La storia che vogliamo raccontarvi è una squallida e sordida
vicenda che coinvolge servizi segreti e
movimenti fascisti collusi con le istituzioni. Qualcuno potrà obbiettare che
siamo nostalgici della teoria complottista vetero-anni ’70 (Piazza Fontana,
Piazza delle Loggia, operazione Blue Moon, Strage di Bologna). Forse, da
inguaribili comunisti, sostenitori convinti delle stragi di Stato qualche
retaggio schizofrenico ce l’avremo , ma questa storia non è così campata in
aria, anzi. Diversi documenti e note di stampa (non del “manifesto” o del “Fatto” ma di “Famiglia Cristiana”) svelano
una dinamica, vecchia per certi versi, ma nuova per certi altri. La novità sta
nel fatto che la formazione di destra coinvolta non è collusa solo con uno
Stato, ma con tutto l’establishment europeo.Lo scopo di questa azione è semplice: Discreditare le Ong, che si
adoperano per salvare le vite di migranti nel Mediterraneo ,
attraverso la redazione di dossier infamanti , e la programmazione di azioni in mare finalizzate
a sabotare le procedure di salvataggio.
Ma veniamo ai protagonisti. La" Imi Secuity Service", gestita da tale Cristian Ricci
, è un’agenzia al soldo del capitale privato. Fornisce masnadieri pronti a combattere,
senza risparmio di piombo, contro atti
di pirateria che dovessero coinvolgere mercantili e navi cargo impegnate nel
trasporti di beni e merci nelle rotte marittime a rischio. Quello che facevano
i marò a bordo della petroliera Enrica Lexie , quando, a largo delle coste di
Kerala, spararono contro un natante indiano (la St.Anthony), che avevano
scambiato per nave pirata, uccidendo due membri dell’equipaggio di uno scafo che si sarebbe rilevato un innocuo
mercantile. L’unica differenza è che mentre i marò li paghiamo noi questi sono
foraggiato da capitali privati, ma il senso di un predisposizione alla violenza
e alla prevaricazione non cambia.
Un altro attore nella vicenda è il movimento "Defend Europe" una rete di nazifascista continentale. Non quattro fascistelli
coglioni tipo Casapound, ma un’organizzazione che è al soldo dei servizi
segreti di mezza Europa. Defend Europe
dispone anche di una nave, la C-Star. Un mercantile di 40 metri battente
bandiera mongola noleggiata per 60mila euro da un simpatizzante britannico
presso l’armatore Marittime Global
Service Ltd. Rappresentante legale è lo svedese Sven Tomas Egerstrom legato a
società la cui specialità è la difesa privata con impiego di ex militari russi
e ucraini.
La C-Star dovrebbe arginare il trasporto dei clandestini, monitorare e bloccare le Ong e distruggere le imbarcazioni vuote, in modo che non possano essere
riutilizzate dagli scafisti. La costola
italiana di Defend Europe è “Generazione Identitaria” il cui portavoce è, insieme
proprio a Cristian Ricci gestore della Imi, l’ex ufficiale di marina Gian Marco
Concas, il vero e proprio direttore tecnico dell’operazione della
rete europea anti immigranti in Mediterraneo . Nell’associazione,
collegata alla Imi, insieme a Concas, militano
diversi contractor con alle spalle molte
esperienze militari .
Questo il quadro
dei protagonisti e ora passiamo agli eventi. La Imi Security Service assume, in
febbraio, due agenti sotto copertura
tali Lucio Montanino e Pietro Gallo e li
imbarca sulla nave Vos Hestia, di Save the Children, come responsabili della
sicurezza. E’ vero che tutte lo Ong non sono uguali infatti Save the Children
con il suo consiglio direttivo ricco di finanzieri, assicuratori,
amministratoti di multinazionali, qualche problema di credibilità ce l’ha . La Vos Hestia, anziché
preoccuparsi di salvare gente in mare, si mette alla costole della Juventa una
nave gestita dalla Ong tedesca Jugend Retter, composta da giovani volontari 20-26 anni che hanno acquisito l’imbarcazione
grazie ad una complicata a tenace campagna
di crowdfunding.
Dalla Vos Hestia, i due agenti sotto copertura dell'Imi e un operatore
di Save the Children fotografano e filmano le operazioni che si svolgono attorno alla Juventa. In particolare si vede la barca degli
scafisti che accosta alla nave tedesca ferma vicino alle coste libiche, vengono trasferiti
gli immigrati dal gommone alla nave e gli scafisti ripartono con il loro canotto
vuoto. Dopo di che un’imbarcazione più
grande imbarca gli immigrati dalla Juventa per portarli verso porti sicuri. Ad
uno di questi trasbordi, pare abbia partecipato anche il natante di Medici Senza Frontiere, Ong che si è
rifiutata di firmare il codice di comportamento voluto da Minniti.
Ecco dunque
le prove dei reati cui si sarebbero macchiati gli operatori della Jugend Retter
a bordo della Juventa. Questi consistono: nell’essersi avvicinati troppo alle
coste libiche, nel aver imbarcato i migranti anziché lasciarli affogare , nel
non aver sparato agli scafisti, nel non aver distrutto il loro barchino. Però l’obiettivo
di un’organizzazione umanitaria è quello di salvarle le persone, non di sparare
addosso a chicchessia o distruggere alcunché
. All’inizio dell’inchiesta si ipotizzava che la Jugend Retter avesse preso dei
soldi dagli scafisti per svolgere la funzione di “taxi del mare” così dissero
grillini, leghisti e anche qualche
piddino nazional-populista. Questo si sarebbe stato un reato, "traffico di esseri umani" ma gli
inquirenti che si occupano delle indagini sulla Ong tedesca hanno escluso
qualsiasi passaggio di denaro.
A dire il vero fu proprio la C-Star, la nave dei
fascisti, ad essere indagata per questo . Il 26 luglio l’imbarcazione inglese fu bloccata nel porto di Cipro e il comandante, con altri membri dell’organizzazione, fu denunciat per “traffico di essere
umani”in quanto nell’equipaggio erano infiltrati degli asiatici che avevano pagato 10.000
dollari per essere portati in Italia.
Però qui esiste un altro reato, quello
di favoreggiamento di immigrazione
clandestina. Un regalino lasciatoci dalla legge scritta da Bossi e Fini due, che hanno commesso reato
solo ad essere nati. E per questo la Juventa è stata sequestrata dalla procura
di Trapani. Ma come si è svolta l’indagine? I due contractor imbarcati sulla Vos Hestia, hanno denunciato
il fatto ai giudici trapanesi ma prima l’ex
ufficiale di marina Gian Marco Concas, portavoce di Generazione Identitaria, aveva inviato ai servizi segreti militari (Aise) tutta la documentazione che, da qui, è passata alla procura di
Trapani, la quale si è trovata l’indagine
bell’e pronta su un piatto d’argento,
altro che abilità degli inquirenti. Si
spiega anche perché il procuratore di Catania Zuccaro, già a maggio volva indagare
sulle Ong, pur non avendo prove. Sicuramente riscontri presentabili non ne aveva ma il dossier messo a punto dall’
Aise, imbeccata da Concas, probabilmente non gli era ignoto.
Dunque la vergogna
di tutta questa campagna contro chi ha il torto di salvare gente in mare da
volontario -che ha portato il fed-maresciallo Minniti a minacciare di chiudere
i porti alle navi delle Ong che non accettano di interrompere il trasbordo di immigrati da un’imbarcazione
all’altra e rifiutano di ospitare forze dell’ordine armate -è grande merito
della solita feccia fascista collusa con i servizi segreti e immischiata con le
aree grigie delle istituzioni. In fondo perché rifiutare di prendere a bordo
poliziotti armati se già si sono ospitati contractor e agenti segreti? Perché non
imbarchiamo pure i marò?
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