Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 14 ottobre 2013

L'ipocrisia di una tumulazione negata

Luciano Granieri

Quanta ributtante ipocrisia sta tracimando dalla querelle sulla sepoltura del boia assassino delle Fosse Ardeatine Erich  Priebke. 

Dopo che  il  servo vigliacco, responsabile con Kappler  e le altre bestie naziste,  della morte di 335 persone innocenti, è riuscito a vivere  serenamente   senza che nessuno gridasse allo scandalo  -  prima a Bolzano   poi,  grazie ai buoni uffici del parroco di Santa Maria della Pace,   in Argentina a San Carlos de Bariloche, ed infine  in una tranquilla residenza   romana di Via  Cardinal Sanfelice a scontare un sereno ergastolo , accudito dai figli, con la concessione di raccomandare la sua anima insanguinata  in chiesa ogni domenica  e con le visite osannanti della disgraziata marmaglia neofascista   -  nessuno vuole compromettersi sporcandosi le mani con la pala necessaria per scavargli la fossa.  

Non la chiesa che pure non si è fatta scrupolo in passato di offrire salvacondotti a dittatori  e assassini nazisti della peggior specie, Priebke compreso, non l’Argentina paese in cui il boia assassino è vissuto serenamente senza neanche il peso del rimorso,  e nemmeno la Germania sua terra natale.  

Che grande ipocrisia!  Il boia che da vivo è stato accettato senza tanti distinguo, a volte trasformato da carnefice in vittima da un odioso  revisionismo storico,  da morto fa schifo a tutti. Una ordinanza emessa dal comune di Roma nel 1979 imporrebbe la sepoltura  di Priebke in un cimitero romano. Infatti secondo questa norma chi muore entro le mura della città eterna ha diritto di sepoltura a Roma. 

Il sindaco Ignazio Marino, pur di non farsi carico della   buca dal boia nazista,  intende derogare a questa legge,  neanche il sindaco di Pomezia è disposto ad accogliere la salma assassina nel cimitero che ospita i cadaveri di altri  assassini  tedeschi.  Forse uno spiraglio potrebbe aprirsi in quel di Fondachelli  Fantina un paesino in provincia di Messina,  pare che il primo cittadino si sia offerto di  donare umana sepoltura ad un reietto che  invece alle sue vittime non ha concesso neanche questo pietoso  atto. 

Infatti i cadaveri delle Fosse Ardeatine non furono sepolti ma sotterrati sotto le macerie della grotta fatta esplodere dopo l’eccidio, in modo da negare oltre che la vita anche la loro  identità. In queste ore si deve anche sopportare l’insulto del figlio Jorge che vorrebbe tumulare  il padre addirittura in Israele.  

Il sindaco di Roma Ignazio Marino sostiene che seppellire Priebke a Roma  costituirebbe un insulto per i cittadini Romani e inoltre la tomba del boia potrebbe diventare oggetto del pellegrinaggio della peggior marmaglia nazifascista.  Dimentica il sindaco Marino che di insulti il popolo antifascista romano e italiano in genere ne ha sempre dovuti subire e sarà destinato a subirne ancora. 

La realtà è che l’antifascismo non è mai stato un valore veramente condiviso nel nostro Paese. Anzi  non raramente gli antifascisti sono tacciati di veterocomunismo  anche  da sodali dello stesso partito del nuovo sindaco di Roma (Violante docet) , gli antifascisti spesso sono messi alla gogna   come  gente violenta intransigente ad ogni tipo di pacificazione e ostinata nel rifiutare una realtà che vuole gli echi della lotta partigiana ridotti  a corollario di un passato dimenticato, anzi,  forse mai esistito. 

Come definire la consegna della città di Roma per cinque anni al sindaco fascista Alemanno se non un insulto? Come  qualificare la presenza nei vari governi repubblicani di esponenti  reduci della Repubblica di Salò se non uno sfregio alla natura democratica e solidale della nostra Costituzione?  

Invece di fare a gara nel rifiutare la salma del boia, sarebbe meglio che amministratori pubblici, politici,  intellettuali, si adoperassero affinchè vengano  finalmente rispettate le norme di attuazione  della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, fra cui a legge Scelba che punisce l’apologia del fascismo.  Cominci il sindaco Marino a cacciare i fascisti di CasaPound  dal Palazzetto dell’Esquilino gentilmente regalato loro dal camerata Alemanno,  si chiudano i covi dei fascisti del terzo millennio presenti nelle altre città, così come le sedi di tutte le altre bande  fasciste tipo Forza Nuova,  Fiamma tricolore. 

Si neghino le piazze a questi reietti della società portatori dell’incultura della violenza, dell’intolleranza.  Non si consenta lo scempio di vedere i simboli di questi nostalgici sulle schede elettorali.  Solo così sarà possibile evitare la profanazione dei valori democratici scritti nella Costituzione, al di là delle beghe sul dove sotterrare una ributtante  putrida “rogna”  nazista.

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