E’ chiaro a tutti che occorre un riposizionamento della
sinistra in Italia e in particolar modo nella provincia di Frosinone. I
risultati provinciali delle elezioni europee, che hanno visto l’avanzamento del
PD e la buona tenuta di Forza Italia, hanno dimostrato come nella nostra
provincia resistano logiche clientelari dure a morire. Una svolta in questo
senso può arrivare soltanto dalla riorganizzazione di quelle forze a sinistra
del PD, le quali, durante la campagna per le europee, si sono battute contro le
politiche dell’austerity, causa principale del collasso sociale in cui versa la
nostra provincia. L’urgenza di questo riassetto politico è sottolineato anche
dal risultato del congresso della CGIL a Rimini, che ha evidenziato come la
sinistra sindacale non riesca a trovare un accordo per rilanciarsi in un
momento delicato nel quale invece si avverte la forte necessità di una sinistra
di classe. Solo una sinistra unita e con le idee chiare, e che sappia mettere
al centro il tema del lavoro, può rappresentare una speranza per il paese e per
la provincia di Frosinone in primo luogo. Una sinistra che sia in grado di
superare personalismi ed individualismi che l’hanno portata verso un declino
che si è poi tradotto nel declino sociale ed economico dell’intero paese, in
quanto il risultato delle decennali politiche neoliberiste europee e nazionali
è adesso sotto gli occhi di tutti. La provincia di Frosinone in particolar modo
negli ultimi 20 anni è stata il teatro di una deindustrializzazione costante
che ha prodotto la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. A
questo bisogna aggiungere che le nostre terre sono state a lungo oggetto di
condotte criminali in termini di inquinamento, le cui conseguenze gravano
quotidianamente sulla salute dei cittadini. Questa piaga va poi a ricollegarsi
in maniera sinistra alla profonda crisi in cui versa il nostro sistema
sanitario. Questo elenco, che potrebbe proseguire impietoso, ci deve convincere
una volta di più circa la necessità di una svolta. Noi Comunisti Italiani
lanciamo la proposta di aprire un forum provinciale a settembre aperto a tutti
ed in particolare a tutte quelle forze ed organizzazioni che intendono opporsi
alle politiche della Unione Europea, che sono condivise e sostenute dal nostro
governo e che non tengono conto delle tematiche del lavoro ma danneggiano
invece il futuro dei nostri giovani. Per fare questo ci stiamo già impegnando
ad organizzare una riunione preliminare da tenersi nel mese di luglio. Occorre un punto di vista diverso dal regime unico
dell’informazione a cui siamo sottoposti e quindi da questa politica che
conduce soltanto, come ha scritto recentemente in un articolo il
costituzionalista Stefano Rodotà, ad una democrazia autoritaria.
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