Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 27 settembre 2010

Fede eretica

di Fausta Dumano



Eden, il libro di Alessandro Cortese, un libro destinato a diventare un caso letterario, un libro che divide a priori, ancora prima di leggerlo ci si schiera : è blasfemo o un credente?  Un post a parte merita la copertina, l’albero della mela proibita quella rossa è uno scheletro , altro discorso merita la scelta della carta  che conferisce un’aria antica al libro con gli stessi caratteri  tutti maiuscoli. Alessandro Cortese, classe 1980, è nato a Messina , ricercatore chimico vive a Pescara, è un artista poliedrico, si esprime con la musica. Ha nel cassetto già diversi romanzi, ma ha puntato su Eden per arrivare sugli scaffali delle librerie. L’autore è sbarcato ad Ithaca e il suo libro è un caso che ha animato la discussione.. Il mito di Eden fa da sottofondo irrequieto nel romanzo, una lotta tra il bene e il male  che si tinge di interrogativi spiazzando il lettore con un originale punto di vista che rovescia il senso della tradizione. Sin dall’incipit il lettore capisce che la trama non è affatto scontata. I generi  si fondono, thriller, noir, epica, romanzo religioso, ritmo televisivo, perchè  Cortese è un figlio degli anni 80’, l’immagine arriva prima della voce. Si gioca con la maschera di porcellana bianca , che impedisce di comprendere le espressioni degli attori, un veloce dipanare dei fatti e la stessa punteggiatura segue il flusso della narrazione. Cortese non utilizza mai il punto e la virgola. E’evidente che il giovane Cortese ha una grande conoscenza del testo biblico ed ha una grande fantasia. Il linguaggio è ricercato e forbito. E’ un’oprea che si legge tutta di un fiato, mentre lascia con il fiato sospeso in questa lotta tra il Bene e il Male . Il libro è secondo me una grande metafora che va letto prima di tutto per le innovazioni stilistiche e l’originalità. Avendo trascorso un’intera giornata con l’autore che ha visto anche una tappa nell’Abbazia di Casamari, dove siamo entrati in un film surreale, posso con certezza affermare che il Cortese è un credente a 360° . A tal punto che quei segnali che per lui sono la prova evidente dell’esistenza do Dio , nella mia vita  sono gli intrecci del turbinio combinatorio. L’operazione compiuta da Alessandro Cortese è un’operazione complessa, nell’età della controriforma il suo libro sarebbe finito nel Tribunale della Santa Inquisizione. Il libro pubblicato da una piccola casa editrice “Arpanet” si sta squadernando anche nella libreria della Feltrinelli. L’alone di mistero si annuncia con le sue prime note di presentazione, qualcuno mi considera Satana, se si aggiunge il suo look da “dark Alchimista” la tensione sale. Non è escluso che nel clima di oscurantismo il libro possa ricevere “qualche bolla di scomunica” aumentando  così l’operazione di marketing. Eden un bluff di un credente, per attirare l’attenzione in una società  in cui il libro e la letteratura stanno in crisi, perchè si legge poco e si vendono pochi libri?  La redattrice di Aut seguirà il destino di Eden.... intanto a riprova di come a priori il libro venga giudicato, è bastato mettere soltanto la copertina di Eden sul mio Facebook per avare richieste di amicizia trasversali, il mio nome è stato associato a credente (sono arrivati gruppi cattolici a chiedermi l’amicizia) a blasfema.... Il mio “destino” ormai è legato ad Eden, sarò bruciata nelle piazze come eretica per averlo letto oppure “santificata” .

Due o tre cose su Alessandro Cortese

Alessandro è stato definito da qualcuno Satana per aver trasformato Lucifero  in eroe positivo, Alessandro sulla scia delle spiegazioni di Sant’Agostino . Il diavolo esiste  è il male sulla strada, di conseguenza l’esistenza del male conferma il bene. Nella vita di Alessandro Dio c’è e gli ha dato prova della sua esistenza. Lo scenario è Chieti, in una notte con la pioggia e la nebbia, una notte da lupi in una città che dai racconti di Alessandro è più brutta di Frosinone. Lui migrante dalla Sicilia, senza lavoro, arriva a Chieti nel momento giusto incontra l’amico giusto che gli apre “le porte giuste” un minuto prima o un minuto dopo l’evento non sarebbe accaduto. Io lo chiamo “turbinio combinatorio” quel turbinio combinatorio che mi ha insegnato il mio amico  scrittore Carlo Scappaticci, qualcuno la chiama fortuna, qualcuno “culo”. Entro nell’Abbazzia di Casamari con Alessandro e il mio amico greco, un prete celebra un matrimonio in un orario insolito alle cinque del pomeriggio di venerdì. Il prete utilizza il ciociaro e somme citazioni in greco. Coincidenze?  O un segnale di Dio per far sentire Vassili a casa? Resta il fatto che dopo una giornata con Alessandro sono convinta che lui sia fortemente credente e che Eden è un testo letterario scritto per scuotere il dibattito 

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