggiungo a mala pena lo striscione della Ong spagnola Proactive Open
Arms, ma davanti ci sono ancora i centri
sociali, Melting Pot e tutti i ragazzi venuti dalla Campania , gli ex Opg Je So’ Pazzo e tanti altri ancora . Impazzano
striscioni e cartelli il più gettonato è quello che riporta la nota frase: “Tu
non sei razzista, si strunz”. Siamo tanti! Sicuramente più dei ventimila attesi
nonostante altri militanti siano stati
bloccati dalla polizia sui pullman.
Torno, con la lingua di fuori, nel mio
spezzone. In un tripudio di bandiere rosse, come non si vedeva da tempo, sono davanti
a noi i compagni del Partito Comunista
dei Lavoratori, gli anarchici, quelli di Sinistra Anticapitalista e di Rifondazione,
avanti ancora i Cobas e poi una miriade
di centri sociali ed associazioni di immigrati.
Si procede lentamente fra Termini, Via
Cavour, Via Merulana, mentre il sole scompare dietro agli austeri palazzi del
centro storico, facendo posto alla brezza di una bella serata romana.
Fra uno
slogan e l’altro, ci si confronta, si raccontano le proprie esperienza. C’ intratteniamo affabilmente con la
dottoressa Elisabetta Canitano, candidata alle ultime regionali per Potere al
Popolo. Dei black block neanche l’ombra,
tanto l'abbiamo sgamato da dove vengono, e
loro lo sanno. Per cui non si sono fatti vedere. Stranamente i passanti,
i cittadini romani non ci guardano con rabbia per avergli bloccato mezza città,
ma sono ammirati, ci applaudono quasi, forse il vento antifascista sta tornando
a fischiare davvero.
Dopo due ore di
passeggiata entriamo in una San Giovanni bellissima . Qui ci rendiamo conto di
essere veramente tanti. Non c’è il palco promesso dove avrebbero dovuto suonare
i Modena City Ramblers, Eugenio Bennato ed esibirsi Ascanio Celstini, ma poco
importa. Dopo gli striscioni e i panini metteremo in conto anche
il sequestro del palco.
Soddisfatti
salutiamo i compagni e ci avviamo verso la stazione con lo stomaco che reclama di essere in
qualche modo soddisfatto. L’insegna con scritto “ Rosticceria Piccola Palermo” promette arancini e
specialità siciliane sublimi. Entriamo ma a porgerci gli arancini bollenti, sono due pakistani. Dei conterranei di Montalbano nessuna traccia. Eppure quegli
arancini sono buonissimi, come se li avessero cucinati siciliani da sette generazioni.
Dunque non conta di dove sei se sai fare gli arancini se siciliano anche tu.
Stanchi arriviamo al Treno. Nei sedili vicino
a noi ci sono due ragazzi gay, uno di lingua inglese, l’altro italiano. Il
dialogo fra di loro si svolge comunque in inglese per non far capire ciò che si
stanno dicendo ma, ahi loro, l’idioma di Albione non ci è sconosciuto. Anche non
volendo capiamo tutto ciò che si stanno dicendo. Stanno litigando. L’uno accusa
l’altro di non amarlo abbastanza, l’altro risponde imputando a sua volta al
compagno di non rivolgergli abbastanza attenzioni, preso com’è da tanti altri amici.
Insomma per farla breve assistiamo ai classici dialoghi di una coppia in crisi. La sofferenza è uguale a quella di una coppia
etero, anzi forse più profonda. Ci dispiace per quei ragazzi per le loro incomprensioni
. Ci piace pensare, però , che dopo
essere scesi dal treno possano essersi chiariti per tornare ad amarsi. Altrimenti
chi lo vuole sentire Pillon! Sarebbe capace di dire che lo coppie gay litigano
sempre sintomo certo di un morbo da debellare!
Nessun commento:
Posta un commento