Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 22 novembre 2018

Serial Inauguretor

Luciano Granieri





Il pannello che segna il tempo mancante all’inaugurazione del Parco Matusa oggi è a zero. Andò a zero per la prima volta nell’ottobre scorso quando scoccò il tempo della prima inaugurazione del parco. Qualche settimana  fa le cifre luminose hanno ripreso a correre per scandire ore e minuti  che portavano  al secondo taglio del nastro. Sabato gli zeri sul marchingegno indicavano che il momento della seconda inaugurazione era alfine giunto. Dunque il sindaco, la banda e le bandiere in mano,  per citare il “cantante” hanno zampettato felici sul vecchio campo di calcio il quale, rispetto alla prima inaugurazione,  era contornato da un anello di cemento (la pista ciclabile) e da qualche albero qua e là. 

Da una parte troneggiava  la  ruota panoramica per godere le bellezze della città dall’alto. Il popolo frusinate ha molto apprezzato riversandosi in massa sul manto d’erba dove gente come Brunello, Palanca, Gabriellini ha  fatto la storia del Frosinone Calcio. Il popolo frusinate adesso non vede l’ora che il count down riprenda per la terza inaugurazione , magari per ammirare qualche nuova panchina, che so, dei gonfiabili per bambini. 

Sapete?  Il cittadino frusinate è felice per definizione, gli piace festeggiare, sbicchierare, presenziare sempre a qualche evento ludico. Il sindaco lo sa e  fa di tutto per assecondare il suo popolo.  Se si trasforma il vecchio campo sportivo in un parco, l’impresa merita non una, ma due, tre, quattro o più inaugurazioni. Per accontentare la sua gente  il sindaco è diventato un “Inauguratore Seriale”. 

Pazienza se salendo su quella ruota panoramica, maestosa nel suo elevarsi  sull’ex campo sportivo,  si poteva vedere come la città dietro scenografie sfarzose, ma  posticce, abilmente installate e “INAUGURATE” sia infarcita di manufatti scheletrici in abbandono, di case scrostate, di spazi ricettacolo d’immondizia. Ma il cittadino frusinate, per sua natura felice, è ormai abituato a vivere fra le scenografie di una piccola Cinecittà. Perché rattristarsi nel vedere  che in centro, non in periferia, insistono palazzacci disabitati e fatiscenti?  Se a qualcuno non piace lo  scenario che vada via! Ed infatti molta gente sta lasciando il capoluogo per altri lidi, magari meno scenografici, ma più vivibili. 

Il felice cittadino del capoluogo  non ne vuole sapere  di quanto l’amministrazione gli sfili dalle tasche  senza assicurargli una protezione sociale adeguata.  Se i soldi servono per  lo stadio affanculo   gli anziani e i  disabili. Lo  spensierato  popolo frusinate  non si cura dell’inquinamento, dell’ospedale non in grado di offrire  un’assistenza sanitaria decente. Chissenefrega!  Moriremo di cancro ai polmoni? Poveri in canna? Almeno moriremo contenti.  

Convocare la conferenza dei sindaci  per la sanità della Provincia per verificare il funzionamento della Asl  è una cosa che potrebbe angustiare i cittadini qualora dovessero “scoprire” che l’ospedale non funziona.  Allora perché il sindaco del capoluogo, a cui spetta la convocazione della conferenza,  dovrebbe farlo?  Infatti sono passati 17 mesi dall’ultima convocazione. 

Per la stessa ragione il sindaco di Frosinone non frequenta le riunioni del coordinamento dei sindaci della Valle del Sacco. Incontri utili a    pianificare quanti e quali stanziamenti potrebbero servire alla città per provare a risolvere l’emergenza inquinamento. Ma ai felici cittadini di Frosinone che interessa della bonifica della Valle del Sacco?  Territorio in cui il capoluogo subisce le peggiori conseguenze del degrado ambientale? 

Agli allegri frusinati, che hanno  eletto il loro regista e scenografo con un grande plebiscito,  piace vivere come in un film.  Allora perché turbare il loro dorato ambiente di scenografie posticce e di continue inaugurazioni?  Felici, contenti, e forse mazziati, ma questo non si deve dire. Guai intristire il popolo!


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