Venerdì prossimo 4 marzo a partire dalle
16,30 saremo in piazza presso L.go Cervini (Via Aldo Moro) a Frosinone per denunciare come RCS Sport, RCS Mediagroup
e l’organizzazione del Giro D’Italia, siano diventati complici delle azioni illegali del Governo di Israele.
Il Giro d’Italia partirà proprio venerdì da Gerusalemme, città occupata
illegalmente, e nel corso delle tre
tappe previste toccherà luoghi dove
bambini, donne, uomini palestinesi sono stati sterminati dalle forze armate sioniste .
Facendo iniziare Il Giro d ’Italia a Gerusalemme, l’organizzazione della corsa,
i media (la Rai e la Gazzetta dello Sport in particolare) gli sponsor e tutto l’indotto,
diventeranno complici d’ Israele nell’ istituzionalizzare la sua
presa illegale della città occupata. La
risoluzione 181 (1947) dell'Assemblea Generale dell'ONU ha qualificato Gerusalemme come "corpus separatum" sotto un regime internazionale speciale e ha
ripetutamente affermato che "tutte le azioni intraprese da Israele, la
potenza occupante, per imporre le sue leggi, giurisdizione e amministrazione
sulla Città Santa di Gerusalemme, sono illegali."
Nel 1967, Israele ha
occupato Gerusalemme Est, annettendola unilateralmente come parte della sua
“capitale unita." Malgrado le ripetute rivendicazioni da parte dei
ministri israeliani durante la cerimonia di annuncio, la comunità
internazionale non riconosce alcuna parte di Gerusalemme come capitale di
Israele.
Nel sud di Israele,
dove è prevista una tappa della corsa,
dozzine di città beduine palestinesi si vedono rifiutati riconoscimento e
servizi di base da parte di Israele e sono state sottoposte a ripetute
demolizioni.
Il governo Israeliano
ha comprato con 10 milioni il Giro D’Italia
per fare in modo che esso diventi un mezzo atto a rafforzare la propaganda sionista e risulti funzionale a coprire
la macchia disumana di una occupazione
militare illegale e del sistema di
apartheid imposto ai Palestinesi.
Mentre i corridori del
giro si apprestano a competere liberamente su strade che hanno visto massacri e soprusi,
un normale ciclista che volesse raggiungere Gerusalemme da Ramallah
rimarrebbero bloccato per ore, se non
per giorni , ai check point dei militari e dei
coloni israeliani, che occupano
illegalmente la Palestina , per poi
vedersi negato l’accesso .
Lo sport non
può lavare l’ignominia di una
segregazione a cielo aperto nemmeno se viene corrotto con 10 milioni di euro.
La civiltà non ha prezzo. Invitiamo tutte le persone che vogliono restare umane
a condividere con noi il presidio.
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