Il governo “Bisconte” ha ottenuto, come previsto, la fiducia
alla Camera . Un’indegna gazzarra ha coinvolto, in una giornata convulsa, gli astanti dentro e fuori il palazzo. La mattina
in Piazza Montecitorio con la
manifestazione contro il nascente esecutivo e per l’indizione immediata di elezioni - carnevalata organizzata dai Fratelli di Salò e dall’autogolpista
bacia rosari - quindi fra i banchi della Camera con gli stracci che volavano, in particolare fra il nuovo-vecchio
presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il pollaio avverso , urlante e livoroso inzeppato di autogolpisti sovranisti e di manipoli Fratelli Italioti.
Che questo governo sia nato non proprio nell’interesse
del popolo italiano, o almeno della stragrande maggioranza di esso , non è una
boutade di chi,
invocando pieni poteri, si è auto disarcionato dalla tolda della nave
anti immigrati, o dei fascisti variamente declinati, o dei vecchi turbo liberali in salsa berlusconiana , ma è una triste verità. A dire il vero è dall’inizio del ventennio maggioritario che tutti i governi succedutisi nel corso
degli anni hanno operato non tenendo conto degli interessi della collettività ,
ma in tutela della ristretta cerchia degli invadenti potentati finanziari. Dunque siamo
nell’alveo dell’assoluta normalità.
Del
resto basta dare un’occhiata ai punti programmatici presentati dal governo
giallo-fucsia per capire quanto questi siano irrealizzabili. Perché l’archibugio dello
stato sociale, caricato con i pallettoni delle maggiori risorse per la sanità,
dell’aumento degli asili nido, della lotta alla diseguaglianze , del salario
minimo garantito, ed altre mirabilie simili, non potrà mai sparare. Così come farà cilecca
il cannone della politica economica espansiva caricato con i proiettili degli investimenti
pubblici a sostegno della crescita .
Infatti a bagnare le polveri di queste macchine da guerra santa c’è quel
proposito ben saldo scritto nel punto
uno del programma in cui si afferma che tutto ciò dovrà avvenire “senza mettere a rischio l’equilibrio di
finanza pubblica” cioè senza mettere in dubbio il pareggio di bilancio che pure abbiamo messo in Costituzione. Una
codicillo che, alla luce di 2300 miliardi
e passa di debito, per lo più dovuti a speculazione e ad interessi passivi, non consente di disporre
neanche di mezzo copeco per finanziare tutte le fantasticherie dei giallo-fucsia.
Si spera, con la potente
infornata di ministri europeisti, capitanata dal titolare del dicastero
economico Roberto Gualtieri, di spuntare qualche mezzo punto di flessibilità in
più, in una congiuntura per altro favorevole visto che anche l’austera Germania pare abbia bisogno di fare del deficit (almeno
50 miliardi) utile a far ripartire la
sua economia impantanatasi nelle secche da essa stessa create. Infatti se per spuntare guadagni spropositati impoverisci i tuoi clienti esteri ,tanto da
non consentirgli più di acquistare i tuoi prodotti, se metti sul lastrico i tuoi clienti interni a
colpi di decurtazione di diritti e salari, tanto da costringere anch’essi a non
comprare più nulla, è normale che, prima o poi, ti
trovi in braghe di tela .
Si spera nel tesoretto dei soldi risparmiati da
quota 100 e di un nuovo corso europeo teso a modificare le regole del patto di
stabilità, da rendere meno rigido e vincolante per investimenti pubblici necessari a finanziare politiche espansive . Si confida nella nuova ondata di acquisto di debito pubblico da parte della BCE guidata dalla neo
presidente Christine Lagarde. Briciole.
Se si arriva a tirare su 10-15 miliardi
è grasso che cola. Considerato che solo per scongiurare l’aumento dell’IVA ne servono 24 le conclusioni arrivano di
conseguenza.
Perché, anziché cianciare di flessibilità e golden rule per gli
investimenti sulla green new deal, non s’impone una moratoria sul pagamento
degli interessi sul debito per 5 anni, quello almeno detenuto dalla BCE? Si
risparmierebbe una cosuccia come 40 miliardi l’anno, centesimo più centesimo
meno, altro che Quantitative Easing!
Ovviamente di tutto ciò non c’è traccia nel piano di governo.
Come poco, della tanto invocata discontinuità, si rileva
nel capitolo che riguarda i decreti sicurezza dove si legge che” è
necessaria la definizione di una organica normativa che persegua
la lotta al traffico illegale di persone e all'immigrazione clandestina, ma che
- nello stesso tempo - affronti i temi dell'integrazione. La disciplina in
materia di sicurezza dovrà essere rivisitata, alla luce delle recenti
osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”. Cioè campa
cavallo!!!! Perché per una legge organica occorre tempo. Intanto ogni volta che una nave delle ONG si avvicinerà alle acque
territoriali, continuerà lo squallido teatrino dei porti chiusi e dei tira e molla su dove far sbarcare gli
immigrati, provati e prostrati dalla permanenza nei lager libici. Fortunatamente
a scrostare la legislazione dalle barbarie dei decreti sicurezza ci penserà la
Corte Costituzionale, chiamata ad esprimersi sulla incostituzionalità, per altro
conclamata, delle farneticazioni
salviniane, da due ordinanze: una emessa
un giudice di Milano, l’altra dal tribunale di Ancona.
Alla luce di questi rilievi appare evidente
che gli obiettivi di questo governo non vertono sul benessere dei cittadini, ma
su qualcosa d’altro. Non è il mantenimento delle poltrone, o almeno lo è in
minima parte. Il governo giallo-fucsia,
è nato per mantenere gli equilibri delle correnti interne ai partiti spiazzati dall’improvviso
autogolpe salviniano .
Renzi, evitando le elezioni , ha salvaguardato il suo
potere di condizionamento del partito attraverso la pattuglia parlamentare a
lui fedele . Zingaretti, invece, avrebbe preferito votare in modo da
candidare uomini suoi, togliendo il controllo di Deputati e Senatori dem dalle mani dello stesso Renzi. Alla
fine temendo l’ennesima batosta nelle urne il segretario ha salvato capra e
cavoli, cedendo all’ex premier di
Rignano , ma proponendosi come grande tessitore e mediatore con gli sprovveduti
grillini a salvaguardia della tenuta democratica del Paese.
Nei 5 stelle alla fronda dei
parlamentari, non troppo incline a perdere la poltrona in caso di non
ricandidatura e dunque contrarie ad elezioni, si è opposta la fazione Casaleggio al quale nuove elezioni avrebbero assicurato
ulteriori profitti alla piattaforma Rousseau, con Di Maio battitore libero
favorevole o contrario alle governo giallo-fucsia a seconda degli umori di
giornata, comunque con il fermo proposito di rimanere aggrappato quanto più
possibile alla poltrona. La soluzione
del "Bisconte" è stata quella più confacente all’equilibrio delle correnti
interne ai partiti. Questa è la ragione sociale del nuovo governo e non
altre.
Infine una notazione su quei
deficienti che stavano in piazza ieri mattina invocando elezioni in nome del rispetto della
sovranità popolare che, ricordiamo, si esprime attraverso elezioni, magari svolte con una legge proporzionale, e
non seguendo i sondaggi. Le manifestazioni di piazza sono una cosa seria. Prima di scendere a protestare che si vada a
studiare che si rivendichino istanze vere
! Infatti, nonostante questo esecutivo sia
un obbrobrio, è l’espressione del Parlamento e, fino a prova contraria, la
nostra è una Repubblica Parlamentare, dove si vota per i rappresentanti di
Camera e Senato, non per i governi. Il dramma è che questa sguaiata manifestazione, fra
saluti fascisti (fuori legge) e crocifissi ostentati a mo’ di talismani
esorcisti, è stata organizzata proprio
da rappresentati eletti in Parlamento. Che pena!
Personalmente, se dovrò scendere in piazza, lo farò insieme a chi è
convinto che per assicurare dignità,
uguaglianza, benessere sociale ed economico a tutti i cittadini, sia necessario smantellare totalmente le politiche
liberiste che, da trent’anni almeno, hanno
vessato e impoverito la maggioranza della popolazione. Ciò è oggi ancora più necessario visto che il
governo giallo-fucsia ha realizzato la tanto invocata unità
della sinistra (Pd, LeU, quindi Si, con
la possibile confluenza di Rifondazione come
alle europee).
Quella sinistra che, spacciando il riformismo come efficace strumento di controllo della voracità capitalista, ne
asseconda le peggiori rapine. Finalmente
nelle piazze a combattere la privatizzazione del profitto e la socializzazione
delle perdite, a contrastare il potere delle banche, degli hedge fund, della speculazione finanziaria , ci va chi è ben
connotato, fuori da quell’ambiguità
di una cosa che oggi definiamo sinistra ma che agisce non in nostro nome.
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