Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 6 aprile 2019

Di Maio e Salvini tra i paparazzi e l’Olocausto


Michele Prospero


Janusz Korwin-Mikke


Dopo la grande guerra delle foto, nel corso della quale il capitano e il capo politico si sono sfidati a colpi di novella fidanzata sbattuta in prima pagina, la politica italiana entra in una nuova dimensione del conflitto: l’olocausto, il negazionismo della nuova destra.

In un’intervista (apparsa sulle colonne del quotidiano Die Welt) Di Maio se la prende con Salvini adducendo nella contesa anche importanti questioni storiche e culturali. “Mi preoccupa questa deriva di ultradestra a livello europeo con forze politiche che faranno parte del gruppo con cui si alleerà la Lega, che addirittura, in alcuni casi, negano l'Olocausto”. Parole sensate, senza dubbio esiste un pericolo di destra in Europa.

Ma il capo politico, forse perché con la testa troppo catturata dagli impulsi degli amorosi sensi, esalta il rigorismo europeo (“ho più volte ribadito che in Italia ci avrebbero fatto bene più politici come la Merkel”), dimentica la storia del M5S e soprattutto rimuove le sue appartenenze di campo. Proprio il suo non-partito, in Europa dal 2014 è nello stesso gruppo (Efdd, Europe of Freedom and Direct Democracy) di uno scomodo polacco, monarchico e di destra radicale, rifiutato persino da Marine Le Pen perché giudicato “troppo estremista”.

Janusz Korwin-Mikke, questo è il suo nome, è un politico celebre per due formidabili produzioni della sua mente eccelsa di statista. La prima prevede che per le donne sono raccomandabili botte a fin di bene (“picchiare la moglie in certi casi la aiuterebbe a tornare con i piedi per terra”). La seconda suggerisce che Hitler in fondo era personalità dalla natura angelica (“non ci sono prove che Hitler fosse a conoscenza dell’Olocausto e se fosse rimasto vivo sarebbe stato difficile provare che lo fosse”).

E’ sempre un bene prendere le distanze dalla destra, ma quando si convive con certi campioni in uno stesso gruppo (a favore dell’alleanza con i nipotini di Farage votò il 78 per cento della piattaforma on line) proclamarsi “lontani da Orban” e contro i soldali del sovranismo di Salvini è solo un affondo strumentale. Alla fine è forse preferibile che il capo politico e il capitano proseguano a suonarsele a colpi di conquiste amorose, che servono ai nuovi governanti per stare nella copertina dei rotocalchi contendendo così le cure dei paparazzi a Belen, Corona. La politica continua ad essere un’altra cosa.

Michele Prospero

Nessun commento:

Posta un commento