La mesta fine dell’esperienza unitaria tentata dall’Alleanza
Popolare per la Democrazia e l’Eguaglianza (gli auto convocati del Brancaccio,
per intenderci) segna l’ennesima fallimento di un progetto finalizzato
alla collaborazione fra forze civiche e partiti strutturati. Nonostante
la buona volontà e lo spirito di servizio dimostrato da Anna Falcone e Tomaso
Montanari, l’esito non poteva essere diverso da ciò che si è manifestato.
A mio
parere l’esperienza del Coordinamento per la Difesa della Costituzione, che ha
condotto e vinto la battaglia
referendaria contro la riforma scritta
da J.P. Morgan ed affidata alla fallimentare realizzazione del duo Renzi-Boschi, ha avuto il merito di fornire agli altri
movimenti civici uno scenario unico nel quale inserire le proprie istanze
specifiche. Lo scenario è la Costituzione. In nome della Carta, i
movimenti per l’acqua, per la legge d’iniziativa popolare sulla
scuola, per la tutela ambientale, e altri ancora, hanno inserito le loro azioni all’interno dell’unitario contesto costituzionale.
Un risultato straordinario che
ha dotato tali organizzazioni di una forza nuova e prorompente, in grado di diventare baluardo per la difesa dei
principi costituzionali ed esprimere una
spinta propulsiva per riproporre con forza le ragioni di ogni
singola rivendicazione. Anna Falcone e Tomaso Montanari sono stati assoluti
protagonisti della battaglia referendaria proprio attraverso l’attività all’interno,
o in collaborazione, con il Coordinamento Democrazia Costituzionale e dal quel
movimento avrebbero dovuto trarre lezione nel loro lodevole tentativo di costituire una
lista in grado di presentarsi alle elezioni.
Dall’esito del referendum
costituzionale è emerso che quando il cittadino è in grado di esprimere un voto
determinante per l’esito delle consultazioni e inerente a temi concreti, non
diserta le urne. Il proposito dei "Civici"poneva tale considerazione fra le
principali motivazioni per una
candidatura alle politiche . Sottoporre agli elettori programmi finalizzati ad una più efficace redistribuzione del
reddito, alla rivalutazione del lavoro come elemento di promozione della
dignità umana, e comunque ad una
riaffermazione ed applicazione dello spirito sociale della Costituzione, avrebbero potuto ricondurre alle urne un blocco sociale da decenni privo di rappresentanza.
Se le
finalità dell’operazione elettorale così congeniata era condivisibile, non lo è
stata altrettanto la sua attuazione. La modalità
originaria, basata sul coinvolgimento dei
cittadini nei territori per la redazione di un programma condiviso , e la
conseguente partecipazione assembleare nell’individuazione del portavoce, era appropriata,
ma poi in nome della pretesa di costituire una lista unitaria alla sinistra del
Pd il tutto è naufragato.
L’esperienza maturata nella battaglia referendaria
avrebbe dovuto insegnare che la voglia
di partecipazione dei cittadini trova un ostacolo insormontabile quando si
profila il coinvolgimento di soggetti che già siedono in Parlamento. Nello
specifico, cercare l’unità con formazioni costruite nel laboratorio delle aule parlamentari è stato un errore madornale. Sinistra
Italiana, Possibile e Mdp sono entità che non hanno una base popolare, i loro
esponenti sono stati eletti in altri contesti, nella coalizione "Italia Bene Comune" che aveva come
ragione sociale il consolidamento del centro sinistra. La stessa
ragione sociale che oggi i fuoriusciti da
quella esperienza, per motivi spesso ambigui, promotori dei gruppi appena citati, rifiutano.
Queste sono le persone che votarono
la macelleria sociale di Monti, provarono a manomettere la Costituzione già nel governo
Letta quando tentarono di sovvertire l’art.
138. Il popolo referendario magistralmente guidato proprio dalle associazioni
di Falcone e Montanari mai riconoscerebbe come propri rappresentanti questi soggetti.
E’
possibile che tali semplici considerazioni non abbiano sollecitato riflessioni in Falcone e Montanari? Valutazioni più puntuali e realistiche forse
avrebbero sconsigliato sin da subito l’abboccamento
con certi compagni di viaggio. Non si sarebbe perso tutto questo tempo nel rincorrere
tentennamenti e tattiche spartitorie, per poi abbandonare
tutto come era chiaro fin dall’inizio.
Ma soprattutto non si sarebbe persa una buona fetta di credibilità.
Si vuole partecipare alle elezioni ? Ebbene che si
tenga conto dell’art.49 della Costituzione. Si costruiscano liste in cui i
cittadini possano esercitare il loro
diritto a partecipare alla vita politica. Si rifiuti la collaborazione di notabili, già titolari illegittimi di un scranno, che hanno il solo interesse a raggiungere il 3% per rimanere in Parlamento, non importa se in maggioranza o all’opposizione.
Purtroppo nonostante la delusione per come i partiti abbiano trattato l'esperienza dei "Civici" Falcone e Montanari ci riprovano proponendo al gruppo di Mdp, Sinistra Italiana, e Possibile, una diversa organizzazione dell'assemblea del 3 dicembre che certificherà la composizione delle liste, non più composta solo dai delegati, eletti nelle assemblee regionali, ma da tutti i volenterosi militanti di questa nuova sinistra, senza preclusioni. Attendono risposte......Errare è umano ma perseverare è diabolico.
Purtroppo nonostante la delusione per come i partiti abbiano trattato l'esperienza dei "Civici" Falcone e Montanari ci riprovano proponendo al gruppo di Mdp, Sinistra Italiana, e Possibile, una diversa organizzazione dell'assemblea del 3 dicembre che certificherà la composizione delle liste, non più composta solo dai delegati, eletti nelle assemblee regionali, ma da tutti i volenterosi militanti di questa nuova sinistra, senza preclusioni. Attendono risposte......Errare è umano ma perseverare è diabolico.
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