Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 30 settembre 2010

La Freedom Flotilla Coalition cresce

da Freedom Flotilla Coalition


Azioni legali, politiche e di base per far cessare l’impunità di Israele
La Freedom Flotilla Coalition ha concluso lunedì 27 settembre il suo meeting ad Atene, dove sono stati valutati gli sviluppi relativi alle nostre attività in corso per far cessare il criminale blocco imposto da Israele a Gaza e le altre politiche illegali perpetrate contro il popolo palestinese. Non permetteremo che la violenza impiegata contro la prima Freedom Flotilla fermi la nostra volontà di opporsi all’intransigenza di Israele. Negli ultimo tre mesi, si sono aggiunte coalizioni nazionali in Itala, Svizzera, Francia, Spagna, Canada, Norvegia, Belgio, Austria, Australia, Stati Uniti ed altri Paesi, ognuna delle quali sta lavorando per inviare una nave a Gaza. Mentre parliamo, una nave ebraica è sulla via di Gaza, dichiarando al mondo che Israele non può agire in nome dell’ebraismo mondiale e che il blocco israeliano di Gaza non ha nulla a che fare con la protezione degli Ebrei. Il popolo di Gaza attende ansiosamente il suo arrivo.
Abbiamo dato inizio ad un movimento che Israele, con tutte le sue armi, non può fermare. Siamo stati costretti a fare questo perchè i nostri governi non hanno avuto la volontà di ritenere Israele responsabile delle sistematiche violazioni dei diritti umani dei Palestinesi. Vogliamo che i nostri governi appoggino le nostre azioni non violente per sostenere il diritto internazionale e prendano iniziative quando i loro cittadini disarmati sono attaccati con violenza, picchiati, arrestati e uccisi. Abbiamo perso nove nostri compagni per l’insensata violenza di Israele e questo è solo un frammento della violenza che i Palestinesi subiscono da più di 60 anni.
Oggi la Commissione di inchiesta indipendente, promossa dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, diffonde le conclusioni delle sue investigazioni sul raid contro la Freedom Flotilla. Il rapporto dell’ONU conclude che i militari israeliani hanno usato “violenza incredibile” contro di noi, commettendo “violazioni gravi” del diritto internazionale. Il rapporto dice anche che vi sono “prove evidenti a sostegno delle accuse” contro Israele per “la volontà premeditata di uccidere” e per le torture messe in atto quando i suoi soldati hanno assaltato la nostra flotilla lo scorso maggio. La Grecia, come firmataria dello Statuto di Roma, ha il diritto di portare questa vicenda di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale. I nostri rispettivi Paesi hanno la possibilità di invocare le giurisdizioni universali per rendere Israele responsabile dei suoi crimini.
Israele ha regolarmente tentato di etichettare ogni individuo o gruppo che agisce per difendere i diritti dei Palestinesi come “terrorista.” E’ stato lanciato un attacco diffamatorio contro i nostri partners turchi. Il rapporto dell’ONU sulla Flotilla respinge la nozione che l’intervento della società civile rivolto alle crisi umanitarie sia inopportuno e richiede spazio sia per l’intervento umanitario per alleviare la crisi a Gaza, sia per iniziative politiche nei confronti delle cause che hanno provocato la crisi. La seconda Freedom Flotilla che stiamo organizzando, come quella brutalmente attaccata da Israele, punterà a fare entrambe le cose. Nel frattempo, chiediamo ai nostri Paesi di utilizzare tutti i mezzi legali e politici per assicurare che Israele cessi le sue azioni illegali, per non essere costretti a mettere in gioco le nostre vite per farlo.

Atene - 27 settembre 2010

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