Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 29 aprile 2013

Il Primo Maggio è dei lavoratori e delle lavoratrici che lottano

Partito di Alternativa Comunista


La giornata del Primo Maggio è nata più di 120 anni fa, in ricordo dei "martiri di Chicago" che furono condannati a morte negli Stati Uniti per aver diretto una lotta contro lo sfruttamento capitalistico. Dal 1889 si decise di realizzare ogni anno, in occasione della ricorrenza, una giornata internazionale di lotta della classe lavoratrice. Da allora, i padroni hanno tentato, a più riprese, di cancellare il Primo Maggio: basta pensare ai recenti tentativi governativi di cancellare la festività del Primo Maggio e alle ordinanze dei sindaci di centrodestra e centrosinistra che permettono l'apertura delle attività commerciali.
Quest'anno padroni e burocrati di Cgil, Cisl e Uil hanno invitato i padroni (cioè i rappresentanti di Confindustria!) a salire sui palchi del Primo Maggio! E' il risultato ultimo di quella che è stata in questi anni la politica di queste direzioni sindacali: concertazione al posto della lotta di classe, collaborazione con il padrone anziché scontro, dismissione dei diritti anziché difesa intransigente degli stessi.
Il Partito di Alternativa Comunista, sezione italiana della Lega Internazionale dei Lavoratori-Quarta Internazionale, ripudia questa strumentalizzazione della giornata del Primo Maggio e invita a trasformare ogni manifestazione in autentica giornata di lotta!
 
Il Primo Maggio non può essere una giornata di conciliazione tra padroni e operai: il Primo Maggio è una giornata di lotta contro i padroni, è dei lavoratori e delle lavoratrici che lottano contro lo sfruttamento del lavoro. Lavoratori e padroni, sfruttati e sfruttatori, hanno interessi contrapposti e per questo non ci può essere nessuna conciliazione. 
 
Il Primo Maggio non è la giornata della "pace sociale", ma è una giornata rivoluzionaria: è la giornata in cui celebriamo le rivoluzioni del Nord Africa e del Medio Oriente, che, dalla lotta per la democrazia e la liberazione nazionale, devono avanzare necessariamente nella lotta per il socialismo. Solo abbattendo l'imperialismo, lo Stato fantoccio di Israele e le borghesie nazionali subalterne all'imperialismo le rivoluzioni arabe potranno veramente trionfare. Ma, per fare questo, serve un partito internazionale in grado di guidare le masse - dall'Egitto alla Tunisia alla Siria - fino alla vittoria, cioè fino alla costruzione del socialismo.
 
Il Primo Maggio non è una giornata di "festa": è la giornata della guerra di classe con cui i lavoratori europei devono respingere gli attacchi della Troika. Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale scaricano i costi della crisi sulle spalle dei giovani, dei lavoratori, degli immigrati, delle donne. Per questo, impongono ai governi europei misure di austerità con cui smantellano e privatizzano i servizi pubblici e i diritti sindacali. I lavoratori devono organizzarsi per rispondere a questi attacchi, devono utilizzare le principali armi che hanno a disposizione per respingere queste misure: lo sciopero generale e prolungato, l'autodifesa proletaria, l'unità di classe contro i padroni.  

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