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Egregio Direttore,
E’ dal 1999, che alcune associazioni e cittadini si pongono alcuni interrogativi rispetto al progetto Cinema al cinema, progetto per gli alunni di tante scuole di Frosinone che si svolge la mattina, quindi in ORARIO CURRICULARE, a pagamento, immancabilmente riproposto anche per questo anno scolastico.
Che la cinematografia sia uno strumento formativo è indubbio. Che proiettare film consenta incassi è una realtà.
- La prima domanda che ci si pone è se si possono fare attività a pagamento in orario curriculare («Nessuna ulteriore capacità impositiva viene riconosciuta dall’ordinamento a favore delle istituzioni scolastiche, i cui consigli di istituto, pur potendo deliberare la richiesta alle famiglie di contributi di natura volontaria, non trovano però in nessuna norma la fonte di un vero e proprio potere di imposizione che legittimi la pretesa di un versamento obbligatorio di tali contributi». (Nota 593/2013 MIUR)
- Chi sceglie i film da proiettare? Il progetto dovrebbe avere come elemento fondamentale la cinematografia, i film. Questi invece appaiono elementi secondari tanto che vengono scelti da un soggetto esterno alla scuola, il privato gestore del cinema! Appare così cha la proiezione rimanga fine a se stessa inducendo una fruizione puramente a scopo ricreativo. Alla domanda sul titolo del film e su chi decide i titoli la risposta delle scuole è stata «I film non sono ancora stati scelti. Valuteremo in base alla programmazione del Multisala Nestor».
- Chi decide chi paga visto che in alcuni PTOF nella parte dei ‘progetti esterni’ e nel programma pubblicitario non vi è traccia che siano a pagamento?
- Ci si può arrogare il diritto di indicare direttamente la famiglia come pagante senza alcuna preventiva valutazione, usando come latori direttamente gli alunni attraverso comunicazioni scritte che prevedono solo un Sì a scatola chiusa come risposta?
- Possono essere esclusi dai progetti gli alunni o le classi che aderiscono ma che non versano il contributo, che si sottolinea si svolge in orario curriculare, come sta accadendo?
CONSIDERAZIONI
Un ‘progetto cinema’ significherebbe scegliere i film collegato al programma scolastico e ai temi trattati durante le lezioni. Non esistono proiezioni adeguate per tutti gli alunni di ogni ordine e grado, e nemmeno spesso tra classi parallele che possono trattare temi diversi. La scuola si piega, così, alla logica dell’operatore commerciale che vende biglietti e, più grave, del mercato consumistico declinato come cultura, rinunciando al suo ruolo formativo/educativo, fondamentale per questa istituzione – e, se non bastasse, sottraendo ore alla didattica!
Il cinema diventa didattica e formazione quando la visione di un film non è fine a se stessa ma è preceduta da una presentazione e seguita da un dibattito, offrendo ai ragazzi un ambiente che consenta un dialogo aperto e riflessivo tra chi propone il film e il pubblico. Cosa significa quindi arricchire il proprio patrimonio didattico/culturale quando alla visione di un film partecipa una platea di più di 500-600, se non di più, ragazzi alla volta?.
Se le nostre istituzioni scolastiche pensano che il progetto “Cinema al cinema” sia cultura didattica, allora devono finanziarlo completamente e non farlo pagare agli studenti/famiglie. Se ciò per loro non è possibile allora prendano accordi per proiezioni pomeridiane e non mattutine e non confondano la didattica culturale con mere operazioni commerciali.
In attesa di chiarimenti si inviano cordiali saluti
Frosinone 28/10/2017
Paolo Iafrate padre di alunni ‘invitati’ ad aderire al progetto
P.s. Speriamo almeno che risparmino ai ragazzi la pubblicità durante i film. O la scuola potrebbe finanziarsi anche attraverso queste operazioni?
Un dibattito seguito ad un film proiettato nelle scuole. La proiezione era ladri di biciclette. Spezzone tratto dal film "C'eravamo tanto amati" di Ettore scola.
Selezione a cura di Luciano Granieri
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