Il 10 Ottobre scorso, come esponente
del Tribunale per i diritti del malato sono stato invitato dalla Asl di
Frosinone alla “Giornata della Salute nei distretti sanitari”. Un evento
focalizzato sul tema “Lo stato di Salute della popolazione e gli effetti
delle cure erogate”. Nello specifico il nuovo direttore generale della
Asl il Dott.Stefano Lorusso, oltre ad incontrare i coordinatori del sistema socio sanitario di
distretto, i membri della associazioni
dedicate, nonché il sindaco, ha illustrato il sito “Open Salute Lazio”, nel quale sono raccolti i dati sull’incidenza delle malattie, le cause di ricovero, insomma
tutto quanto è necessario per fornire un
quadro esatto sulle condizioni di salute della popolazione nel territorio.
In
quel frangente Ottaviani, oltre a
celiare con le solite amenità di colui
che si crede spiritoso, ha focalizzato il suo intervento sulla
veridicità e la corretta lettura dei
dati. Si è scagliato contro
chi, attraverso una lettura faziosa di certi riscontri, ricava narrazioni completamente fuorvianti per di più usate per
attaccare amministratori e amministrazioni.
Lo stesso ammonimento fu
rivolto alle associazioni da lui convocate dopo l’incendio della Mecoris a cui
personalmente ho partecipato. Anche in quel caso non era ammissibile un’interpretazione diversa
da ciò che i dati sulla qualità dell’aria rilevate dalle diverse centraline
sancivano, e cioè che tutto andava bene madama ma la marchesa.
Però, a seguito delle valutazioni trionfalistiche che lo
stesso sindaco aveva profuso in pompa magna sui media locali, in relazione ai
risultati sull’inquinamento diffusi dalla stessa Legambiente nel rapporto “Mal’aria di città 2019”,per esaltare il proprio operato in termini di tutela ambientale, il movimento
ecologista ammoniva il primo cittadino ad evitare toni enfatici, a seguito di una sua lettura parziale e fuori contesto dei
dati presenti nel rapporto.
Dunque il bue dice cornuto all’asino. Ovvero colui il quale ha ammonito in più frangenti a non usare una lettura di
parte di dati oggettivi per agitarli come strumento di propaganda, è il primo a
percorrere questo fallace e fastidioso sentiero e, cosa grave, costui è il
sindaco del capoluogo, non un semplice “solarolo
da tastiera”.
In particolare i riscontri
messi in evidenza
sono positivi se valutati singolarmente ma del tutto insignificanti se
inseriti in un contesto che vede la nostra città in piena crisi ambientale. Ad esempio vengono citati dal sindaco solo gli anni 2016 -2017 come indice di
perdita di posizioni sulle città più inquinate. Viene omesso il 2018 in cui
Frosinone schizza al secondo posto per
poi tornare al 13 nel 2019 anno prontamente esaltato. Ciò a significare, come sostiene
Legambiente, che per sancire un definitivo miglioramento della qualità
dell’aria bisogna realizzare un trend positivo di più anni.
Sui dati del
consumo di suolo, in cui il cemento si sta mangiando la città in modo irrefrenabile
e devastante per l’inquinamento, il sindaco non proferisce parola, eppure in
questo campo l’amministrazione comunale
può incidere in modo decisivo. Del
resto, in base a quanto ancora sostiene Legambiente, non si vede come le irrisorie misure messe in
campo da Ottaviani, possano poter cambiare qualcosa sulla pesante condizione
ambientale della città.
Sicuramente nulla può il “grande polmone verde” del Matusa, così lo definisce il sindaco . Se
il prato spelacchiato dell’ex campo
sportivo contornato da quattro alberelli incastrati fra i palazzoni di Piazza
Caduti di Via Fani è un polmone verde,
la Villa Comunale è la foresta amazzonica prima che fosse devastata dagli
incendi. Ma, come è noto, la Villa Comunale è stata fatta da altri, quindi non
risulta proprio nella personale google map
dell’amministrazione attuale. Anzi è in atto un vero e proprio
smantellamento del sito come centro di
divulgazione culturale.
Personalmente mi sento preso in giro da questo sindaco
e dai suoi fedelissimi sostenitori. Fino a quando la popolazione di Frosinone
riuscirà a non sentirsi anch’essa presa in giro?
A proposito proprio ieri un’altra
azienda è andata fuoco sull’asse attrezzato, e ha infestato
di fumi mefitici l’aria. Adesso ricomincerà il rosario di proteste, di
interrogazioni, verremo inondati da dati sulla qualità dell’aria che, volete
scommetterci? Non saranno preoccupanti.
“La gente s’indigna e s’impegna e poi getta
la spugna con dignità” canta De Andrè. Ecco visto come sono andate le
cose con la Mecoris, con la schiuma nel
Sacco, stavolta non voglio neanche fare la fatica d’indignarmi e d’impegnarmi,
getto fin da ora la spugna con dignità. Ciò per non confondermi con certi esponenti di associazioni che fanno solo finta di impegnarsi
gridano strepitano e poi gettano ugualmente la spugna, ma senza
dignità perché non sono altro che attori di un gioco delle parti utile solo a quel potere che nulla
può o vuole fare per risolvere il problema dell’inquinamento.
Di seguito pubblichiamo il comunicato
di Legambiente.
ECOSISTEMA URBANO 2019, FROSINONE
ANCORA AI BASSIFONDI.
LEGAMBIENTE RISPONDE AL SINDACO
OTTAVIANI
In tutta sincerità, l'entusiasmo con
il quale il Sindaco Ottaviani ha commentato i dati del rapporto Ecosistema
Urbano di Legambiente ci ha colto di sorpresa. Consigliamo al Sindaco maggiore
prudenza e lo invitiamo a una lettura più attenta dei dati che riguardano
Frosinone. Gioire per una promozione dal 101esimo al 92esimo posto nella
graduatoria dei capoluoghi di provincia ci sembra francamente eccessivo e fuori
luogo. Un tale atteggiamento non solo tende a far dimenticare i gravi problemi
irrisolti della città su cui il ritardo rispetto alle realtà più virtuose del nostro
Paese sembra ormai incolmabile, ma rischia di far abbassare la guardia rispetto
a battaglie che sono ben lungi dall’essere vinte.
Partiamo dalla qualità dell’aria.
Partiamo dalla qualità dell’aria.
Il Sindaco ha richiamato i risultati
dell'edizione speciale di Mal'aria di città 2019, rapporto curato sempre da
Legambiente, e segnatamente la discesa al 13mo posto nella classifica del
numero di superamenti delle soglie limite delle PM10 sulla base delle
misurazioni dalla centralina dello Scalo fino a settembre. A nostro parere,
questo dato estrapolato dal contesto non giustifica affatto la soddisfazione
del primo cittadino. Per poter affermare che siamo davvero in presenza di un
trend di miglioramento della qualità dell'aria non possiamo limitarci al dato
di soli nove mesi ma dobbiamo guardare ad un arco temporale più lungo, tanto
più che nella stessa classifica relativa al 2018 Frosinone era ancora al
secondo posto, circostanza questa omessa nella nota diffusa
dall’amministrazione. Variazioni anche sensibili dei livelli di inquinamento da
un anno all’altro possono spiegarsi con l'andamento dei parametri
meteoclimatici locali, mentre suona davvero poco credibile che interventi
sporadici e residuali di limitazione del traffico veicolare o l'introduzione di
un numero irrisorio di automezzi del trasporto pubblico alimentati a metano
possa aver apportato miglioramenti significativi della qualità dell'aria.
Peraltro, ad incidere sui livelli di inquinanti atmosferici c’è una
molteplicità di fattori, il cui ruolo non è ancora del tutto definito, che sono
completamente al di fuori del controllo dell’amministrazione del capoluogo.
C'è poi molto altro che emerge dalla
lettura di Ecosistema Urbano e che il Sindaco si guarda bene dal commentare:
-ad esempio il poco invidiabile primato nazionale di Frosinone in termini di numero di auto circolanti per 100 abitanti (ben 77 - a riprova di uno stato di vera e propria tossicodipendenza dei cittadini nei confronti del mezzo privato e della perdurante assenza di una vera politica per lo sviluppo della ecomobilità), o del livello ridicolo di potenza installata di impianti di energie rinnovabili su edifici pubblici (solo 2,75 kW per 1000 abitanti).
-ad esempio il poco invidiabile primato nazionale di Frosinone in termini di numero di auto circolanti per 100 abitanti (ben 77 - a riprova di uno stato di vera e propria tossicodipendenza dei cittadini nei confronti del mezzo privato e della perdurante assenza di una vera politica per lo sviluppo della ecomobilità), o del livello ridicolo di potenza installata di impianti di energie rinnovabili su edifici pubblici (solo 2,75 kW per 1000 abitanti).
Ma soprattutto il primo cittadino
tace accuratamente sul peggioramento dell'indice di consumo di suolo per numero
di residenti, che passa in un anno da 5,50 a 6,00: dato, peraltro,
verosimilmente destinato ad aggravarsi alla luce del numero di permessi a
costruire rilasciati di recente dall'amministrazione nella parte bassa, del
tutto privi di senso in una città che avrebbe un gran bisogno di riqualificare
il patrimonio edilizio esistente nella direzione del risparmio energetico. E
ciò in un contesto nazionale ed europeo nel quale sempre più spesso si procede
alla rinaturalizzazione di spazi edificati o asfaltati.
Bene fa, invece, il sindaco a sottolineare, finalmente, il dato forse più scandaloso ribadito anche quest’anno dal rapporto,
Bene fa, invece, il sindaco a sottolineare, finalmente, il dato forse più scandaloso ribadito anche quest’anno dal rapporto,
ovvero il livello mostruoso,
inaccettabile di dispersione idrica.
Ma l'auspicio di un miglioramento
della situazione sulla base degli investimenti previsti dal gestore non può
bastare: il comune capoluogo ha infatti il dovere di tallonare Acea per
pretendere che venga reso pubblico un cronoprogramma con tempi certi di
rifacimento delle condutture, fissando obiettivi vincolanti di riduzione della
dispersione.
Quanto ai rifiuti,
la collaborazione attiva dei cittadini e l’ovvio incremento avvenuto nella percentuale di raccolta delle frazioni differenziate a seguito dell’introduzione della raccolta porta a porta rischia di essere vano se il Comune non fa la sua parte per chiudere il ciclo dei rifiuti ed evitare che si ripetano sciagure come l’incendio Mecoris.
Il nostro Circolo intende insomma mettere in guardia da facili trionfalismi ed auspica un più attivo coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni sul versante della vivibilità di Frosinone, su cui sarebbe necessario un impegno attivo di tutti e l’adozione di politiche decisamente più ambiziose di quelle perseguite fino ad ora.
la collaborazione attiva dei cittadini e l’ovvio incremento avvenuto nella percentuale di raccolta delle frazioni differenziate a seguito dell’introduzione della raccolta porta a porta rischia di essere vano se il Comune non fa la sua parte per chiudere il ciclo dei rifiuti ed evitare che si ripetano sciagure come l’incendio Mecoris.
Il nostro Circolo intende insomma mettere in guardia da facili trionfalismi ed auspica un più attivo coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni sul versante della vivibilità di Frosinone, su cui sarebbe necessario un impegno attivo di tutti e l’adozione di politiche decisamente più ambiziose di quelle perseguite fino ad ora.
Il Presidente del Circolo
Stefano Ceccarelli
Stefano Ceccarelli
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