ANPI Comitato Nazionale
Nella riunione del Comitato nazionale dell’ANPI, del 21 gennaio, si è ampiamente
ed approfonditamente discusso circa la riforma del Senato e la legge elettorale
e sulla proposta di aderire ai Comitati referendari già costituiti.
La discussione è stata veramente apprezzabile, per la ricchezza e la
serietà delle argomentazioni e per la compostezza del confronto. Si partiva
dalla proposta del Presidente di aderire ai Comitati referendari già costituiti
sull’una e sull’altra legge, tutta fondata sul tema della coerenza nella
intransigente difesa della
Costituzione, secondo la linea perseguita dell’ANPI negli ultimi due
anni. Sulla relazione vi sono stati molti consensi e sono state manifestate
alcune perplessità e preoccupazioni, che hanno contribuito – anch’esse – alla
valenza complessiva del dibattito, consentendo di arrivare, alla fine, ad un
voto sostanzialmente unitario (solo tre astensioni).
In effetti, proprio per il contributo della discussione e del confronto,
si è pervenuti, non solo all’esito positivo già indicato, ma anche alla
definizione – ai fini della chiarezza - delle modalità e delle “condizioni” che
devono caratterizzare l’ingresso dell’ANPI nella compagine referendaria. Questi
aspetti, resi evidenti ed esposti nelle conclusioni del Presidente, possono
essere così sintetizzati:
a. l’ANPI aderisce alla iniziativa referendaria in stretta coerenza con
la linea
seguita per due anni sul tema della riforma del Senato e sulla legge
elettorale,
qualificata fin dalla prima manifestazione, al Teatro Eliseo di Roma
come “una
questione di democrazia”. La conseguenza logica della approvazione
delle due
leggi in termini poco diversi rispetto a quelli iniziali, è che la
parola va data alle
cittadine e ai cittadini perché si esprimano liberamente, senza
pressioni e
soprattutto senza ”ricatti”.
b. nell’aderire ai Comitati referendari già costituiti, l’ANPI mantiene
la sua
piena autonomia e la sua piena libertà di azione e di giudizio,
impegnandosi
peraltro a contribuire ad un efficace svolgimento della campagna
referendaria,
basata, prima di ogni altra cosa, su una corretta e completa
informazione delle
cittadine e dei cittadini sui contenuti dei provvedimenti di cui si
chiederà
l’abrogazione.
c. l’ANPI non è interessata – nel caso particolare delle riforme – ai
problemi
più specificamente “politici” (il “plebiscito”, la tenuta e le sorti
del Governo,
etc.); per la nostra Associazione il tema è solo quello
dell’intransigente difesa
della Costituzione da ogni “stravolgimento” che rimetta in discussione
le linee
portanti (anche della seconda parte) ed i valori di fondo; considera la
Riforma
del Senato e la legge elettorale, così come approvate dal Parlamento,
un vulnus
al sistema democratico di rappresentanza ed ai diritti dei cittadini,
in sostanza
una riduzione degli spazi di democrazia;
d. l’ANPI esclude la collocazione della battaglia referendaria nel
recinto di un
qualsiasi schieramento politico, nonché ogni altra opzione politica che
non sia
quella, appunto, della salvaguardia della Costituzione;
e. l’ANPI, che attualmente ha oltre 120.000 iscritti e
un’organizzazione
estesa all’intero territorio nazionale, deve godere di una
rappresentatività
all’interno dei Comitati referendari, adeguata a ciò che essa rappresenta,
in
tema di iscritti e di valori;
f. l’ANPI ritiene che - rispetto alle Assemblee pubbliche, pur talora
necessarie - debbano essere privilegiati gli incontri e le iniziative
di contatto e
rapporto con i cittadini attraverso la formazione di Comitati locali,
ampi ed
aperti e rivolti soprattutto alla popolazione, per informare e
convincere sui
complessi temi in discussione;
g. si ritiene opportuno che i Comitati referendari, se non lo hanno già
fatto,
provvedano alla costituzione di esecutivi snelli e dotati di
particolare
autorevolezza, in grado di coordinare ed intervenire con indicazioni,
suggerimenti e proposte, anche in rapporto con i comitati locali che si
andranno
costituendo;
h. l’ANPI si riserva di assumere anche iniziative autonome, ma non
confliggenti con quelle dei Comitati, per informare sulla posizione
assunta e
sulle sue caratteristiche anche di autonomia, nonché su tutte le
questioni che
riguardano le due leggi in discussione.
Questi sono i connotati fondamentali e le “condizioni” dell’adesione
dell’ANPI ai Comitati referendari.
Sotto il profilo interno, è evidente che questo ci impegna a dare il
nostro contributo, in sede nazionale e in periferia, allo sviluppo della
campagna referendaria, con iniziative, con la costituzione dei Comitati, con
tutti i mezzi e gli strumenti di informazione e di convincimento.
Naturalmente, ci sono due condizioni “interne”, perché tutto questo si
possa svolgere regolarmente: la prima dipende strettamente dalla concomitanza
con la campagna congressuale, che culminerà nel Congresso nazionale a metà maggio.
Bisogna riuscire a far bene l’una e l’altra cosa, considerando
l’importanza che assume per la nostra Associazione, il Congresso, che è
occasione di confronto, ma anche e soprattutto di definizione della linea che
si adotterà per il futuro.
La seconda è che in una associazione pluralista come la nostra ci
saranno certamente opinioni anche diverse da quella prevalsa nel Comitato
nazionale; e del resto, alcune perplessità e preoccupazioni sono emerse anche in
quella sede. Ebbene, la parola chiave è: “rispetto” di tutte le opinioni, pur
nel contesto
dell’attuazione delle decisioni assunte. Ognuno sarà libero di votare
come crede, quando verrà il momento; ma oggi sono da evitare azioni ed
iniziative che contrastino con la linea assunta dal massimo organo dirigente,
così come devono essere - da parte di chi è convinto della bontà e della
giustezza della decisione adottata – evitati toni e comportamenti che in
qualche modo possano apparire prevaricatori. L’ANPI è perfettamente in grado di
mantenere la sua preziosa unità se tutti rispettano le regole, le decisioni
adottate e – al tempo stesso – le opinioni diverse.
C’è troppo da fare per continuare a discutere all’infinito: c’è il
Congresso e ci sarà la campagna referendaria. Dunque, c’è lavoro in abbondanza
è c’è, soprattutto, la convinzione e la certezza che ciò che facciamo, in piena
autonomia e con assoluta attenzione all’identità ed ai valori dell’ANPI, è funzionale
al bene del Paese e della collettività e soprattutto all’intransigente (e non
conservatrice) salvaguardia della Costituzione.
Non escludiamo la possibilità di iniziative anche autonome, per
illustrare e chiarire la nostra posizione e per indicare positivamente (lo
ripeto per l’ennesima volta, non siamo per la conservazione dell’esistente a
tutti i costi) ciò che si potrebbe (e si dovrebbe) fare, semmai, per superare
alcuni difetti del bicameralismo “perfetto”, senza stravolgere la Costituzione,
prendendo esempio anche da esperienze già realizzate in altri Paesi.
Pertanto, è opportuno “attrezzarsi”, conoscere bene la legge di riforma
del Senato, conoscere bene la legge elettorale, per poterne indicare e spiegare
i difetti, i limiti e le ragioni per cui ne chiediamo la cancellazione.
E’ un momento delicato e complesso; ancora una volta, questo costituirà
motivo e stimolo per un impegno solido e convinto.
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