Sarebbe bello riuscire a tradurre in segni, colori,
sfumature, contrasti, le vibrazioni sonore che giungono dalle improvvisazioni dei più grandi jazzisti del mondo. Sarebbe
bello certo, ma richiederebbe una
sensibilità artistica fuori dal comune. E’ necessario mettere in sintonia due
stimolazioni emotive distinte, percezioni di diversa natura. Il sentire,
l’ascoltare, devono tradursi nei gesti
che producono segni sulla tela, elementi di una
traduzione visionaria in grado di disegnare un arpeggio, una scala pentatonica, un glissato.
Il giornalista musicale Ashley Kahn qualche
tempo fa ebbe a dire: “Non è facile
tradurre il suono in una immagine…..Olga e Massimo hanno trovato il modo di
farlo” Ma chi sono Olga e Massimo? Kahn si riferiva a Olga Tsarkova e Massimo Chioccia, due pittori
di arte moderna, ma anche due appassionati di jazz. Passioni che, nel loro caso
, si sono contaminate dando luogo ad
un’esperienza pittorica forse unica.
Le opere di Tsarkova e Chioccia hanno trovato grandi
estimatori sia in Italia che oltreoceano. I due artisti hanno firmato il manifesto per una delle
manifestazioni di jazz più importanti al mondo, il Newport Jazz Festival. Da anni le loro opere sono esposte nel
leggendario Birdland di New York.
Olga Tsarkova e Massimo Chioccia sono una coppia oltre che nell’arte, anche
nella vita. La loro bottega di Orvieto è diventato un crogiolo ribollente di
creatività dove arte figurativa e musica si fondono creando qualcosa di
veramente unico. I loro quadri, non solo riproducono la forza improvvisativa che arriva dallo strumento
musicale, ma anche il vasto campionario di espressioni, movenze
che i visi e i corpi dei musicisti, impegnati nel loro atto creativo, rimandano
alla fantasia dei due artisti.
Godere dell’opera di Olga Tsarkova e Massimo
Chioccia e magari provare a ricondurre la stimolazione visiva a quella sonora
guardando i loro quadri di John Coltrane,
di Parker, piuttosto che di Marcus Miller, potrebbe essere un’esperienza stimolante. Io
ho provato a farlo nel video che segue.
Il brano che accompagna lo scorrere delle opere di
Olga Tsarkova e Massimo Chioccia è “Detroit”, tratto dall’album di Marcus
Miller “Renaissance”. Ho scelto un pezzo non propriamente jazz, ma spiccatamente funky,
perché la galleria dei musicisti ritratti da Olga è Massimo va oltre il jazz, comprende anche rocker,
bluesman e lo stesso Marcus Miller. Per cui un po’ di buon sano jazz-rock mi è sembrato più rappresentativo.
Good Vibrations
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