L'evidenza abbagliante del sopruso, della demenzialità crudele costituita in pretesa «Razionalità» legittima e normativa, scatenano (spero in tanta gente) un disgusto e un furore tali, che è facile slittare, sbandando come su fondo ghiacciato.
Solo per restare a situazioni vicine (che non sono poi le più estreme di quelle che ci vengono a getto continuo rinviate da ogni lembo della superficie piagata della 'Macchina-mondo') : le immagini dagli scogli di Ventimiglia così come la narrazione dal vivo della vita quotidiana delle 'genti comuni' – diciamole così – in Grecia, fanno rischiare, almeno a chi vi scrive , un accesso di razzismo contro la « Razza padrona ».
Certo, beninteso la critica radicale... il rapporto di capitale, i rapporti sociali, la forma-Stato, le logiche, le istituzioni, le « leggi di movimento », le inerzie gli interessi le ideologie... Certo, la critica delle economie politiche agenti a livello antropologico, certo l'intera Storia, la costante della guerra sotto la cenere, certo, certo...
Cionondimeno, scorre davanti agli occhi questa galleria di mostri e mostricciattoli alla Grosz – statisti, statalisti, imprenditori, banchieri, tecno-econo-burocrati, grands comis..., e scendendo giù 'pe' li rami', politicanti, opinionisti, servi sciocchi [servo/padroni arroganti, forti coi deboli striscianti coi forti]... Tutto un canagliume disgustoso, d'alto bordo e di volgari bordelli – non uno che avesse almeno il senso tragico di assumere, di rivendicare l' «affectio societatis scelerum» !
Devo dire, che quando ossessivamente gli schermi televisivi ci martellano le immagini dei loro consessi, e le voci fesse e chiocce di banditori e banditrici ripetono formule, frasi fatte, di cui manifestamente non capiscono il senso (tra orribili gratuiti neologismi, tipo ''criticità...divisivo...partecipato...'', con aggiunta di inequivocabili castronerie – tipo « in puntA di Diritto », che dette da tifosi della « meritocrazia » meriterebbero che un Orbilius 'correggesse' con adeguato numero di nerbate) ; quando si vedono volteggiare in squallidi saloni i soliti comprimarî di sempre, con le loro facce che sembrano vesciche pallide, e gli occhî vuoti, frullano nella testa epiteti, anatemi e quel che segue.
Noi non siamo animule blandule, AnimeBelle stile Boldrini che oppongono a questi qua un'angelizzazione delle loro Vittime ; come scrive Camus, « ...non ci sono angeli di luce ed idoli di fango : gli umani vivono così, a mezz'altezza ».
È comunque, direi, una certezza, che – oggi su questi due punti di scontro, migranza e ''Grecia'' – pur nella nostra estrema evidente povertà dei mezzi, occorre non lasciare la presa, esercitare quantomeno una sorta di mobbing, ''stalking'', moltiplicare pratiche di soldarietà concreta, persistere, mostrando la miseria abietta di questi funzionarî di una governamentalità mortifera.
Ora che c'è un campo « No Board » permanente a Ventimiglia, occorre darsi il cambio a presidiarlo, per durare indefinitamente. E probabilmente preparare per ''il rientro'' in autunno una pressione a scacchiera su tutti i luoghi istituzionali – rappresentanze diplomatiche, ufficî, roba simile – dell'Unione Europea. Si potrebbe pensare al ''serpentone'' di una marcia... Poca cosa certo, forse solo un certo volontarismo da parte di uno 'a questo giro' forzosamente assente. Forse (confessiamolo), scrivo queste righe piùcchealtro per me, che stavolta sono artigliato al letto dalla convalescenza per un distacco della cornea... che non vale la pena rischiare di diventar orbo stile Capitan Uncino... Forse scrivo per sentirmi con gli altri alla tre giorni No Border di Ventimiglia, che con altri avevo auspicato e, pur sommessamente, proposto.
Spero che queste cose che dico siano pleonastiche, che questo ed altro sia stato deciso dall'assemblea di ieri, tra una ''battitura'' e l'altra alla frontiera.
Un saluto, Oreste
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