John Coltrane e Chet Baker, due jazzisti agli antipodi.
Coltrane è stato uno dei più prolissi improvvisatori di tutta la storia del jazz. E’
una definizione che rubo a Miles Davis, il quale descriveva Coltrane come un
fiume in piena, pronto a riversare la sua alluvione di arpeggi sulle percezioni
emotive sugli ascoltatori. Coltrane, come Parker, non esauriva mai la sua vena
creativa, neanche dopo aver suonato per ore. Prolisso non è la definizione più giusta , perché a
differenza di colui che parla molto e
spesso a vanvera, la musica di Coltrane era un profluvio carico di note, un
torrente in piena mai banale, sempre gravido di una potenza creativa nuova,
originale. Anche Chet Baker aveva un
potenziale di suggestione emotiva enorme. La sua musica, a differenza di quella
di Coltrane, toccava il cuore non
attraverso arpeggi al fulmicotone o rivoluzionarie soluzioni armoniche, ma
grazie all’intonazione di una semplice terzina, di una nota piegata. Chet Baker
sapeva incantare con il suo attacco incerto, il suo incedere indeciso ma
toccante. L’atmosfera che si crea ascoltando le note lunghe e sinuose della
tromba di Baker, il suo canto
particolare e prezioso è unica, irripetibile.
Propongo di seguito due accorate poesie dedicata l’una a Coltrane da C.
Freddington e l’altra dedicata a Baker scritta da Alant Yount. Accompagnate
evidentemente da due eccellenti contributi filmati.
Good Vibrations.
John Coltrane,” by Olga Tsarkova The Runner Per John Coltrane c. Freddington |
L’incedere del movimento
comincia.
Una mente chiara e consapevole e a fuoco
davanti c’è il
sentiero limpido vuoto e silenzioso.
Lento all’inizio dal
respiro stabile
passo dopo passo attraverso un mutamento
esponendo un motivo
soffiando duramente
come a costruire un' intensità
pensieri consapevoli entrano ed escono
il ritmo si affretta
il campo si restringe
la fatica è superata
la linea del traguardo è in vista e poi non lo è più
la mente, le dita, e il sassofono convergono
accelerando insieme
ogni differenza è abbandonata
solo il viaggio rimane
avanzando alla velocità della luce
verso il bisogno primario
l’ossessione di comporre
ll bisogno di creare.
Chet Baker by Olga Tsarkova |
Quando sei volato fuori dalla finestra
una poesia dedicata a Chet Baker da
Alan Yount
Quando sei volato fuori dalla finestra
mi hai costretto a
rinunciare a te
(forse non avrei dovuto)
Quando il recente
film a te dedicato
è uscito, ognuno di
noi
ha creduto che Ethan Hawke
fossi tu in
“born to the blue”
Quando la tua bocca e
le tue gengive
hanno soffiato con denti posticci
(hai dovuto acquisire un nuovo metodo
d’imboccatura)
è stato molto più di un film
stavo realmente precipitando
essendo
anch’io un suonatore di tromba.
Al momento
ho molti dei tuoi CD
ristampati
non potrei mai far uscire i brani dal mio cervello
mentre anch’io li sto suonando
*****
Pensando ancora alla tua fine ….
l’immagine nella mente rimane immutabile…
tu stavi suonando e cantando “My Funny Valentine”
seduto sul davanzale
*******
Ascoltando molto più della tua musica
non avrei dovuto abbandonarmi a te
Tu troppo cattivo
sei sbiadito troppo rapidamente
…. E hai smesso di suonare
“il brivido è scomparso”
“staremo insieme ancora”
“perdiamoci”
Oppure lentamente “ti vedrò”
o ancora…anche…come sento
sul mio flicorno
suonando lievemente,
in una difficile tonalità calma e scomoda,
la sua canzone
“Tutto o niente”
“qualcosa che sarebbe potuta accadere”
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