“Un anno fa, 12 mesi di fatti per cambiare il Lazio”. Questo
era il titolo del convegno che si è tenuto venerdì scorso 11 aprile, presso il Multisala
Sisto di Frosinone. L’evento aveva lo
scopo di illustrare ai cittadini di Frosinone il bilancio di un anno di governo
della nuova giunta regionale del Lazio. Il compito era affidato ai consiglieri regionali
di maggioranza eletti nella nostra provincia: Mauro Buschini e Daniela Bianchi,
ma soprattutto al presidente della Regione Nicola Zingaretti.
Evidentemente il convegno aveva anche l’obbiettivo
di supportare i candidati a sindaco del centro sinistra in corsa per le
amministrative che si terranno a fine maggio in molti comuni importanti della
Ciociaria, fra cui Anagni e Veroli. Per
par condicio, così come siamo andati a far danni alla CONVENTION GRILLINA, tenutasi qualche settimana fa nella nostra
città, non potevamo esimerci dal partecipare anche alla kermesse del
centrosinistra.
In verità in questa occasione non è stato possibile incidere
più di tanto. Infatti non erano previsti interventi del pubblico. Si doveva
solo ascoltare l’esposizione di Buschini, Bianchi e Zingaretti. Ciò che immediatamente è emerso è che Nicola
Zingaretti non si trova al passo con il
suo segretario di partito, nonché presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Il nuovo corso impone che mentre parlano i propri
collaboratori si cazzeggi con lo smartphone. L’”antico” Zingaretti, invece, non si è perso neanche una battuta dei
discorsi dei suoi consiglieri. Inoltre
nell’intervento del presidente della Regione non vi è stata traccia di un proclama , di una promessa, che
so’ un “AUMENTEREMO DI UN MILIONE DI UNITA’ I POSTI LETTO NEGLI OSPEDALI”
niente di niente. Solo un puntuale
bilancio di quanto è stato realizzato e di ciò che si deve ancora fare per mettere
in atto il programma.
Uffa che barba!!!!
Diamine siamo in campagna elettorale!!! Un po’ di brio!!! Qui si rischia il #ZINGARETTISTAISERENO. E’ vero le slide c’erano ma erano poco
colorate, riportavano dei grigissimi grafici, si susseguivano in modo incerto. Niente
a che vedere, non solo rispetto al
pesciolino rosso della prima conferenza stampa dell’era renziana, ma anche al
triste lavoro da secchiona proposto
dalla Boschi per illustrare le riforme istituzionali. Se avesse partecipato Renzi, sarebbe morto
dalla noia e avrebbe chiesto immediatamente le dimissioni di Zingaretti.
A noi Zingaretti sta simpatico, per cui nel montare il video del suo intervento, abbiamo cercato di “renzizzarlo”.
Abbiamo aggiunto il proclama che mancava (pensiamo sia veramente in stile renziano) , quindi è stata inserita una musica in sottofondo. Questa è un
artificio a cui Renzi non aveva mai pensato.
Forse i brani tratti da una delle più importanti incisioni della storia
del jazz come “Birth of the Cool” di
Miles Davis insieme all’orchestra di
Gill Evans non sono propriamente in linea con
la post modernità reniziana. E’ musica da professori e Dio sa quanto i
professori siano una palla al piede per chi vuole cambiare e innovare . Il sindaco d’Italia avrebbe preferito Ligabue
o Jovanotti. Però non ce la siamo sentita. Vuoi o non vuoi Zingaretti un minimo
di stile l’ha dimostrato dunque va bene la renzizzazione, ma non esageriamo. Ah
dimenticavo i brani sono: Jeru, Venus De Milo e Deception. Buona visione.
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