Ivano
Alteri
Luciano
Granieri
La
politica non è un gioco di società per élite annoiate. Per noi di qua sotto,
essa è un'assoluta necessità; poiché qui da noi serve come il pane, per non
essere affamati, umiliati e offesi.
Il
Potere che si nasconde dietro il ceto politico odierno (complice, rassegnato o
impotente, con rare eccezioni) ha progressivamente eroso la rappresentanza dei
nostri diritti ed interessi, svuotando le istituzioni democratiche della nostra
presenza, mentre cercava di rendere legale ciò che era, e resterà per sempre,
inaccettabile. Fino ad ora, la protezione della Costituzione Repubblicana ha
impedito che l'arbitrio si facesse definitivamente legge; e noi abbiamo
impedito a nostra volta che tale protezione venisse meno, combattendo e
vincendo la battaglia referendaria del 4 Dicembre 2016.
Ma
noi, qua sotto, non intendiamo più limitarci a difenderci; noi, qua sotto,
conosciamo bene la differenza che passa tra l'essere calpestati e il sentire
soltanto il calpestio da lontano. A noi, qua sotto, non basta più soltanto
resistere alle aggressioni predatorie. Neanche ai nostri avi politici è
bastato. La loro Resistenza, infatti, è servita non soltanto ad abbattere il
tiranno, ma anche a scrivere la Costituzione democratica per l'edificazione di
un paese di uomini e donne liberi. La nostra odierna resistenza deve ora
sfociare nell'applicazione integrale di quella Costituzione, per rendere
effettiva la libertà che essa enuncia.
Noi
di qua sotto vogliamo che la Repubblica rimuova gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese. C'è un'élite disposta ad assumere la guida politica di tale
volontà? C'è un'élite determinata ad aiutare questa nostra volontà a darsi
nuova rappresentanza politica?
Questo
è quanto occorre a noi di qua sotto. Per noi vincere significa invertire le
politiche fin ora seguite, ripristinare i nostri diritti, preservare gli
interessi dei più, combattere ad armi pari contro l'oppressore. La nostra vittoria può consistere soltanto nel
riprenderci la dignità di uomini e donne di fronte a chi pensa di poterci
calpestare impunemente.
Di
altre vittorie, noi di qua sotto non
sappiamo che farcene.
“Fermare
la destra” è un obiettivo politicista e ingannevole che lasciamo agli
imbonitori; a noi interessa far camminare le nostre istanze, riconquistarci gli
strumenti democratici per la lotta, guadagnarci la vita oltre la sopravvivenza.
Fare l'unità del ceto politico non rientra nelle nostre preoccupazioni
quotidiane, visti gli stenti, la frammentazione e la solitudine in cui siamo
costretti a vivere noi. Impedire alla destra di vincere e poi vedere le sue
stesse politiche applicate dai nostri sedicenti rappresentanti, è una vittoria
che abbiamo già visto e non ci interessa. Vincere le elezioni non è il nostro
cruccio e non è la nostra vittoria. Il nostro cruccio è: “per fare cosa?”; la
nostra vittoria è costruire il mondo
enunciato dalla Costituzione. E per farlo, noi di qua sotto ci sentiamo
tutti indispensabili.
Per
noi di qua sotto, cittadini della Provincia di Frosinone, è indispensabile che
i beni comuni come l'acqua tornino nella nostra disponibilità, cioè pubblici;
perché anche le fatture di Acea (e di altre utenze necessarie) sono un ostacolo
economico al pieno sviluppo della persona umana. Esse sono altresì oltraggiose,
poiché continuano a contenere la “remunerazione del capitale”, nonostante la
contraria volontà da noi espressa chiaramente col referendum del 2011.
Per
noi di qua sotto, abitanti di questa Provincia, è fondamentale disporre di un
servizio sanitario che assicuri la tutela della salute come diritto
fondamentale dell’individuo e della collettività. Prerogativa ostacolata dalle
politiche nazionali e da un piano aziendale regionale che ha appaltato alla
gestione privata l’intero comparto della diagnostica e della prevenzione e che
concede un numero di posti letto inferiore alla quota stabilita dalla legge,
nonostante l’inquinamento della nostra terra determini un’allarmante ascesa
delle patologie tumorali e cardio-respiratorie.
Per
noi di qua sotto, membri di questa comunità in grave crisi economica e sociale,
è vitale la pianificazione di un modello di crescita economica inclusivo e
sostenibile, che non passi più dalla speculazione fondiaria e finanziaria, ma
si basi sulle straordinarie risorse archeologiche, naturalistiche e culturali
nella disponibilità del territorio, per proteggere il nostro habitat e la
nostra memoria, e trarre lavoro e ricchezza dalla loro valorizzazione.
Di
questo discuteremo nell'assemblea fissata per il giorno 22 novembre, alle ore
17,30, presso la Saletta delle Arti (Saletta Gualdini), Via G. Matteotti 2,
Frosinone, alla quale sono invitate tutte le associazioni, i cittadini ed
eventuali élite interessate. Preghiamo astenersi i sedicenti “apolitici”.
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