Come era ampiamente previsto il bilancio previsionale per il 2019 del
Comune di Frosinone è stato approvato con il suo portato di macelleria sociale.
Il tentativo che Potere al Popolo, insieme a Possibile, Rifondazione, Rete
degli Studenti medi sollecitati da Usb, movimento Oltre l’Occidente, di sensibilizzare
i cittadini sul fatto che li stanno espropriando di beni e servizi necessari
alla propria sopravvivenza, è fallito.
In effetti, prima di entrare nel misero
merito di quanto approvato dal consiglio, dobbiamo mestamente constatare che se il nostro obiettivo è ridare Potere al
Popolo, il Popolo qui a Frosinone non esiste. Quindi primario e difficile
compito della nostra assemblea
territoriale è quello di provare a
ricostruire una coscienza popolare collettiva . Rendere consapevoli tutti i cittadini che il
guaio non è la possibile retrocessione del Frosinone in B ma ,ad esempio, il
fatto che sia rimasto solo un asilo
pubblico nella città o che Frosinone sia diventata un Capoluogo a servizi sociali
zero .
E’un percorso lungo, accidentato, e forse avrebbe bisogno della collaborazione
di altri soggetti politici, sindacali, attori
dei movimenti sociali per poter alimentare una minima speranza in un risultato apprezzabile . In realtà dopo sette
anni di totale afonia conflittuale il tentativo messo in atto da Usb, con il
concorso di Pap, Possibile, Rifondazione, Oltre l’Occidente, Rete degli Studenti medi è stato apprezzabile, ma la defezione di alcuni soggetti durante il consiglio comunale ha ridotto ulteriormente una forza già ampiamente
insufficiente per incidere e dare supporto a quei due o tre
consiglieri d’opposizione che hanno
provato a scalfire la granitica macchina di potere costruita dal sindaco
Ottaviani. Non c’era nessuno di Rifondazione né dell’Usb, eppure l’imminente licenziamento degli addetti dell’asilo
Pollicino di prossima chiusura, avrebbe dovuto sollecitare la presenza del sindacato di base e di altre forze sindacali.
La realtà che
scaturisce dal consiglio comunale è che la giunta Ottaviani è libera di operare
come crede. Si può permettere di
presentare un documento unico di
programmazione triennale e un piano
esecutivo di gestione con voci ed indirizzi
appena accennati. Un documento del tutto generico tanto da non
consentire all’opposizione di conoscere nel dettaglio le voci di spesa e di conseguenza non poter predisporre
emendamenti mirati. Sul Peg ne sono stati presentati dieci, uno non recepito
per inammissibilità tecnica, gli altri nove bocciati.
Fra sparizione della
polizia municipale, verrà affidato il servizio a dei contractor privati?, Riqualificazione
degli immobili comunali (leggi vendita al miglior offerente) diminuzione della
tariffe sulla TARI (15% per le abitazioni civili 10% per le attività
commerciali), a fronte di un sensibile peggioramento del servizio, l’unica voce
vera d’introito e quella relativa alle multe.
Importo previsto un: un milione e duecento mila euro in tre anni con la speranza che gli automobilisti siano il
più indisciplinati possibile in modo da consentire il rastrellamento di qualche altro obolo.
Per il resto si aspetta
ancora il conto degli oneri di urbanizzazione che, a fronte di un’ulteriore
cementificazione della città, dovrebbero fruttare la miseria di quaranta mila
euro. Un tesoro “inestimabile” ,secondo la giunta, sufficiente a risistemare tutta la città.
Quarantamila euro
sono tanti a livello urbanistico, mentre diecimila euro per la rievocazione della
Passione di Cristo sono un importo
irrisorio? Una strana concezione del
valore del denaro quella del sindaco. Resta il fatto che una Passio Christi in
meno avrebbe potuto liberare un po’ di soldi in più per interventi importanti ed indispensabili. E’ singolare come nel documento unico di programmazione triennale le spese
discrezionali abbiano priorità rispetto
alle spese necessarie. Del resto nel bocciare gli emendamenti presentati dall’opposizione,
indirizzati a limitare proprio le spese di ordine discrezionale,
Ottaviani abbia sostenuto che la Passio
Christi, e tutte le altre esose iniziative di propaganda, (compresa la campagna
“Solidiamo” che raccoglie i gettoni di presenza dei consiglieri, anche quelli d’opposizione,
per destinarli ad un uso sociale ad
esclusiva discrezione del sindaco!!!) sono parte fondante del programma con cui
ha ricevuto il consenso dagli elettori,
e come tale sono da rispettare rigorosamente.
Fra un voto favorevole a prescindere, espresso da un consigliere
di maggioranza mentre rientrava in aula senza aver ascoltato il merito della
proposta, e l’inglorioso abbandono di sette consiglieri d’opposizione su dieci
al momento del voto finale si è concluso mestamente un consiglio comunale che andrà ad incidere sulla carne viva dei cittadini.
Abbiamo assistito di fatto alla
sconcertante impotenza ed irrilevanza
sia dell’opposizione sociale - pochi rappresentati dei movimenti in consiglio,
nessuno in piazza -sia dell’opposizione consiliare. Perché abbandonare l’aula
al momento del voto finale concedendo al sindaco la possibilità di sfoggiare un
eclatante risultato (20 a 3 anziché 20 a 10)? Perché un tale clamoroso autogol
mediatico?
Un quadro desolante?
Certamente, ma Potere al Popolo non si abbatte. Anzi. La forza
di Davide contro Golia ci deve guidare per sovvertire ed invertire l’indirizzo
di una politica cittadina determinata dalla "voce del padrone". Da soli è più
difficile. Per questo invitiamo, tutti i
movimenti (sociali politici sindacali) o
almeno quelle forze che meritoriamente avevano chiamato i cittadini frusinati a
protestare, ma che in parte non si sono
presentate, a rinnovare l’impegno comune affinchè Frosinone diventi una città a
misura di cittadino e dei suoi bisogni.
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