Il pannello che segna il tempo mancante all’inaugurazione
del Parco Matusa oggi è a zero. Andò a zero per la prima volta nell’ottobre
scorso quando scoccò il tempo della prima inaugurazione del parco. Qualche settimana
fa le cifre luminose hanno ripreso a
correre per scandire ore e minuti che
portavano al secondo taglio del nastro.
Sabato gli zeri sul marchingegno indicavano che il momento della seconda
inaugurazione era alfine giunto. Dunque il sindaco, la banda e le bandiere in
mano, per citare il “cantante” hanno
zampettato felici sul vecchio campo di calcio il quale, rispetto alla prima
inaugurazione, era contornato da un anello di cemento (la pista ciclabile) e da qualche
albero qua e là.
Da una parte troneggiava la ruota panoramica per godere le bellezze della
città dall’alto. Il popolo frusinate ha molto apprezzato riversandosi in massa
sul manto d’erba dove gente come Brunello, Palanca, Gabriellini ha fatto la storia del Frosinone Calcio. Il
popolo frusinate adesso non vede l’ora che il count down riprenda per la terza
inaugurazione , magari per ammirare qualche nuova panchina, che so,
dei gonfiabili per bambini.
Sapete? Il cittadino
frusinate è felice per definizione, gli piace festeggiare, sbicchierare,
presenziare sempre a qualche evento ludico. Il sindaco lo sa e fa di tutto per assecondare il suo
popolo. Se si trasforma il vecchio campo
sportivo in un parco, l’impresa merita non una, ma due, tre, quattro o più
inaugurazioni. Per accontentare la sua gente il sindaco è diventato un “Inauguratore
Seriale”.
Pazienza se salendo su quella ruota panoramica, maestosa nel suo
elevarsi sull’ex campo sportivo, si poteva vedere come la città dietro
scenografie sfarzose, ma posticce,
abilmente installate e “INAUGURATE” sia infarcita di manufatti scheletrici in
abbandono, di case scrostate, di spazi ricettacolo d’immondizia. Ma il
cittadino frusinate, per sua natura felice, è ormai abituato a vivere fra le
scenografie di una piccola Cinecittà. Perché rattristarsi nel vedere che in centro, non in periferia, insistono
palazzacci disabitati e fatiscenti? Se a
qualcuno non piace lo scenario che vada
via! Ed infatti molta gente sta lasciando il capoluogo per altri lidi, magari
meno scenografici, ma più vivibili.
Il felice cittadino del capoluogo non ne vuole sapere di quanto l’amministrazione gli sfili dalle
tasche senza assicurargli una protezione
sociale adeguata. Se i soldi servono per
lo stadio affanculo gli anziani
e i disabili. Lo spensierato popolo frusinate non si cura dell’inquinamento, dell’ospedale non
in grado di offrire un’assistenza
sanitaria decente. Chissenefrega! Moriremo
di cancro ai polmoni? Poveri in canna? Almeno moriremo contenti.
Convocare la conferenza dei sindaci per la sanità della Provincia per verificare
il funzionamento della Asl è una cosa
che potrebbe angustiare i cittadini qualora dovessero “scoprire” che l’ospedale non funziona. Allora perché il sindaco del capoluogo, a cui
spetta la convocazione della conferenza, dovrebbe farlo? Infatti sono passati 17 mesi dall’ultima
convocazione.
Per la stessa ragione il
sindaco di Frosinone non frequenta le riunioni del coordinamento dei sindaci
della Valle del Sacco. Incontri utili a pianificare quanti e quali stanziamenti
potrebbero servire alla città per provare a risolvere l’emergenza inquinamento.
Ma ai felici cittadini di Frosinone che interessa della bonifica della Valle
del Sacco? Territorio in cui il capoluogo
subisce le peggiori conseguenze del degrado ambientale?
Agli allegri frusinati,
che hanno eletto il loro regista e
scenografo con un grande plebiscito, piace vivere come in un film. Allora perché turbare il loro dorato ambiente
di scenografie posticce e di continue inaugurazioni? Felici, contenti, e forse mazziati, ma questo
non si deve dire. Guai intristire il popolo!
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