Comitato provinciale acqua pubblica Frosinone
In occasione della convocazione della
Consulta d’Ambito di lunedì 30 ottobre, rinnoviamo la richiesta al Presidente
dell’AAto, al sindaco di Frosinone, di Veroli, di Ceprano, di Morolo, di
Aquino, di Sora, di Picinisco e di Sgurgola di inserire nell’ordine del giorno della
prossima Assemblea la “Ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato” per
discutere sulla definizione dei nuovi ambiti di bacino idrografico e
predisporre uno studio di fattibilità tecnica ed economica che esamini le
diverse opzioni di ripubblicizzazione.
I cittadini
organizzati in comitati spontanei negli anni non sono stati a guardare e ad
aspettare, tanti hanno un legittimo contenzioso aperto con il gestore e continuano
a subire le minacce di distacco.Acea,
infatti, avvalendosi della circostanza per la quale opera in regime di monopolio per la fornitura di
un bene vitale ed essenziale come l’acqua, impiega laleva commerciale della minaccia
di interrompere il servizio.
Negli anni abbiamo capito il fallimento della privatizzazione dell’acqua
incarnato da Acea e dagli amministratori complici, e che non ne saremmo venuti
a capo se non avessimo cambiato rotta.
Ci siamo messi a studiare, a capire come liberarci veramente e
definitivamente del gestore. Abbiamo voluto cambiare le regole del gioco e abbiamo presentato una proposta di Legge regionale di
iniziativa popolare. Quella proposta è diventata Legge già nel 2014, si chiama
“Tutela, governo e gestione pubblica delle acqua”. Questa Legge ha dato al
Lazio (a differenza di altre regioni d’Italia) la possibilità di cambiare
rotta, di definire dei nuovi Ambiti Territoriali (più piccoli e gestibili) e di
avere una nuova Convenzione di Cooperazione che vuol dire che i Comuni all’interno
dell’Ambito possono riorganizzarsi da zero e decideredi riportare la risorsa ed il servizio sotto il controllo dei cittadini.
Abbiamo sostenuto i Sindaci che un
anno fa in Conferenza deliberavano la risoluzione del contratto con la società
Acea Ato 5 Spa per gravi inadempienze nella gestione del servizio idrico
integrato ma avremmo voluto che tutti i nostri contenziosi (sempre mandati per
conoscenza alla Segreteria tecnica dell’Ambito), i disservizi da noi rilevati,
le nostre difficoltà con il gestore fossero presi a supporto della risoluzione.
Avremmo voluto che le persone a cui Acea ha tolto l’acqua avessero avuto il
diritto di essere difesi dai propri Sindaci, diritto negato dal Tar che ha
accolto il ricorso del gestore alle ordinanze sindacali di riallaccio immediato.
E poi in avvocatese ci viene spiegato che un conto è il rapporto
privatistico (quello tra il gestore e il privato) e un conto è quello
pubblicistico (quello tra il gestore e l’Ambito). Abbiamo capito ancora di più
che il lavoro fatto da parte nostra per cambiare tutto questo sistema era stato
giusto.
È necessaria una rinnovata iniziativa di tutte le pubbliche
istituzioni per reindirizzare il governo e la gestione del servizio idrico verso la
ripubblicizzazione anche in
questo territorio.
Il traguardo non è facile ma è possibile come ci insegna il Consiglio Comunale di Torino che ha da poco
approvato la trasformazione di SMAT S.p.A. in Azienda di diritto pubblico e avviato un percorso – con le
cadenze definite nel Documento Unico di Programmazione allegato al Bilancio
preventivo 2017 – che dovrà coinvolgere anche gli altri Comuni dell’Area Metropolitana.
Intanto in diversi Comuni
dell’Ato 5 si stanno calendarizzando i Consigli comunali con all’odg la
proposta di mozione “Impegno
per l’attuazione della Legge regionale 4 aprile 2014, n. 5 Tutela, governo e
gestione pubblica delle acque”.
La strada è già stata tracciata dai cittadini, le
istituzioni pubbliche devono solo percorrerla
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