Amici risparmiatori, investireste in azioni Acea? La gestione della risorsa idrica che la multi
utility romana sta portando avanti nel Lazio, e in particolare a Roma e
Frosinone, attraverso le proprie controllate, Acea Ato2 e Acea Ato5 è
assolutamente deficitaria. Com’è noto per evitare di lasciare la città di Roma
a secco si sta svuotando il lago di Bracciano e, nonostante ciò, nella Capitale
l’acqua è razionata. Le fontanelle tipiche di Roma i cosiddetti “nasoni”
sono state chiuse.
La Regione ha vietato ad Acea la captazione
idrica nel lago di Bracciano per non comprometterne definitivamente l’eco
sistema , la riposta della società di
Via Ostiense è stata perentoria, senza l’acqua del lago Roma
rimarrà definitivamente a secco. La ragione della mancanza di flusso idrico è
dovuta anche alla notevole dispersione determinata da una rete vecchia
di 30 e, in alcuni casi, di 50 anni. Il 40% dell’acqua di Roma finisce per
le strade. La stessa situazione si verifica a Frosinone, anzi qui è peggio, la
dispersione arriva al 70%.
Dunque, l’acqua non arriva perché si disperde, il lago di Bracciano rischia di
scomparire per i prelievi continui. Stiamo
descrivendo un servizio inefficiente e dispendioso. Se una società incaricata
di distribuire la risorsa idrica in città non riesce a svolgere il proprio
compito, ma anzi crea disagi allagando le strade e prosciugando i laghi significa che non è efficiente . Alla luce di quanto detto ripeto la
domanda ai risparmiatori. Comprereste la Azioni di Acea? Una risposta
esauriente arriva dalle maggiori banche d’affari i quali consigliano caldamente
di investire nella multi utility romana . Come si giustifica questo invito ad
acquisire quote di un’azienda così inadempiente?
E’ la finaziarizzazione dei servizi bellezza! Quello che si voleva evitare con il referendum del 2011.
Le cose stanno
così. Per risolvere il problema, o iniziare a risolverlo, sarebbero necessari
investimenti per il ripristino e l’ammodernamento della rete. Ma se ciò
avvenisse calerebbero i dividendi degli azionisti. Acea attraverso la sua
controllata Ato2 realizza a Roma un utile di 70 milioni di euro l’anno. Il 94%
di tali utili non viene investito per aggiustare una rete colabrodo, ma finisce
dritto nelle tasche dei soci azionisti.
E se proprio fosse necessario qualche soldo per manutenzione Ato2, e le altre controllate, possono chiedere
un finanziamento ad Acea-holding la finanziaria del gruppo, la quale concederà
il prestito alla sua controllata (praticamente a se stessa) addebitando gli
interessi sulla fattura degli utenti , cioè sulle spalle di tutti i cittadini.
Tanti
soldi in bolletta (compresi gli interessi di un eventuale prestito) poca acqua
erogata, e pure male, ecco che il margine per gli azionisti diventa più che
appetibile, mentre i cittadini devono fare i conti con rubinetti a secco e
strade allagate. Se quei 70 milioni di
euro venissero reinvestiti nell’ammodernamento della rete e nel miglioramento
del servizio, i cittadini ne godrebbero in termini di utilizzo dell’acqua e di
risparmio nella tariffa, ma gli azionisti vedrebbero pochi soldi e ciò non va
per niente bene. Gli advisor finanziari non consiglierebbero di investire in
Acea, e si sa, bisogna sempre accontentare gli investitori anche a costo di costringere la gente a morire di sete.
Un altro fatto
curioso e surreale è che per scongiurare il blocco dell’erogazione idrica a Roma
- minacciato da Acea a seguito del divieto imposto dalla Regione Lazio di
prelevare l’acqua dal lago di Bracciano - le parti (Acea e Regione) sono state invitate dalla
sindaca di Roma Virginia Raggi in Campidoglio
per un confronto finalizzato a far rientrare l’emergenza. Ma Virginia Raggi, come sindaco
di Roma, non è il maggior azionista di Acea con il 51% delle quote?
Non è un soggetto terzo, è, o
dovrebbe essere, essa stessa Acea.
Eppure sono gli azionisti privati di minoranza a dettare le regole (GDF Suez e
Caltagirone), come se il socio di maggioranza non esistesse. Che ci faceva la
sindaca Raggi seduta fra le parti? Sarebbe dovuta stare nel lato di Acea come maggiore azionista ad esigere che i
dividendi, pure spettanti al Comune di Roma, fossero investiti nel
miglioramento del servizio. L’aveva detto in campagna elettorale( VEDI QUI). Qualora fosse diventata sindaca, Virginia
Raggi avrebbe cambiato il management di
Acea e avrebbe iniziato ad investire nel
miglioramento delle reti. Promesse da marinaio? Forse, promesse di un
marinaio che governa una barca ormai in secca.
Le immagini del video che segue sono state riprese martedì lunedì scorso 25 luglio in Via Gianturco a Rona, vicino a Piazzale Flaminio.
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