Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 16 settembre 2011

DANDINI COMMOSSA: "ANDREMO IN ONDA ANCHE IN PIAZZA!". SANTORO: "SIAMO OLTRE LA CENSURA"

Partigiani del Terzo Millennio

ROMA -  Indignata, dispiaciuta ma determinata ad andare avanti: 'Parla con me è stato cancellato dai palinsesti Rai e Serena Dandini difende il suo lavoro e la sua squadra. E promette: «Andremo in onda il prima possibile, dove, quando e come sarete i primi a saperlo. Su La7, su Sky? Non lo so. Al massimo lo faremo in piazza. O al cinema». «Volevo prendermi un anno sabbatico ma per tigna ho deciso di andare in onda», sottolinea in un'affollata conferenza stampa convocata insieme ai vertici della Fandango, Domenico Procacci e Andrea Salerno, per «sfatare alcune leggende metropolitane». «La Rai non sono loro, io ho un patto con gli abbonati - dice -. Abbiamo tenuto duro perchè li abbiamo stanati. Volevo essere cacciata perchè così il percorso si chiude e si capisce». Nella sala di Fandango Incontro, a pochi passi da Montecitorio, anche Michele Santoro e la redazione, gli autori e i collaboratori del programma. «Lavoriamo al programma da quattro mesi, la squadra scalpita. E poi la gente per strada e via mail mi dice continuamente 'non dargliela vintà», racconta Serena, che domani parte con una rubrica su Io Donna. «Saremo in onda, non a Mediaset, ma da qualche altra parte. Abbiamo parlato con altri ma non abbiamo nessun accordo. Valuteremo cercando di capire come farlo al meglio», conferma Salerno. La Dandini ha con sè un modellino del suo celebre divano rosso sul quale siede una bambolina-stile Barbie con il suo look, «la prova che il format è mio». «Lo ideò Serena nel 2004 - spiega Salerno - ma nessuno lo depositò, non ce n'era bisogno». «Siamo stati ingenui. In Rai ho visto vendere e affittare dei format inesistenti», chiosa la conduttrice, che chiarisce: «Non vogliamo fare i martiri. Ma oggi potevamo essere in onda da un'altra parte. Non avrebbero dovuto tenerci fermi fino all'ultimo. Ci avevano chiesto di apportare delle modifiche al format e il primo agosto le modifiche erano sul tavolo del direttore generale. Ci hanno detto 'vi facciamo sapere in 48 orè, ma siamo invece stati bloccati per un mese e mezzo. Non devo essere per forza in onda, ma perchè non dircelo prima e usare la diffamazione?». L'accusa che proprio non le va giù è quella di essere avida: «Esco dalla Rai senza neanche un paio di calze. Anzi, lascio all'azienda un baule con tutti i miei vestitini neri». E ancora: «Cacciarmi dalla Rai non costa nulla. Non ho mai voluto un contratto in esclusiva con l'azienda, nè cariche dirigenziali, che mi sono state offerte ma che ho sempre rifiutato: volevo essere libera. Sono pagata bene, ma a progetto. Non ho tredicesime, quattordicesime». Se la prende con Alessio Butti, capogruppo PdL in Vigilanza, e con «Silvio Maria Petroni» (ovvero Angelo Maria Petroni, consigliere Rai, ndr.): «Sono disinformati. 'Parla con mè era fatto per il 70% con le straordinarie risorse interne Rai, che mi duole il cuore lasciare. La Fandango si occupava solo di autori e artisti. Al dg ho detto che in qualunque caso non avrei rinunciato alle persone che hanno creduto in me e nel programma quando nessuno, neanche in Rai, ci credeva. Sono leonessa e tigre, io non le tradisco le persone». «Dall'anno scorso anche gli ospiti erano Rai. Il 30 maggio abbiamo proposto un risparmio del 5%», precisa Salerno. «Se Petroni e Butti volevano fare gli autori ce lo potevano dire...», sottolinea Dandini, che confessa di «aver creduto» nel dg Rai Lorenza Lei: «Non capisco cosa sia successo. Comunque è molto più brava di Masi, infatti sta facendo tutto quello che lui non è riuscito a fare». Procacci tenta di dare una spiegazione: «Quei cinque consiglieri si sono sentiti col colpo in canna, con la possibilità di sparare: e hanno sparato». E a una domanda su un eventuale azione legale, dice: «Non ci abbiamo ancora pensato, ma grazie del suggerimento». «Mai visto un dg e un presidente Rai bocciati in questo modo», rileva Salerno, che non parla di censura ma di «chiusura», di «non volontà di fare un programma». A fare arrabbiare di più la Rai, per Dandini, deve essere stata «l'intervista a Scalfari, forse alcune imitazioni e sicuramente le ragazze nel bagno di Palazzo Grazioli (spunto della minifiction 'Lost in WC', ndr). Ma abbiamo solo rifatto le scene viste sui giornali». Santoro è lì ad assistere in qualità di «amico. Se serve siamo pronti a dare una mano, c'è solidarietà assoluta. Anche per aiutarli a fare il trasloco. Se non ci sono ragioni aziendali credibili per chiudere, perchè l'hanno chiusa? Una sola cosa, grave: quando non si riesce a usare la parola censura, vuol dire che anche la parola censura è censurata».

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