Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 13 settembre 2010

Una Bolla di Rimmel avvelenata

di Fausta Dumano




Blocco notes, macchinetta fotografica, un filo invisibile mi ha condotto nella parte alta del centro storico, a pochi metri dalla Prefettura in via del Plebiscito . La location è quella de “L’INSOLITO POSTO” le cui mura trasudano di storia e di ricordi piacevoli emozioni per “ quelli della mia generazione : l’ex Cat, l’ex sede di “Oltre l’occidente” . L’insolito posto è un locale dove ci si spinge per “una cucina insolita” e sempre diversa , elaborata dalla creatività della cuoca. Il cucinare è una delle arti che più mi intriga come “UTENTE e FRUITRICE” i miei propositi di dieta cadono  alle tentazioni “dell’insolita cuoca” . Appena varchi i primi scalini realizzo subito che nelle mura si respira un’aria particolare, è la vista il primo dei sensi che si sveglia nell’osservare le tele dell”INSOLITA  mostra” di Davide Cocozza. Il locale è anche una “galleria  d’arte” che ha già ospitato Rocco Lancia, il direttore artistico di ART QUBE . All’insolito posto fino al 10 ottobre  ci sono le tele di Davide Cocozza, un artista poliedrico della città, che non ha certo bisogno di presentazione. L’artista di LAPS, delle contaminazioni  artistiche, l’artista delle INVASIONI di Nostra Signora ART, l’artista che fotografa le mani per organizzare”la PACE” . Protagonista delle tele è il volto. Intrappolati davanti allo specchio virtuale dei colori, il nostro volto si intreccia con i volti di Davide. Volti di donna soprattutto, volti che sembrano sospesi di fronte allo specchio dell’anima, volti che comunicano, che narrano la loro storia. Ogni volto così intenso e denso meriterebbe il suo post, ogni volto è intrecciato alla vita dell’artista, il volto della mamma, il volto della zia, il volto dell’Amore di cui Davide è perennemente innamorato. Il leit motiv delle tele è dunque il volto, la parte del nostro corpo che è più esposta alle sensazioni e alle emozioni, la parte del nostro  corpo in cui il linguaggio non verbale si esprime . Dalla mia libreria si squaderna Tristano Scarpa con “Il corpo”  e il racconto sulla “faccia” mi accompagna tra volti STRA/VOLTI di Davide. Ogni tela è l’incipit di un racconto. Volti di donne che si interrogano, volti di donna con il  loro vissuto , volti di donna che “tornano alla mente”, volti catturati per strada , volti pescati tra le foto. Volti..... perché il volto è la parte più esplicita del nostro corpo, volti “nudi” anche quando sono sapientemente truccati, perchè Davide gioca con i colori con la luce e le ombre . “Volto su volto” perchè Davide si mette in gioco anche con il suo ritratto . Nonostante Davide sia “l’artista del pennello immediato” colpisce la rapidità con cui l’artista realizza la sua “creatura”  il prodotto è sempre un’espressione  complessa che ti conduce ad un groviglio di domande e di emozioni . Quella donna il cui trucco si         scompone è certamente la più emblematica, è il volto di donna  che attira e respinge nello stesso tempo. Volti emblematici, volti rassicuranti ì, volti che spingono a cercare la posizione fetale per rilassarsi nel sogno e nell’illusione . La mostra  è dedica a Milton la presenza-assenza  degli artisti di ART QUBE, Milton, Massimiliano Chiodi, l’artista irrequieto scomparso nella primavera scorsa. Milton ha lasciato in eredità a Davide “i colori” e quell’eredità materiale aleggiava  nell’insolita mostra. Circondata dai volti, il mio volto è “una seppia” che spruzza nel corpo le emozioni e le sensazioni che hanno folgorato il mio dentro  catturato dai sensi. L’insolita mostra un viaggio insolito  alla ricerca  della comunicazione.


Una donna, un volto una storia.....
Nella Piazza di Sabaudia, in una calda notte estiva , illuminata dalla luce della luna avevo promesso a Davide “una donna, un volto, una storia....” mentre lui con i pennelli materializzava la sua creatura. Attorno a lui una rivista da cui emergeva il volto della donna “plastificata” , una donna oggetto. Nel guardare quella copertina  nella mia mente si è squadernata Patty Pravo “Tu i fai girar come se fossi una bambola e poi mi butti giù...” l’immagine della donna di Davide  si liberava di quell’orribile trucco, che si scioglieva davanti ai miei occhi.... Davanti allo specchio la donna componeva l’inventario dalla sua vita, si intrecciavano i fantasmi delle vite che avrebbe voluto essere, mentre confondeva la scena del palcoscenico con quella reale. Più cercava di scacciare l’immagine virtuale più quell’immagine le tornava alla mente. All’inizio davanti allo specchio sembrava un’estranea che sia osservata da qualcuno. I denti mordevano la bocca  come se fosse tenera carne, abbandonando l’immaginazione nelle curve nel corso di una conversazione di fronte a un caffè mantenuto caldo nel thermos . Davanti allo specchio menzionando la stranezza e l’audacia nel condurre il rituale , celando lo stupore attraverso gli occhi che seguivano pietra dopo pietra tutti i tratti della sua strada dissestata. Una bolla di rimmel avvelenata scendeva dal volto per...






Foto di Pamela Musa Ricozzi


Il brano è “Autoritratto” tratto dal CD “Chanson”
Enrico Rava – Tromba
Rita Marcotulli-Piano
Richard Galliano –Bandoneòn
Enzo Pietropaoli –Contrabbasso

Luc Girello

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