Francesco Notarcola – Coordinatore di
Cittadinanzattiva TDM
Il Presidente della Regione Lazio ha annunciato, nei giorni scorsi, che la
Asl di Frosinone assumerà 1076 persone ( medici, infermieri, operatori socio
sanitari, ecc.), entro il 2020. Se sono rose fioriranno.
Intanto sarebbe
opportuno conoscere il numero dei dipendenti che sono andati in pensione in
questi 6 anni di governo Zingaretti e di quanti se ne andranno entro il 2020.
Quindi i nuovi assunti non saranno in più ma andranno a sostituire, a malapena,
il personale pensionato e pensionabile.
Dal dicembre 2013 al 30 settembre del
2016 i pensionamenti sono stati 439 (Se in due anni e 9 mesi hanno lasciato il
lavoro per anzianità 439 addetti,
mantenendo la stessa media di pensionamenti, dal settembre 2016 al dicembre 2020, le 1076 assunzioni promesse non
saranno nemmeno sufficienti a coprire i posti lasciati vacanti dai futuri
pensionandi. Dunque le assunzioni previste ed annunciate in pompa magna non,sono altro che un atto necessario, quanto insufficiente, per non distruggere
definitivamente la sanità pubblica, e lasciare tutto in mano ai privati ndr) Una cosa è
certa: oggi i dipendenti asl sono 3789 di cui 280 a tempo determinato. dicembre 2013 erano 3948 di cui 257 a t.d., cioè 159 in più rispetto agli attuali.
Inoltre sarebbe anche necessario far conoscere alla
pubblica opinione di questa provincia se l’assunzione così clamorosamente
annunciata ci permetterà:
a) di superare l’ organizzazione sanitaria
provinciale caotica e inefficiente;
b) di recuperare la grande mole delle
attività sanitarie ed amministrative “appaltate”;
c) di elevare la qualità
delle prestazioni con la creazione di unità cliniche e chirurgiche di
eccellenza;
d) di costruire collegamenti organizzati con i centri di ricerca
della Capitale;
e) di organizzare l’interscambio di esperienze e di lavoro con
le UOC- Centri di eccellenza della Regione.
Di annunci clamorosi e di impegni assunti da parte del
Presidente Zingaretti ne conosciamo altri. Purtroppo per noi, essi si sono
rivelati parole al vento. Ci riferiamo al polo oncologico di Sora che doveva
essere uno dei migliori della Regione, ai 120 posti letto in più al Gemma De Bosis di Cassino, all’ ospedale FABRIZIO Spaziani del Capoluogo, che dal
2016 doveva incominciare a trasformarsi in DEA di 2° livello, Atto aziendale
dell’epoca Mastrobuono, approvato dalla Conferenza dei sindaci, solo a tale
condizione. Atto condiviso e partecipato dai consiglieri regionali di allora(
Bianchi – Buschini - ) e dal Presidente Zingaretti.
I risultati li conosciamo tutti e la realtà continua
ad essere questa. Il reparto di chirurgia (UOC) dello “Spaziani” è ancora, dopo
un anno e mezzo, senza ecografo. E questo fatto ha comportato e comporta
sperpero enorme di danaro e impedisce cure mirate e tempestive, mentre al
reparto di medicina(UOC) è ancora in funzione un ecografo fuori da ogni
protocollo. Un ospedale, quello del Capoluogo dove non esiste la possibilità di
eseguire una Gastroscopia Endoscopica Percutanea (PEG) in modo tempestivo e dove, per fare un intervento
di cataratta bisogna aspettare circa 9 mesi.
Un ospedale che doveva essere di 2° livello che è
sprovvisto di carta igienica e di sapone nei bagni, che non ha un punto di
ristoro e una biblioteca, in preda, da tempo, al caos ed al degrado
organizzativo.
Il “ Fabrizio Spaziani” conosce ormai il punto più
basso. Il CUP non accetta più le prenotazioni per il reparto radiologico per
gli esami diagnostici per immagine ( Moc, ecografie, tac e risonanza
magnetica). I pazienti debbono spostarsi altrove (Cassino – Sora Pontecorvo, ecc.
) Se si considerano le spese di viaggio ed il ticket da pagare, ad un cittadino
di Frosinone e dintorni conviene rivolgersi al privato. Ecco come si opera a
favore della sanità privata e si distrugge la sanità pubblica e la fiducia dei
cittadini in essa.
Tutto accade perché, dopo il pensionamento del
primario sono stati trasferiti altrove 4 medici. Inoltre è stato trasferito
anche quel NUCLEO (Macchinari e personale) di radiologia che operava al piano
terreno della palazzina Q della ASL in via Fabi. Non aveva tempi di attesa e
necessità di prenotazione
Nei disagi e nelle sofferenze quotidiane dei
cittadini, trova riscontro il fallimento di quel progetto per l’abbattimento
dei tempi di attesa deliberato il 4 ottobre scorso, contestato da tanti.
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