Rigenerare Frosinone
E’ ormai diventato luogo comune etichettare il 2020 come anno terribile, uno dei peggiori vissuto dall’umanità. Intendiamoci tale luogo comune ha un radicamento forte nella realtà. La malattia pandemica ha sfibrato molte donne e uomini nella salute e nella possibilità di trovare il necessario per campare (non tutt* in verità) . Si fa dunque molto affidamento sulle benefiche congiunture che il 2021 porterà in dote. Ma per dirla con Gianni Rodari, l’anno nuovo “avrà di certo quattro stagioni, dodici mesi, ciascuno al suo posto/ un Carnevale e un Ferragosto/ e il giorno dopo del lunedì/ sarà sempre martedì…….per il resto anche quest’anno/ sarà come gli uomini lo faranno”.
Appunto. Nonostante la grave crisi sanitaria, trasformatasi in crisi sociale, abbia indicato agli uomini di non fare ciò che è stato fatto fino alla diffusione della malattia, molti di loro, soprattutto coloro i quali hanno responsabilità governative , non solo non ne hanno tratto insegnamento, ma, da come si stanno mettendo le cose, continueranno sulla stessa strada. Faranno il 2021 peggiore del 2020.
Sono fosche previsioni, è vero, allora vorrei provare a trovare qualcosa di positivo su come alcune donne e alcuni uomini hanno agito nel 2020 in presenza di una situazione drammatica senza precedenti. Azioni che potranno, e dovranno, essere replicata in modo più efficace nel 2021. Diverse persone, a seguito del morbo e della conseguente crisi economica e sociale, hanno, finalmente, acquisito la consapevolezza che un sistema basato sulla dittatura del mercato, sulla mercificazione dei diritti inalienabili quali, tutela della salute, difesa ambientale del territorio, istruzione, lavoro - inteso come contributo alla collettività e non come sfruttamento - non solo non assicura protezione, ma aggrava in modo drammatico le conseguenze di una pandemia deflagrata su un tessuto sociale sfaldato e diviso, fra pochi che hanno molto e molti che hanno poco. Questo sparuto gruppo di donne e uomini ha pensato alla costruzione di un altro schema di vita basato sulla cura delle persone e del luogo in cui vivono, piuttosto che sull’accumulazione sfrenata della ricchezza.
Ad esempio nella nostra città alcuni cittadini, consapevoli della necessità del cambio di rotta si è aggregato in un collettivo politico dal nome evocativo: “Rigenerare Frosinone”. Rigenerare il territorio, non seppellirlo con opere nocive, quanto profittevoli per le lobby della speculazione fondiaria e finanziaria.
Rigenerare il sistema sanitario, smembrato dagli interessi privati di chi vuole arricchirsi sulla salute della collettività.
Rigenerare i rapporti sociali a cominciare dai Comuni, riformando le loro modalità di finanziamento, imprigionati, come sono, nella trappola del debito che li costringe a cedere a privati la gestione di beni e servizi, con il conseguente aumento dei costi a fronte di uno scadimento delle attività di sostegno alla collettività.
Rigenerare le politiche del nostro Comune, che ha indirizzato le poche risorse lasciate dal patto di stabilità interna, all’ottenimento del consenso, piuttosto che alla salvaguardia dei cittadini.
Rigenerare il substrato democratico e partecipativo, combattendo la deriva accentratrice che ha intaccato le dinamiche legislative degli enti locali e da ultimo il Parlamento con l’approvazione della riforma costituzionale sulla riduzione del numero di parlamentari.
Rigenerare Frosinone ha tratto linfa dalla consapevolezza che i processi di rigenerazione dovevano riverberarsi concretamente sul territorio. Ha provato a coinvolgere anche le forze di opposizione attive, (o passive?) nel consiglio comunale senza grandi risultati. Per cui il nostro impegno si è dispiegato autonomamente sulla condivisione del bilancio economico dell’ente con i cittadini, sulla pianificazione di proposte alternative alla politica dei tagli alla cultura, ai servizi, alla mobilità scolastica, messa in campo dalla giunta. Una politica che comunque non sta evitando il dissesto, ma lo sta ulteriormente aggravando. E siamo rimasti sorpresi su come il bilancio economico di un ente, argomento di per se ostico, si stato compreso da molti cittadini.
Costante è stato il nostro impegno, insieme ad altre associazioni, per la salvaguardia del territorio, attraverso la battaglia per la difesa e la riqualificazione di siti storici, come la “Fontana Bussi”, e oasi di bellezze naturali, come la cascata dello “Schioppo” sul fiume “Cosa”. Porzioni di città devastate dall’incuria e dalla speculazione edilizia.
Ci siamo battuti, e ancora lo stiamo facendo, per evitare che sulla martoriata Valle del Sacco siano edificati impianti di smaltimento rifiuti nocivi per la salute e salvifiche per le tasche dei soliti noti.
Abbiamo collaborato con l’associazione “Comunità Solidali”, per liberare la Certosa di Trisulti, bene di proprietà pubblica, dall’occupazione di un soggetto privato, intenzionato a usare quei luoghi allo scopo di aprire una scuola d’indottrinamento per suprematisti bianchi. Occupazione resa possibile, ahimè, da una scellerata procedura di affidamento della Certosa, messa in atto dal Ministero dei Beni Culturali.
E ancora, corroborati da una sentenza della commissione tributaria provinciale di Frosinone, nella quale si stabilisce che il tributo TARI dal 2015 al 2018, è stato troppo elevato rispetto al servizio svolto dalla ditta di smaltimento rifiuti, stiamo organizzando una campagna per indicare ai cittadini come farsi restituire i soldi spesi in eccesso. Perché un servizio come il trattamento dell’immondizia non può essere il pretesto per lucrare sulle tasche già vuote di gran parte della collettività.
Ci siamo, inoltre, schierati contro la riforma costituzionale per la riduzione del numero di parlamentari invitando a votare No al referendum, convinti di essere di fronte all’ennesimo strappo al principio di rappresentanza democratica che tanto dà fastidio alle consorterie elettoralistiche, sempre più impegnate ad allontanare dai cittadini le modalità di decisione che li riguardano. Quest’ultima è stata una battaglia persa ma, se non altro, abbiamo avuto il merito di rendere dubbio il risultato di un referendum, la cui vittoria dei Si sembrava schiacciante.
Ecco, possiamo dire che le associazioni le donne, gli uomini che hanno agito dentro Rigenerare Frosinone, hanno cercato di rendere il 2020 meno disastroso di quello che è stato, e siccome siamo pienamente d’accordo con Gianni Rodari, continuiamo ad operare in modo che molte altre persone si impegneranno a fare il 2021 migliore del 2020 seguendo la strada da noi e da molti altri, a livello nazionale, indicata.