Sulla vergogna che il genocidio dei migranti sta gettando su
l’intera umanità vorrei lanciare una serie di provocazioni.
Agli organi d’informazione.
Questa è una vicenda estremamente drammatica che non merita
di essere derubricata a tafferuglio mediatico dalle
squallide posizioni di leghisti, fascisti e affini. Non è possibile sopportare
ogni giorno i deliri beceri di certa
feccia elettoralmente opportunista.
Capisco che per i media mandare in scena le liti con Salvini, la Meloni, la Santanchè da una parte, e il piddino di turno ammaestrato
da Renzi dall’altra, può aumentare l’audience o la tiratura del
giornale, ma è un esercizio squallido e pericoloso. Perché iniettare dosi così massicce di
odio sociale crea gravissimi danni ad una
decente convivenza civile. Per cui, sollecito gli organi di informazione ad
oscurare le provocazioni leghiste e fasciste. Non mandatele in onda, non
parlatene. Censurare le idee non è democratico, ma censurare certi deliri
fondati sull’odio forse si.
Ai governanti ossessionati dai muri.
Ci rivolgiamo agli Orban e alle Theresa May e compagnia
cantando. Il flusso di immigrati è ormai un fiume in piena. Troppa la
disperazione esportata in Africa e in
Medio Oriente attraverso il fiorente mercato delle armi che arricchisce le
industrie occidentali, troppa la devastazione causata dalle guerre funzionali
alla salvaguardi degli interessi delle multinazionali. L’impeto di un fiume
così tumultuoso non può essere fermato da nessuna barriera né da vergognose
marchiature sui rifugiati. I muri provocheranno solo la deviazione del flusso,
costringendo i migranti a cercare nuove vie per giungere in occidente. Strade e
rotte sempre più pericolose sempre più in balia di traghettatori senza
scrupoli pronti a lucrare sulla umana
disperazione.
Ai governanti che pretendono di scegliersi il rifugiato da
accogliere.
In particolare mi rivolgo alla Merkel, che ha deciso motu
proprio una sospensione ad hoc per la Germania degli accordi di Dublino.
Secondo il principio dell’"euimmigrazione",
susseguente al principio dell’eugenetica di hitleriana memoria, potranno
avere diritto di asilo in Germania solo i profughi Siriani, i più istruiti e benestanti. Per gli altri continuano a valere gli
accordi di Dublino e dovranno essere trattati come al solito dai Paesi di
approdo. E’ una posizione pericolosissima e disumana distinguere fra immigrati
di serie A e serie B, con una modalità per altro completamente al di fuori di
ogni trattato europeo. Ma la Germania
può tutto.
Al popolo della sinistra se ancora esiste.
Nei giorni scorsi in Austria, non una nazione propriamente
bolscevica, perfino i poliziotti hanno
partecipato ad una manifestazione di 20.000 persone contro l’inumano
trattamento dei rifugiati. Negli stadi di calcio i tifosi,
una categoria che di solito non brilla per umanità e sensibilità a certi temi, hanno
esposto striscioni di solidarietà agli immigrati. Gran parte degli spalti del
campionato tedesco esibivano striscioni con la scritta “Welcome Refugees”. E
noi, mi ci metto anch’io, continuiamo a sopportare la vergognosa disumanità di
questa piaga, avvelenata anche dalle farneticazioni leghiste e fasciste, senza
muovere un dito. Eppure l’accoglienza , la condivisione, la solidarietà
sociale, sono valori fondanti di una certa idea di sinistra. E allora cosa
aspettiamo a scendere in piazza, ad occupare il Cara di Mineo, o il porto di
Pozzallo, per gridare la nostra rabbia contro quel capitalismo ultraliberista
che sta producendo il genocidio? Dove sono i movimenti pacifisti che riempirono le piazze per protestare contro la guerra in Iraq? E quelli di Sel, di Possibile, dell’altra
Europa per Tsipras, quelli di Rifondazione e il nuovo Partito Comunista d’Italia? Come intendono muoversi quelli di Sinistra Anticapitalista
o del Pcl di Ferrando, i Carc e quelli di Alternativa Comunista? E’ possibile che i poliziotti austriaci siano
più sensibili di noi a certi valori? Muoviamoci, organizziamoci, scendiamo in
piazza! Il genocidio di milioni di persone non merita solo l’indignazione e le
denunce dai social network, ma esige una
mobilitazione enorme. Proviamo ad organizzarci, magari nelle singole città per
poi confluire in una manifestazione nazionale più grande. Muoviamoci!
Nessun commento:
Posta un commento