Condivisione e coinvolgimento, queste le parole più adatte per descrivere il modo in cui il movimento
Rifuitiamoli, i cittadini di Colleferro e di tutta la Valle del Sacco, hanno imposto alla Regione Lazio e al
Comune di Roma lo stop al revamping
degli inceneritori di Colleferro.
Ci hanno coinvolti e noi abbiamo
condiviso con loro cortei sotto i 40° gradi di un estate torrida, i blocchi stradali per non far transitare i
mezzi con i rifiuti da bruciare, altri
presidi e manifestazioni. Era quindi giusto condividere ed essere coinvolti nella
festa che celebrava il definitivo stop
all’insano progetto di attivare quelle pericolose ciminiere.
E’ ciò che è stato
fatto domenica 18 novembre presso il mercato coperto di Colleferro.
Il coinvolgimento nella sensibilizzazione
ecologica della comunità è stato talmente radicato da adottare per le manifestazioni perfino striscioni
ecologici. Non c’erano vernici
sulle stoffe ma le scritte erano
composte con pezze di lana colorata
lavorata ai ferri dalle donne di Rifiutiamoli. Tante pezze colorate per sconfiggere
il nero dei fumi d’incenerimento. Con la pazienza del tessitore si è scongiurata
un’ulteriore sciagura per tutta la Valle
del Sacco.
Bisogna ammettere però che non è stata solo la caparbietà della
gente di Rifiutiamoli a bloccare gli impianti d’incenerimento, ma anche la
convinzione da parte di eventuali aziende interessate al loro acquisto e gestione che, a conti fatti, investire tanti
soldi su sistemi destinati a diventare obsoleti nel giro di qualche anno sarebbe
stato finanziariamente fallimentare . Perché l’ormai inesorabile aumento della
raccolta differenziata, con il conseguente riciclo e riuso dei rifiuti,
toglierà nel giro di pochi anni il
combustibile necessario ad alimentare i grandi camini rendendo un eventuale investimento su tale tecnologia fallimentare.
Ciò tanto
per ricordare a Salvini che lasciasse perdere di occuparsi del ciclo dei
rifiuti, visto che non gli compete e visto che parlare di profitto attraverso l’aumento
degli inceneritori è totalmente fuori luogo,
a meno che non s’intenda il profitto delle mafie.
Durante la festa fra
canti, balli e brindisi, le donne di Rifiutiamoli
continuavano a tessere gli striscioni. Chissà, magari in previsione di un nuova
battaglia contro gli inceneritori che Salvini vorrebbe installare in Campania.
E allora che il ministro stia in campana! Perché anche un solo bruciatore in
più verrebbe fatto a PEZZE colorate
delle donne e degli uomini della Valle del Sacco.
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