Partito Democratico Federazione di Frosinone
Sindaci PD e di area PD
Documento sulla gestione del servizio idrico Acea Ato 5 spa.
"L'acqua potabile è
un diritto fondamentale, essenziale per il pieno godimento del diritto alla
vita e di tutti i diritti dell’uomo."
Assemblea delle Nazioni Unite.
Assemblea delle Nazioni Unite.
L’Impegno e l’attività politica senza populismi inutili, del PD,
per una gestione funzionale rispetto alle tante criticità del gestore: Piano
degli investimenti-Formalizzazione degli inadempimenti del gestore tramite la
Sto- Messa in mora- Risoluzione
SI all’escussione del
deposito cauzionale a fronte del mancato pagamento degli oneri Concessori
NO forte alla fusione
Ato2-Ato5
SI alla rapida attuazione
della Legge Regionale 5 Acqua Bene Comune
Il Partito
Democratico, i Sindaci PD e i sindaci che si rifanno ad un area
politica vicina al nostro partito, da sempre impegnati nel garantire un
servizio idrico efficiente, ritengono utile chiarire la propria posizione
politica per evitare interpretazioni populiste e strumentali a cui si assiste
in questi giorni.
Il 27.06.2003 veniva stipulata la convenzione per
l’affidamento, per la durata di anni trenta, della gestione del servizio idrico
integrato dell’Ato 5 – Lazio Meridionale ad Acea Ato 5 Spa dopo una gara
europea. Successivamente, sono sorti diversi problemi tra il gestore e gli enti
del territorio, tra cui, la mancata adesione all'ambito di alcuni comuni, il
mancato adeguamento tariffario e vari problemi relativi alla funzionalità del
servizio ed alla realizzazione degli investimenti che hanno rallentato e complicato
l'adeguamento del piano d'ambito.
Negli
anni di gestione dell’Acea ATO 5 si sono registrate e si registrano tutt’ora,
con riferimento a tutto il territorio provinciale, carenze d’acqua, perdite
e disservizi vari ed insoddisfazione per gli investimenti effettuati.
Riteniamo non più prorogabile intraprendere un percorso di tutela dei nostri cittadini specificando che già dal 2014 ci sono stati atti formali di contestazioni e di azione politica su tale tema e nel marzo del 2015, riprendendo quanto già approvato all'unanimità nel 2011, 49 sindaci, primo firmatario Giuseppe Moretti, hanno firmato e votato un documento che segnava in maniera puntuale le questioni relative alla riscossione degli arretrati pregressi, ai disservizi, alla bollettazione ed ai mancati investimenti, questioni che tutt'ora sono al vaglio della STO, alla quale chiediamo di verificare rapidamente, come è nelle sue competenze, la capacità del gestore di soddisfare gli enti e quindi i cittadini.
Bisogna
analizzare gli atti partendo dalla Convenzione, un contratto che come in ogni
altro caso ha specifiche clausole e contiene indicazioni sulle procedure da
seguire. Per poter contestare il servizio offerto dal gestore occorre prima
avere una tariffa – e tutti siamo a conoscenza dei fatti che hanno portato alla
definizione della stessa – e soprattutto approvare il Piano degli Investimenti,
come è stato fatto nella Conferenza dei Sindaci dello scorso maggio, dopo anni
di rinvii. Oggi con questi due passaggi, e attenendoci a quanto recita la
Convenzione, possiamo passare alla fase successiva.
La
Consulta d’Ambito, su proposta dei sindaci del Pd, nella seduta del 14
gennaio scorso, ha richiesto alla STO (StrutturaTecnico
Operativa) di formalizzare entro il 28 gennaio l’elenco degli inadempimenti del
gestore per poi avviare le procedure di risoluzione del contratto
mediante la messa in mora. Il percorso seguito è interamente indicato
dalla Convenzione all'art. 34.
Con
questo percorso potremo dare forza alla nostra battaglia ed evitare altre spese
a carico dei cittadini, come quelle legali sostenute nel passato e costate alla
collettività circa due milioni di euro, a fronte di zero risultati. Oggi,
semplicemente rispettando quanto contenuto nella Convenzione e senza ulteriori
costi, siamo in grado di poterci opporre ai disservizi del Gestore.
Se questi passaggi fossero stati fatti precedentemente, soprattutto da chi era deputato a farlo, non ci troveremmo a questo punto. Avere un servizio idrico funzionale è l’obiettivo che vogliamo perseguire, per il quale è utile il contributo di tutti, Istituzioni, Associazioni e Comitati.
Per
onor di cronaca è utile ricordare che tentativi di
risoluzione del contratto sono stati più volte annunciati e mai
realmente intrapresi da chi è abituato ad urlare senza produrre poi soluzioni
concrete.
Per quanto riguarda la vicenda delle partite
pregresse 2006-2011, l’ammontare dei conguagli è stato determinato dal
Commissario ad acta nel limite massimo di 75,18 milioni di euro, al netto delle
penali per 9,312 milioni di euro che lo stesso Commissario ha inteso applicare
all’Acea Ato 5 spa. E’ stato prodotto ricorso verso tale provvedimento ed
abbiamo avuto torto nei primi due gradi di giudizio. Ora siamo in attesa del pronunciamento del
Consiglio di Stato. A tal proposito, ci preme comunque evidenziare che si è arrivati a tale
situazione per mancanza di iniziativa e prontezza nel fissare la tariffa
da parte di alcuni sindaci. Infatti, nell’assemblea dei Sindaci veniva quasi
sempre a mancare la presenza del numero legale per votare, così come previsto
dal Contratto vigente, l’adeguamento della tariffa. Tutto ciò, a causa di una
campagna denigratoria condotta nei confronti dei primi cittadini da chi
continuava e continua a far credere ai cittadini che votare l’adeguamento di
tariffa sia come votare “l’aumento”!!! E’ un’ignobile bugia che avvantaggia
Acea Ato 5, la quale è ben lieta, in assenza del deliberato dei Sindaci, di
rivolgersi ad un commissario ad acta per farsi approvare, come già è avvenuto
per l’arco temporale 2006-2011, adeguamenti di tariffa per lei vantaggiosi.
Quanto
all'accorpamento della Società Acea- Ato5 in Acea-Ato2, si tratta di una
decisione che riguarda la struttura societaria. Anche in questo caso è la
Convenzione che ci guida: in base all’art. 29, la Consulta d’Ambito ha chiesto
un parere alla STO per capire gli effetti di questa fusione sul servizio, in
particolare sulla verifica del permanere delle garanzie tecniche, economiche e
finanziarie. Quindi l’unica competenza della Consulta rispetto alla procedura
di fusione è quella di esprimere un parere seppur non vincolante. Rispetto
ai tempi per evitare che cada nel silenzio assenso, ai sensi del comma
4, art. 29 della Convenzione, l’Ato 5 ha a disposizione 60 giorni e non 30
giorni come per l’Ato2. Una fusione a freddo, senza condivisione, e
verso la quale ci sentiamo di esprimere non solo forte contrarietà ma anche
sgomento per come è evoluta la discussione, che produrrà sicuramente maggiori
disagi in termini di funzionalità e di costi visto il vastissimo e variegato
territorio.
Il nostro interesse è sempre stato quello di agire a favore della comunità attraverso gli strumenti della legalità e del diritto, senza proclami strumentali per evitare che, in assenza di garanzie sul futuro, all'indomani della risoluzione del Contratto con Acea ATO 5, i cittadini si trovino a pagare debiti pregressi come già accaduto ad esempio, con il Consorzio degli Aurunci.
Riteniamo che
in una fase delicata come questa sia opportuno garantire il concreto
funzionamento dell’OTUC (Organismi di Tutela degli Utenti e dei Consumatori) di
Frosinone e intimare all’Acea Ato 5 Spa di cooperare al buon funzionamento del
medesimo; pretendere dall’Acea Ato 5 Spa il puntuale recapito delle bollette,
riducendo al minimo i disagi fino ad ora patiti dai cittadini, nonché
pretendere il rispetto della trasparenza e privacy in tutta la gestione e
fatturazione; seguire il rimborso della Determina del Commissario ad acta del
19 dicembre 2014 nominato in esecuzione del Tar Lazio, sede di Latina Sez.
Prima n. 822 del 2012 dove l’Acea dovrà rimborsare 3,5 milioni di euro a 27mila
utenze ciociare che per il periodo intercorrente 16 ottobre 2013 e il 15
ottobre 2008 che hanno pagato il servizio di depurazione senza che quest’ultimo
fosse attivo;
Fermo
restando quanto già sottolineato in precedenza, riteniamo di
dover:
- intraprendere nei confronti del Gestore tutte
le iniziative ritenute necessarie a tutela della ragioni dell’A.A.T.O;
-
avviare un tavolo tecnico con la Regione
Lazio relativamente al Piano straordinario di risanamento delle risorse idriche
ed individuare di concerto con tutti i soggetti coinvolti un percorso per far
fronte alla programmazione ed attuazione degli interventi oggetto di
finanziamento regionale.
-
procedere immediatamente all’escussione del deposito cauzionale a
fronte del mancato pagamento da parte del Gestore degli oneri concessionari
dovuti;
Riponiamo
molta fiducia nella piena attuazione della Legge Regionale
N.5 2014 che condividiamo in toto in “ conformità ai principi
costituzionali e comunitari ed in ossequio alla volontà popolare espressa nel
referendum del 2011 detta, nel rispetto dei principi di cui alla legislazione
statale in materia, le disposizioni con cui deve essere governato il patrimonio
idrico della Regione, ferma restando la proprietà pubblica delle reti idriche,
promuovendo l’uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica, in quanto
bene pubblico primario e fattore fondamentale di civiltà e di sviluppo, secondo
principi di solidarietà e in funzione di obiettivi di salvaguardia dei diritti
della comunità regionale e promuovendo la salvaguardia dell’approvvigionamento
idrico dei soggetti socialmente ed economicamente svantaggiati o residenti in
zone territorialmente svantaggiate A tale scopo, la presente legge si prefigge
l’obiettivo di favorire le condizioni per la definizione e lo sviluppo di un
governo pubblico e partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua, in
grado di garantirne un uso sostenibile e solidale. “
Frosinone, lì 20
Gennaio 2016.
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