Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 7 maggio 2011

Sciopero e story telling

Luciano Granieri


The day after lo sciopero del 6 maggio a Frosinone merita oltre che il contributo fotografico-musicale alcune riflessioni. E’ bastato il timido stormir di fronda della Cgil,  che è riuscita dopo lungo travaglio  ad indire uno sciopero generale di sole quattro ore, per risvegliare le masse ciociare  sopite da una vita  medio- borghese, popolata  dal  gratta e vinci, e cambiali, ma povera di certezze nel futuro. La grande partecipazione alla manifestazione del 6 maggio dimostra quindi che sotto la cenere del “tutto va bene madama la marchesa”  cova un brace più che bollente, pronta a eruttare e a travolgere tutto. Ciò  è naturale se si considera la transizione, indotta dalla globalizzazione,  del nostro territorio da comparto agricolo a zona altamente industrializzata. Grazie alle prebende che vari governi, nazionali e locali,  hanno elargito  a industrie e multinazionali , i contadini ciociari sono  diventati operai entrando  nella moltitudine  fabbriche che hanno invaso il territorio.   Hanno lasciato i loro campi che venivano inesorabilmente distrutti dalla cementificazione selvaggia. Quindi  la legge brutale del capitale ha prodotto la delocalizzazione delle imprese verso altri lidi.  Questi manager illuminati, dopo aver investito gli ingenti   fondi pubblici in  speculazioni finanziarie, pieni di soldi scippati alla comunità,  hanno smantellato baracca e burattini, sono scappati via secondo la logica del “PRENDI I SOLDI E SCAPPA”. L’operaio, ex contadino, ciociaro si è ritrovato  senza fabbrica, senza terra, con enormi ecomostri carichi di amianto da smaltire. L’insoddisfazione latente  è stata soffocata da un quindicennio di story telling berlusconiano, per cui bastava essere intraprendenti, anche delinquenti se necessario, per raggiungere il successo. Qualcuno  ci ha creduto e  si ritrova indebitato fino al collo, quando non vessato dagli usurai, qualcun’altro ha preferito rimanere a stipendio subendo anno dopo anno il deperimento del proprio salario contro l’accresciuto orario di lavoro. Ed in quindici anni si è ritrovato a lavorare tutto il giorno e tutta la notte con una retribuzione che non gli consente di campare, qualora non fosse incappato nel perverso ingranaggio del licenziamento. Il progressivo deperimento delle condizioni di vita sta sempre più soffocando lo story telling del Cavaliere. E un minimo di condivisone sta coinvolgendo i poveri di oggi. Questi cominciano a capire che non è il caso di farsi la guerra reciprocamente ma di combattere la causa  vera della loro disperazione. Ecco dunque che  in Ciociaria  e in tutta Italia, lo sciopero di quattro ore diventa di otto. Le maestranze della Videocon, della Siap Man made,  della Fraschetti e di molte altre aziende del territorio, cominciano a comprendere  quanto sia  fondamentale trasferire in piazza le rivendicazioni , a loro si uniscono studenti, insegnanti , ma anche piccoli imprenditori. Vedere tanta variegata gente in piazza dovrebbe convincere, i movimenti di opposizione ad operare finalmente in favore dei loro rappresentati e dovrebbe spingere i sindacati a tutelare i lavoratori invece di fare i passacarte del governo e di confindustria. In mancanza di questa presa  di coscienza il rappresentato senza rappresentanza si rappresenta da solo e non sempre in modo pacifico.




Foto: Fausta Dumano
Editing: Luc Girello
Musica: Por el Suelo, Por donde Salda el Sol,  Welcome to Tijuana,  Mala Vida 
            di Manu Chao

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