Marina Navarra, Resp.
politche ambientali PRC
Lo scorso Sabato 8
luglio circa tremila persone sono scese in piazza a Colleferro per contestare
la riattivazione degli inceneritori di Colle Sughero. Un corteo, allegro, ma
determinato, nonostante la canicola, si
è radunato in Piazza della Repubblica e ha raggiunto Colleferro Scalo,
quartiere dove sorgono i due impianti. Gli organizzatori della manifestazione
hanno raccomandato di non esporre
simboli di partito per evitare
strumentalizzazioni politiche e dinamiche divisive attorno a temi, come la
salvaguardia della salute e dell’ambiente,comuni a tutti i cittadini. Decisione
discutibile ma accettata dalla federazione Provinciale di Frosinone del Partito
della Rifondazione Comunista che ,raccogliendo l’invito degli organizzatori non
ha esposto il proprio simbolo ma ha partecipato massicciamente con molti suoi militanti. Era doveroso
esserci. Per sollecitare il rispetto
dell’art.32 della Costituzione che impegna la Repubblica alla tutela della
salute dell’individuo e dell’intera collettività. Ricordiamo che nei quindici
anni di attività degli impianti, prima che nel 2009 un’indagine per traffico
illecito di rifiuti ne bloccasse il funzionamento, l’abnorme quantità di
diossina e sostanze tossiche emesse nell’atmosfera ha provocato un aumento
dell’86% di malattie respiratorie nel territorio . Era necessario manifestare
contro l’intera gestione dei
rifiuti basata sulle obsolete pratiche
dell’incenerimento e dello smaltimento in discarica, perché tali procedure sono
nocive alla salute e antieconomiche. Una
gestione virtuosa muove in una direzione totalmente opposta e comprende, oltre
alla raccolta differenziata,
l’insediamento nel territorio di impianti utili al recupero di ciò che
oggi finisce in discarica o bruciato e
offrirebbero nuova e buona occupazione. Ciò comporterebbe però l’impiego
di finanziamenti pubblici, non
finalizzati ad un immediato ritorno economico ma al benessere dei cittadini...è
questo che è incompatibile con la natura iperlibersita dei governi a guida Pd,
sia nazionale che regionale. Il decreto Sblocca Italia, licenziato Renzi nel
2014, impose il riavvio degli inceneritori di Colle Sughero e fu la Regione
Lazio,responsabile del piano regionale,a ratificare il provvedimento. La riattivazione degli impianti sarà finanziata dalla Regione attraverso la
ricapitalizzazione di Lazio Ambiente, una Spa di cui la Pisana è proprietaria
al 100%. Alla messa in funzione di uno
dei due malsani camini contribuirà anche il comune di Roma, attraverso AMA, che
ne è proprietaria al 40%. In realtà tutta l’operazione si rende necessaria
perché la Regione Lazio ha intenzione di cedere quota azionarie della Lazio
Ambiente Spa a società private che già possiedono altri impianti di
incenerimento. Due inceneritori funzionanti
da aggiungere all’arsenale costituiscono un incentivo clamoroso per chi
volesse acquisire la società della Regione. Siamo al solito gioco di
sacrificare il bene pubblico al profitto
privato. Uno scenario già visto e in linea con il carattere liberista che
affama la popolazione e tutela gli interessi del grande capitale. Per questo
motivo la federazione provinciale di Rifondazione Comunista di Frosinone
intende inserire la battaglia per il diritto alla salute e alla tutela
ambientale, in uno scenario più ampio che ha come obiettivo la lotta al
capitalismo e ad un iperlibersimo
predatorio e crudele. Siamo convinti che solo una visione globale delle
dinamiche di sfruttamento può determinare la possibilità di
ottenere eguaglianza sociale e
redistribuzione del reddito e per questo
ci batteremo strenuamente come abbiamo sempre fatto, con tenacia,
determinazione e caparbietà.
video di Luciano Granieri
video di Luciano Granieri
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