Il tempo è galantuomo. E’ vero, anche se tale la galanteria,
spesso, si rivela inutile quanto beffarda.
Mi riferisco alla campagna elettorale cui ho partecipato nelle fila di
Rifondazione Comunista per le elezioni comunali del 2012. Competizione
disastrosa anche in termini di deterioramento di rapporti umani, ma molto utile
per capire certe dinamiche.
Il tempo è galantuomo perché in quella campagna
elettorale eravamo gli unici, noi del circolo Carlo Giuliani di Rifondazione di
Frosinone , a sostenere, e quindi a voler inserire nel programma, la necessità di
contravvenire al patto di stabilità per i Comuni . Venimmo bollati come
terroristi dai componenti delle altre liste (Sel e una civica denominata
Frosinone Bene Comune) che con noi appoggiavano il candidato sindaco Marina Kovari. Il patto di stabilità era una
iattura ma non rispettarlo era un atto scellerato di disobbedienza civile ci
dissero .
Oggi a distanza di due anni, il patto di stabilità è il pericolo pubblico
numero uno . Perfino Matteo Renzi,
evidentemente non un terrorista, tuona contro questa odiosa prescrizione
divenuto bersaglio anche dei sindaci più moderati .
Ma il tempo ci onora dell’elogio di
galantuomini anche per altre cosucce accadute prima e durante quella campagna
elettorale. Proprio il tempo ci
riabilita dalle accuse di sfascismo ricevute dalla segreteria
provinciale del nostro ex partito, la quale aveva identificato nella nostra
condotta politica, orientata a fuggire
dall’abbraccio mortale con il Pd e altri pezzi
riformisti in libera uscita nei comuni della Provincia chiamati al voto,
la causa dello scioglimento del Circolo Carlo Giuliani di Frosinone.
Sfascisti
era anche l’accusa che ci venne dal
circolo di Rifondazione di Ceccano impegnato anch’esso nella campagna
elettorale per le comunali. Nella tappa
di avvicinamento alle elezioni i compagni di Ceccano prima schifarono sia la Maliziola, accusata di essere una borghese
riformista al servizio di Schietroma, sia
il candidato trito e ritrito del Pd Maurizio Cerroni. Poi in nome del “laboratorio
della buona politica” si turarono il naso e scelsero la Maliziola, per
assicurare comunque al loro esponente Umberto Terenzi lo scranno a vita in consiglio comunale .
La scelta portò il laboratorio della buona
politica alla vittoria con l’elezione a sindaco di Manuela Maliziola . Ma
subito i rifondaroli ceccanesi dovettero
abbozzare l’entrata in giunta dell’ex
forzitaliota indigesto Angelino Stella. Morale della favola. Il Circolo della Buona
politica, ha governato con la Maliziola contro il Pd, poi ha governato con la
Malziola e il Pd infine ha
sfasciato tutto, firmando insieme alle
odiate forze amiche nemiche Psi-Sel-Pd e
qualcuno di Fratelli d’Italia, le dimissioni in massa sancendo la fine prematura della
giunta Maliziola .
La ripicca per non aver ottenuto le poltrone richieste è
arrivata ad un punto tale da autocertificare
il proprio fallimento, buttare a mare il voto dei cittadini ed affidare la
città con la sua marea di maleodoranti problemi ad un commissario. Come esempio di sfascismo non è male! Noi
venimmo accusati di aver sfasciato il
circolo di Frosinone, ma questi, Dio li benedica, hanno sfasciato un intero
consiglio comunale dove pure sedevano in maggioranza, e si sono rottamati da
soli, perché non so quanto questa faccenda sia stata apprezzata dai cittadini
di Ceccano e quanto questi siano disposti a rivotarli. Il bue che dice cornuto all’asino.
E veniamo a
coloro che ci accusavano di aver voluto sfasciare una coalizione, quando alla
vigilia del ballottaggio, fra Ottaviani e Marini, coerentemente decidemmo al
contrario delle liste che con noi sostenevano Marina Kovari, di non appoggiare
nessuno dei candidati. Sel, Frosinone
bene Comune e anche la segreteria del nostro stesso partito ci accusarono di
sfascismo per la scelta di non schierarci a fianco di Michele Marini, candidato
Pd ai ballottaggi.
L’allora segretario provinciale di Sel, Nazareno Pilozzi,
oggi deputato, sosteneva che Marini era
più di sinistra di Ottaviani, dimenticando che lo stesso esponente del Pd era
sostenuto da ciarpame fascistoide raccolto in diverse liste. Fu lo stesso Pilozzi ad accusarci di sfascismo.
Ma anche in questo caso l’allievo ha superato il maestro. Noi avremo anche
sfasciato la coalizione, ma il buon Pilozzi pare sia in prima linea per guidare il bulldozer che
asfalterà Sel dopo la diaspora dei “Miglioristi”. Colui che ci accusava di
sfascismo è pronto a passare, armi e bagagli, magari dopo una piccola sosta in
qualche gruppo misto, alla corte di Renzi, rendendosi corresponsabile dello
sfascio, non di un circolo cittadino di Sel, ma dell’intero partito. E’ proprio
vero chi di sfascismo ferisce, di sfascismo perisce. Noi avremo sfasciato un
circolo cittadino di Rifondazione, ma abbiamo lasciato integra la nostra digitò
politica. Lo sfascismo di altri è stato molto più devastante.
Di seguito l'intervento, quanto mai profetico, nella nostra campagna elettorale dell'allora presidente della FIOM Giorgio Cremaschi.
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