Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 11 novembre 2018

Cronache di una giornata antifascista antirazzista e femminista

Luciano Granieri





Più che del cambiamento questo è il governo del dimagrimento. Da quando si è insediato siamo sempre a fare jogging in piazza fra cortei e presidi , dalla Diciotti a Riace, da Macerata a Trieste a Lodi. Sempre in movimento a protestare contro razzismo, fascismo, diritti negati alle donne e a chi ha orientamenti sessuali non etero. Continuamente in cammino  contro la barbarie imperante che un governo a guida leghista , spalleggiato dai grillini in gita premio in Parlamento, sta imponendo al paese e alla sua natura democratica generata dalla lotta antifascista. 

Non che con Renzi si disertasse la piazza, ma la melassa liberista-riformista , producendo lo stordimento degli  organismi intermedi - leggi sindacati, e delle associazioni collaterali - ha limitato, e di molto il ricorso alla protesta. E non si può negare che con  un conflitto sociale anestetizzato, è stato più facile far passare robaccia  come il jos act, o il decreto Minniti, potente apripista al becero razzismo gialloverde. 

Autunno caldo, nuova stagione di lotte, mettetela come vi pare, ma anche sabato 10 novembre gambe in spalla perché il vento deve tornare a soffiare. Due  manifestazioni previste: un sit-in alle 11,00 vicino a Piazza Venezia contro il DDL Pillon , già in discussione al Senato, e la manifestazione contro il decreto Salvini ed il governo. Corteo   che sarebbe partito alle 14,00 da piazza della Repubblica per raggiungere San Giovanni. 

In verità ce la siamo presa un po’ comoda per cui arriviamo  in piazza Venezia, a mezzogiorno passato . Il flash mob organizzato dalle donne di Non una di Meno si è  concluso come gli interventi delle  esponenti della rete dei centri antiviolenza  Di.Re.  Simone Pillon, chi è costui?  Trattasi di  senatore leghista, anche lui in gita premio a Palazzo Madama, il quale, per contrastare una malattia che sta solo nella sua testa, la chiama  “Sindrome di Alienazione Parentale” ha deciso che una donna per lasciare un marito che la picchia e la violenta abbia bisogno dell’aiuto di un mediatore sociale, da pagarsi a spese proprie, per convincerla che in fondo qualche ricovero al pronto soccorso, qualche frattura, o occhio pesto, provocato dall’amorevole compagno,  non sono ragioni tanto gravi da chiedere la separazione e mettere in discussione la famiglia tipo  del prsepe.  

Arriviamo mentre  la piazza sta smobilitando. Sulla salita Magnanapoli, incrociamo  qualche militante di “Non una di Meno” . C'è ancora gente  fra cui due nostri amici, o meglio compagni, di Sinistra  Italiana e di Possibile. Ci dicono che il sit-in è stato molto partecipato.  Si sono visti anche alcuni membri del Pd, il segretario Martina, Zingaretti  e l’ex ministra Valeria Fedeli. In effetti, sui diritti civili il governo Renzi, anche se frenato dal prode Alfano, qualcosa ha concluso. Mentre  stiamo li a parlare  fa  la sua comparsa una camionetta spara idranti della Polizia. Un immagine non molto rassicurante pensando al corteo anti Salvini  e contro il governo che di li a poco sarebbe partito da Piazza  della Repubblica. 



In effetti qualche cattiva notizia comincia  a trapelare.  Da WhatsApp  La nostra compagna Carla, di Potere al Popolo e Democrazia Atea, ci informa  che la polizia sta fermando i pullman dei manifestanti diretti  a Roma chiedendo loro i documenti.  Manca  poco meno di un’ora  alle 14,00.  Cominciamo a muoverci per arrivare in tempo a P.zza dell Repubblica. 

Passando per Via Nazionale ci imbattiamo  in un “Roma Store”. Guarda, guarda, avevo giusto bisogno di un portachiavi della Roma.  Che sarà mai! perdere qualche minuto per risolvere l’incombenza ed immergersi per un po’ fra maglie e gadget giallorossi.  Fatto l’acquisto proseguiamo e  ci accorgiamo che poco più avanti c’è uno” Juventus Store”. A Roma uno Juventus Store! C’è poco da meravigliarsi la trasversalità del merchandising riesce ad attivare un multiculturalismo calcistico globale , cosa che il nuovo governo gialloverde vuole distruggere fra gli umani, cercando di condannare   e reprimere le differenze fra colori di pelle, orientamento, sessuale e censo  . 

P.zza della Repubblica è  inondata di sole, con dei riverberi  di iride che filtrano dai fiotti della fontana dell’Esedra. Passate le 14,00 i militanti continuano ad arrivare con bandiere striscioni e cartelloni. Ci dirigiamo verso il nostro spezzone, quello di Potere al Popolo,  integrato da Democrazia Atea. Proprio Viola Carofalo , la nostra portavoce nazionale, ci conferma che la situazione dei pullman si sta aggravando  . Decine di torpedoni sono bloccati ai caselli,   altri deviati e fermati negli autogrill. I militanti vengono fatti scendere, ripresi da una telecamera di un solerte carabiniere, invitati a posare per  una  foto segnaletica, mostrando il viso con accanto il proprio documento, d’identità. Vengono perquisiti gli zaini e sequestrati striscioni. Non mi sorprenderei se qualcuno si fosse ritrovato senza qualche panino. Vuoi mettere la letalità di uno sfilatino  con la mortadella che ti colpisce in pieno volto! 

I pullman fermati dalla Polizia


La  sicurezza  dei cittadini è un’esigenza infinitamente più importante del diritto costituzionale  di manifestare, quindi ringraziamo le forze dell’ordine per i loro minuziosi controlli. Siamo certi che lo stesso trattamento verrà riservato ai leghisti che l ‘8 dicembre prossimo convergeranno verso Roma per una manifestazione, contro l’Europa. Curioso il fatto che un ministro   organizzi una manifestazione contro un’istituzione (l’Europa)  che detesta, ma   in fondo dice di rispettare. Però  sapete?  Quando uno della Lega diventa ministro è come un  villano che andando in signoria fa piangere pure la Vergine Maria, (corsivo di mio nonno) .  

Fatto sta che il corteo non parte,  per aspettare i militanti bloccati sui pullman.  Dopo un’ora e mezzo, nonostante ben 43 bus non siano stati fatti arrivare,con rabbia,  partiamo ugualmente . Lo spezzone di Potere al Popolo chiude il corteo,  gli  striscioni  dietro cui ci raduniamo recitano : l’anticapitalismo è il vero antirazzismo” e “al mondo ci sono due razze chi sfrutta e chi è sfruttato” Poco innanzi vicino  al camioncino da cui risuonano slogan e canti, gli  immigrati dettano i tempi della protesta. Questa è la novità rispetto alle altre manifestazioni. Sono proprio, i richiedenti asilo, gli immigrati in cerca di lavoro, gli  sfruttati  che guidano la manifestazione, gridando indefessamente nei microfoni e nei megafoni. E poi dici che non ti vengono a rubare il lavoro!  Ci hanno sostituito  anche nella guida delle manifestazioni!  

Decido di lasciare lo spezzone di Potere al Popolo e cerco di raggiungere la testa del corteo per vedere quanti siamo. Ebbene non riesco ad arrivare davanti per la lunghezza del serpentone. In testa dovrebbe esserci Mimmo Lucano . Raggiungo a mala pena  lo  striscione della Ong spagnola Proactive Open Arms,  ma davanti ci sono ancora i centri sociali, Melting Pot e tutti i ragazzi venuti dalla Campania , gli ex Opg  Je So’ Pazzo e tanti altri ancora . Impazzano striscioni e cartelli il più gettonato è quello che riporta la nota frase: “Tu non sei razzista, si strunz”. Siamo tanti! Sicuramente più dei ventimila attesi nonostante altri  militanti siano stati bloccati dalla polizia sui pullman. 



Torno, con la lingua di fuori, nel mio spezzone. In un tripudio di bandiere rosse, come non si vedeva da tempo, sono   davanti a noi  i compagni del Partito Comunista dei Lavoratori, gli anarchici, quelli di Sinistra Anticapitalista e di Rifondazione, avanti  ancora i Cobas e poi una miriade di  centri sociali ed associazioni di immigrati.  Si procede lentamente fra Termini, Via Cavour, Via Merulana, mentre il sole scompare dietro agli austeri palazzi del centro storico, facendo posto alla brezza di una bella serata romana. 

Fra uno slogan e l’altro, ci si confronta, si raccontano le proprie esperienza.  C’ intratteniamo affabilmente con la dottoressa Elisabetta Canitano, candidata alle ultime regionali per Potere al Popolo.  Dei black block neanche l’ombra, tanto l'abbiamo sgamato da dove vengono, e  loro lo sanno.  Per cui non si sono fatti vedere. Stranamente i passanti, i cittadini romani non ci guardano con rabbia per avergli bloccato mezza città, ma sono ammirati, ci applaudono quasi, forse il vento antifascista sta tornando a fischiare davvero.  

Dopo due ore di passeggiata entriamo in una San Giovanni bellissima . Qui ci rendiamo conto di essere veramente tanti.  Non c’è il palco promesso dove avrebbero dovuto suonare i Modena City Ramblers, Eugenio Bennato ed esibirsi Ascanio Celstini, ma poco importa.  Dopo gli  striscioni e i panini metteremo in conto anche il sequestro del  palco. 

Soddisfatti salutiamo i compagni e ci avviamo verso la stazione  con lo stomaco che reclama di essere in qualche modo soddisfatto. L’insegna con scritto  Rosticceria Piccola Palermo” promette arancini e specialità siciliane sublimi. Entriamo ma a porgerci gli  arancini bollenti,  sono due pakistani.  Dei conterranei  di Montalbano nessuna traccia. Eppure quegli arancini sono buonissimi, come se li avessero cucinati siciliani da sette generazioni. Dunque non conta di dove sei se sai fare gli arancini se siciliano anche tu.  

Stanchi arriviamo al Treno. Nei sedili vicino a noi ci sono due ragazzi gay, uno di lingua inglese, l’altro italiano. Il dialogo fra di loro si svolge comunque in inglese per non far capire ciò che si stanno dicendo  ma, ahi loro,  l’idioma  di Albione non ci è sconosciuto. Anche non volendo capiamo tutto ciò che si stanno dicendo. Stanno litigando. L’uno accusa l’altro di non amarlo abbastanza, l’altro risponde imputando a sua volta al compagno di non rivolgergli abbastanza attenzioni, preso com’è da  tanti altri amici. Insomma per farla breve assistiamo ai  classici dialoghi di una coppia in crisi. La  sofferenza è uguale a quella di una coppia etero, anzi forse più profonda. Ci dispiace per quei ragazzi per le loro incomprensioni . Ci piace pensare, però ,  che dopo essere scesi dal treno possano essersi chiariti per tornare ad amarsi. Altrimenti chi lo vuole sentire Pillon! Sarebbe capace di dire che lo coppie gay litigano sempre sintomo certo  di un morbo da debellare!


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