Domani 25 aprile la sezione ANPI di Frosinone organizzerà, in Piazzale Vittorio Veneto, un momento
di confronto fra le varie forze politiche, sindacali, della società civile e
fra i cittadini che vorranno partecipare (speriamo numerosi), sul tema evocato da
una frase di Pertini, per cui “La
libertà senza giustizia sociale è una conquista vana” . Qui ci
sarebbe da aprire un fronte polemico per il comunista che alberga in me, ma non
mi sembra questo il contesto adatto, per
cui liquido "togliattianamente" il contenzioso.
Riepilogando: la nostra
Costituzione -invisa a JP Morgan, alla
BCE, a tutta la comunità finanziaria a Berlusconi, a Renzi, (anche per questo è la più bella del mondo) - all’art.2 assicura i diritti inviolabili dell’uomo,
richiede
l’adempimento dei doveri inderogabili
di solidarietà politica, economica e sociale. All’art. 3 rimuove gli ostacoli di ordine economico e
sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. All’art.4
riconosce il diritto al lavoro. All’ art.36, assicura una retribuzione sufficiente
ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e
dignitosa. All’art.41 sancisce che l’iniziatica
economica privata, pur essendo libera,
non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sIcurezza, alla libertà, alla dignità umana. Non vado oltre, ma ci sono molti altri
articoli della Costituzione, anzi, potremmo dire che tutta la Costituzione,
prezioso lascito della Lotta di Liberazione, è scritta con il basilare scopo di assicurare giustizia
sociale.
Se questo è, perché Pertini , quarant’anni fa eletto
Presidente della Repubblica, ha sentito la necessità di ribadire che senza
giustizia sociale non c’è libertà? Per assicurare
equità sociale basterebbe rispettare la
Costituzione. Probabilmente Pertini capì
che la Carta, scritta come documento fondante di una comunità cementata
dalla solidarietà sociale, sarebbe diventata “Carta Straccia”, colpita e affondata da un analfabetismo
istituzionale, fomentato dalla dittatura capitalista, che ha sovvertito, peggio di un rigurgito
reazionario, tutto quanto la lotta di
Liberazione aveva costruito in termini di promozione civile, sociale, e umana.
Non è un caso che nel corso dell’evento di domani raccoglieremo le firme su due leggi d’iniziativa
popolare che prevedono:
1) Un sistema scolastico basato sulla conoscenza e non
sulla competenza (declinata come ulteriore artificio per
fornire braccia fresche e aggratis ai
padroni),
2) La riformulazione dello
stravolgimento Costituzionale imposto dall’oligarchia finanziaria, mascherata
da Unione Europea , in base al quale gli interessi della finanza
arrivano prima di quella giustizia sociale invocata da Pertini.
Questi temi sicuramente verranno abbondantemente discusso domani.
Personalmente
auspicherei un’altra, fra le tante, liberazioni che ancora non si sono realizzate. Riguarda proprio l’analfabetismo istituzionale sopra
richiamato. Vorrei liberarmi di tutti quei burocrati, falsi e ignoranti che scambiano le elezioni per Giochi Senza Frontiere: una
competizione in cui, anziché vincere la coppa , si conquista
il governo. Il governo? o il comando? Vorrei segnalare a costoro che l’Italia è una
Repubblica Parlamentare, per cui chi si assicura il consenso degli elettori non vince nulla, ma anzi deve assumersi la responsabilità
di proporre e discutere soluzioni per il benessere dei cittadini . Vorrei ancora segnalare a tali asini istituzionali, con tutto il
rispetto per gli asini, che non sono le
risultanze delle urne a proclamare un capo, il capo non esiste, il Presidente
della Repubblica, e solo lui, incarica
qualcuno per formare il Governo, ma questi non è un capo. Non fa le leggi, o
almeno non dovrebbe farle. Gli innumerevoli
tentativi per imporre un leader
, modificando la forma dello Stato così come sancita dalla Costituzione , sono
stati sonoramente bocciati dai cittadini.
E ancora, come giudicare la posizione , non a-ideologica, ma addirittura
a-cefala, a-nfame, che
prevede la possibilità di governare indistintamente con qualsiasi forza senza commisurarla alla
propria idea di società? Le cose sono
due, o si ha una visione dittatoriale per cui chi decide di allearsi deve soccombere a diktat e ferrei postulati
derivanti dal tale posizione, oppure un’idea
di società è talmente latitante che chiunque possa appoggiare l’ascesa alla
poltrona governativa del sintomatico leader alla guida del partito più votato, è bene
accetto.
Tutto il casino sollevato intorno alla possibilità di far
partire la legislatura scaturisce dal
fatto che i ragionamenti ( ragionamenti mi pare una parola grossa) sono
basati su un falso: cioè che la nostra è una Repubblica Presidenziale per cui chi vince le elezioni deve fare il
leader. Ecco. Io vorrei liberarmi da tutta questa gente che ha completamente
sovvertito e travisato il quadro costituzionale ed istituzionale.
Vorrei
liberarmi da questi ignoranti, in buona o mala fede, che hanno la responsabilità di aver offeso e
infangato il sacrificio dei Partigiani e di milioni di persone, le quali, con la loro lotta hanno determinato un ferreo, basilare, principio: Una società democratica non
può subire dittature, neanche quelle del mercato , con buona pace della J.P
Morgan, della BCE, di Renzi , Berlusconi, Salvini e Di Maio.
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