Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 7 giugno 2012

Difesa alta

Luciano Granieri


 Mi scuso sin da ora con i comunisti anti borghesi duri e puri ma devo e voglio parlare di calcio. Zdenek Zeman è il nuovo allenatore della Roma.  Questo è il risultato di  un’altra elezione persa. Qualcuno ricorderà che in un post molto polemico scritto in occasione del ballottaggio a Frosinone,  invitavo a non votare né  per Marini, né  per Ottaviani, ma per Vincenzo Montella come nuovo allenatore della Roma . Del resto uno che ha rifilato quattro gol alla  Lazio in un derby solo non può che essere bene accetto nella panchina dei giallorossi. Allora però Zeman, impegnato a vincere il campionato di serie B col Pescara non era minimamente contemplato come possibile tecnico romanista. O almeno le trattative per farlo ritornare sulla panchina della Roma non erano ancora note.  Per cui all’utopia calcistica non avevo minimamente pensato.  Per  noi comunisti però l’utopia è un fatto importante. Se qualcuno mi avesse chiesto, quale  è secondo te l’allenatore ideale per la Roma? Non avrei avuto dubbi Zdenek Zeman. Dunque mi dispiace per Montella ma Zeman è Zeman.  L’allenatore boemo, fra l’altro, giustifica la passione di un comunista come me per uno sport che è il massimo dell’espressione borghese come il calcio. Lo ammetto, Zeman o meno, la passione per il calcio e il tifo per la “Maggica”  mi hanno  sempre contagiato . In fondo il calcio al di là del business è sempre uno sport che anima il popolo e quando il popolo si anima, come dice il mio grande amico Fiorenzo Fraioli, bisogna sempre esserci.  Con  Zeman addirittura sussistono  anche le motivazioni ideologiche e perfino politiche  . Zeman si  identifica con il gioco d’attacco,  le  sue squadre non sono mai speculative, non aspettano l’errore dell’avversario, il gol viene sempre a coronamento di un’azione merito della propria proposta di gioco.  Inoltre l’allenatore boemo, maestro assoluto di calcio  e di vita, è sempre stato  un uomo contro il palazzo, contro il sopruso  delle squadre potenti. Grazie alle sue denunce, quando già era allenatore della Roma,  il giudice Guariniello,  titolare di altre inchieste ben più importanti come quelle sulla Eternit e sulla Thyssen,  portò alla luce lo scandalo del doping nel calcio. Un vicenda che vide protagonista la Juventus pluridecorata di Lippi. L' invincibile armata in cui Del Piero e Vialli si presentavano alle partite con i colli taurini e i muscoli ipertrofici gonfi  di creatina.  Per quella vicenda l’unico a pagare della Juventus fu  il Dott. Giulio Agricola, mentre i giocatori passarono per poveri cristi che trangugiavano ogni bibitone  che gli veniva somministrato  e subivano strane iniezioni  senza sapere cosa stessero assumendo,  così sostennero i tapini dopati davanti  al giudice (sic)  . Ma anche Zeman pagò l’ardire di aver scoperchiato il vaso di Pandora e denunciato il malaffare . La Roma fu costretta a mandarlo via per non finire in serie B e fu ricompensata, due anni dopo, con lo scudetto vinto dal successore di Zeman, Fabio Capello. Intendiamoci, non che in quella stagione si siano verificati particolari favoritismi, semplicemente alla società giallorossa fu consentito di comprare campioni del calibro di Batistuta, Samuel e precedetemene Montella ,  senza che nessuno interferisse nelle trattative.  Oggi il boemo ritorna su quella panchina,  espressione di un popolo, quello romanista, che ha sempre amato, proprio in un periodo in cui il calcio è ancora una volta scosso dagli scandali che, guarda caso, vedono  indagati,  fra gli altri, ancora degli  juventini, l’allenatore Conte e il difensore Bonucci. Personalmente ho un bel ricordo legato a Zeman relativo alla sua prima avventura nella squadra capitolina. Era il 1998, lavoravo presso la concessionaria Volvo di Roma. In quel periodo la casa svedese contattava direttamente le aziende, comprese le società sportive,  per proporre la vendita delle sue vetture . Qualora queste avessero mostrato interesse il call center Volvo le avrebbe messe in contatto con il concessionario di zona .  Fra le società  contattate c’erano anche la Roma e la Lazio, le quali ci fissarono un appuntamento.  Il mio titolare mi chiese se volevo andare della Lazio, potete immaginare quale fu la mia risposta, dico solo che rischiai il licenziamento. Quando invece nominò la Roma non completò nemmeno la frase che già mi trovavo a bordo di una fiammante Volvo S80 2.800 turbo direzione Trigoria.  Al centro sportivo “Fulvio Bernardini” i cancelli erano ancora chiusi, l’allenamento pomeridiano avrebbe avuto inizio di li a poco. Davanti a me una Daewoo Leganza con dentro Antonio Carlos Zago e Aldair, a seguire una Daewoo Matiz guidata da Paolo Sergio e il fuoristrada Land Rover condotto  dal Capitano (Francesco Totti per chi non fosse addentro alle cose romaniste). Piccola parentesi, la Daewoo, oggi sul mercato con il marchio Chevrolet, aveva concesso in uso a titolo gratuito i propri modelli a tutti i calciatori della Roma, ma gli unici che ne avevano approfittato erano stati i brasiliani, per  loro,  che avevano in mente la povertà  delle favelas avere a disposizione delle vetture gratis era qualcosa di veramente inusuale.  Gli altri ovviamente non potevano andare in giro con delle Daewoo!!!! Minimo, Ferrari, Posche, BMW, Mercedes etc. etc. L’assedio dei tifosi alle vetture di Zago, Aldair  e Paulo Sergio, ma soprattutto del Capitano, era asfissiante. Qualcuno addirittura si affacciava ai finestrini della mia Volvo, taccuini alla mano, per carpire l’agognato autografo, ma poi si ritraeva con una faccia perplessa negli occhi si intuiva precisa  la domanda: “Ma chi cazzo è questo?”  Si apritono i cancelli  dopo aver ritirato l'agognato   passi visitatori,  fendendo la marea di tifosi parcheggiai  accanto  alla palazzina della direzione. La persona con cui dovevo parlare ancora non era arrivata per cui mi misi  vicino al cancello a vedere i giocatori che entravano. Dopo l’ingresso dei vari Tomic, Gautieri, Bartelt, arrivò lui, Zeman. A bordo di una vecchia Citroen Xantia un po’ malconcia, già con il viso scavato da diverse rughe , firmò qualche autografo e si infilò nel parcheggio.  Sorvolo su colloquio commerciale intrattenuto con il responsabile ufficio acquisti della Roma. Non se ne fece nulla. L’unica frase  seria che mi sentii rivolgere fu: “Vuole assistere all’allenamento, saremmo lieti di averla nostro ospite” “Azzo ci sono venuto apposta” risposi mentalmente. Sulla terrazza antistante il bar si poteva assistere agli allenamenti. Sul campo di destra Totti, Paulo Sergio e altri calciatori  stavano provando schemi sui calci da fermo,   nel campo di fronte era in corso una partitella fra la squadra titolare e i giovani della primavera. Arbitro e allenatore unico Zdenek Zeman.  Mi stupii del fatto che la linea difensiva della squadra titolare composta-da destra a sinistra- da, Cafù, Zago, Aldair e Candelà, doveva giocare sempre oltre la riga  di metà campo della squadra avversaria. In pratica si doveva  giocare solo ed esclusivamente dentro la metà campo degli avversari. Un paio di volte che uno dei difensori, Aldair credo,  provò  ad arretrare per correre dietro a qualche ragazzino terribile che aveva superato una linea Maginot così avanzata, Zeman urlò insulti   come un  tarantolato.  La partitella finì 2 a 0 per la primavera. Non nascondo che uscii preoccupato da quell’allenamento, la domenica successiva la Roma sarebbe stata di scena a Firenze, contro una Fiorentina forte di uno dei più grandi centravanti che abbiano mai calcato i campi italiani, quel Gabriel Omar Batistuta che qualche anno dopo fu artefice del nostro terzo scudetto con Capello in panchina. Se giochiamo così, pensai, Batistuta ci infilerà come tordi.  Per la cronaca quel Roma Fiorentina finì zero a zero  ma solo perché gli  attaccanti romanisti sbagliarono diversi gol.  Batistuta fu  neutralizzato da un una difesa così alta che sistematicamente lo lasciava   in fuori gioco impossibilitato a colpire. Ecco tradotta in pratica calcistica  la filosofia di Zeman: LA MIGLIOR DIFESA E’ L’ATTACCO.


Il filmato riguarda proprio un Roma-Juventus, vinto da giallorossi per due a zero. Sulla panchina della Roma Zeman, capitano della Juve, Antonio Conte attuale allenatore dei bianconeri: Corsi e ricorsi Storici

2 commenti:

  1. Oltre che con i comunisti anti borghesi, dovresti scusarti con i comunisti juventini.. per le numerose inesattezze e allusioni...
    1) da un noto giornale juventino
    http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/Primo_Piano/2005/12_Dicembre/14/sentenza.shtml

    e si potrebbe continuare....

    La Roma è tutto tranne che una povera squadra di proletari vittima del palazzo....

    Ma che ci vuoi fare .. il calcio è oppio :-D:-D:-D

    Cmq.. ho saputo che siete finalmente usciti dal PRC

    saluti comunisti..

    /Dario

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  2. Preciso. Quando ho scritto che l'unico a pagare è stato il dott. Agricola, intendevo dire che è stato l'unico il quale, a seguito della vicenda, non ha potuto continuare a svolgere il proprio lavoro di medico sociale della JUVE, non che fosse stato condannato. Quindi l'inesattezza eventualmente è una sola. In quanto alle allusioni sono numerose, ma guarda caso sono comuni a tutti i tifosi dell'altra mezza Italia che non tifa juventus. Comunque accapigliarsi sul calcio ogni tanto non fa così male, DIVERTIAMOCI UN PO' E NON OFFENDIAMOCI SE POSSIBILE .
    Saluti Comunisti anche a te Caro Dario

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