Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 22 gennaio 2012

Appoggiare con ogni mezzo il Movimento dei Forconi!

(n)PCI


Il movimento che da lunedì 16 si allarga in Sicilia: ecco qualcosa che ben esprime quello che vogliamo dire noi comunisti quando diciamo che le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono coordinarsi tra loro e rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, da ogni governo che gode della fiducia della Comunità Internazionale degli speculatori, dei banchieri e dei guerrafondai.
Bisogna rafforzare e unire questo movimento attorno all’obiettivo di costituire un Governo Regionale d’Emergenza. Non basta protestare. Chiedere al governo Monti di fare gli interessi delle masse popolari è come chiedere alla volpe di custodire le galline, chiedere a un ladro di sorvegliare il nostro portafoglio.
Senza l’obiettivo di costituire un proprio governo d’emergenza, composto da persone di propria fiducia che operano sotto il suo controllo, il movimento di protesta non avrebbe futuro. Il governo Monti o altri simili governi si rimangerebbero ogni promessa e ogni concessione. Per le masse popolari non c’è alternativa positiva alla costituzione di un Governo Regionale d’Emergenza. Quindi grandi sono le possibilità di arrivare a costituirlo. Dipenderà principalmente dall’orientamento e dal coraggio dei dirigenti del movimento.
 I comunisti devono mettersi all’avanguardia del movimento di protesta, rafforzarlo e unirlo attorno all’obiettivo di costituire un Governo regionale d’Emergenza. Gli operai di Termini Imerese devono mobilitarsi e unirsi al movimento di protesta. Questa è la via per assicurare anche il loro futuro. I disoccupati e i cassaintegrati devono organizzarsi, farsi forte della loro esperienza di organizzazione e occupare il posto che loro spetta nella lotta.
La comunità internazionale degli speculatori, dei finanzieri e dei guerrafondai e le loro autorità, hanno trasformato le fabbriche della Sicilia, dell’Italia e dell’intera Europa in edifici abbandonati o in centri commerciali e gli operai in disoccupati o cassaintegrati. Ora si concentrano contro i lavoratori autonomi e la piccola borghesia: vogliono spogliare anche loro. Hanno essi stessi creato le condizioni per una rivolta generale contro di loro. Rafforzare ed estendere su larga scala il movimento di protesta e unirlo attorno all’obiettivo di costituire un Governo Regionale d’Emergenza: questo è il compito di tutti quelli che vogliono farla finita con la crisi del capitalismo, degli operai avanzati, di tutti quelli che vogliono essere comunisti.

Chi dirige il movimento di protesta?
Quando un movimento popolare diventa serio, di fatto la direzione la assumono quei suoi esponenti che hanno una visione più avanzata della situazione, delle forme e delle condizioni del suo sviluppo, che lanciano le parole d’ordine che meglio corrispondono alle aspirazioni e agli interessi delle masse che si sono messe in moto, che si fanno promotori delle parole d’ordine e delle iniziative che portano alla vittoria, che si danno i mezzi per sviluppare i suoi frutti. Questa è la prova che devono passare individui, gruppi e tendenze.
Questa è la lezione di ogni rivoluzione!
Tutti i nemici della mobilitazione popolare, quelli che per i più vari motivi ne hanno paura, i responsabili del marasma in cui siamo precipitati e in cui sempre più affondiamo, cercano di denigrare il movimento che si è sviluppato in Sicilia. Uomini politici da sempre conniventi della mafia e della criminalità organizzata, individui da sempre fautori della rivalutazione e protettori del fascismo (pensate a Schifani e a Fini, al regime DC di Andreotti o al governo Berlusconi, a Napolitano, a Violante e agli altri tristi esponenti dei revisionisti del vecchio PCI nella fase del suo disfacimento), oggi gridano alle infiltrazioni mafiose e al ruolo promotore di fascisti nel Movimento dei Forconi. Le loro accuse parlano a favore del Movimento dei Forconi. Loro sono i mafiosi! Loro sono i fascisti!

Il regime che finora ha governato il paese non solo non ha estirpato la mafia, la malavita organizzata e il fascismo, ma li ha protetti e alimentati, sono andati a braccetto: da Portella delle Ginestre, a Piazza Fontana, fino alle prove di fascismo di questi mesi. È quindi ovvio che anche tra le masse popolari vi sono mafiosi e fascisti, che la mafia e il fascismo hanno i loro addentellati e le loro propaggini tra le masse popolari come la Chiesa ha i suoi fedeli. È ovvio che tutti gli sfruttatori cercano di fare i loro interessi strumentalizzando e sfruttando le masse popolari. Se in Sicilia dopo la Guerra Mondiale la mafia ha soffocato il movimento dei contadini e dei braccianti e ha fatto strage di comunisti e di sindacalisti, ci è riuscita non solo per il carattere difensivo mantenuto dal movimento comunista, ma anche per l’appoggio del governo di Roma e della Chiesa. Parroco, capomafia e maresciallo dei carabinieri sono stati per anni le autorità in ogni centro abitato.Ma che forse il movimento attuale è una loro manovra o è invece una risposta alle angherie del regime che ha protetto e nutrito mafia e fascismo? Se mafiosi e fascisti hanno promosso il movimento attuale, ottimo: ben presto si troveranno costretti a decidere se rientrare nei ranghi della mafia, dei gruppi fascisti e dei loro mandanti e  promotori e rompere con il movimento di protesta oppure restare nel movimento di protesta e rompere il legame con mafia e fascismo e con i loro complici, protettori e mandanti. Nel primo caso saranno stati apprendisti stregoni o mosche cocchiere. Nel secondo caso avranno imparato dall’esperienza: ogni individuo può trasformarsi anche in meglio. Il mondo si trasformerà perché gli individui cambiano. Con le chiacchiere è possibile giocare, con i movimenti concreti no!
Più di quello che gli esponenti del movimento dicono di esso, conta quello che il movimento è. La natura del movimento è definita dalle circostanze in cui si sviluppa e dalle classi che lo compongono, prima e più che dalla volontà e dalle idee dei promotori e degli esponenti. La borghesia e il clero cercano di mantenere in vita il loro sistema di relazioni sociali, nonostante la crisi generale del capitalismo che si aggrava ogni giorno di più. A vantaggio del capitale finanziario ricorrono a misure e manovre criminali contro le masse popolari: contro gli operai, contro i lavoratori dipendenti, contro i pensionati, contro i lavoratori autonomi e contro le classi medie. Il movimento di protesta è la resistenza delle masse popolari alla crisi del capitalismo e alle misure e manovre criminali della borghesia imperialista e del clero. Sta a noi comunisti e a tutti gli operai avanzati rafforzarlo e portarlo alla vittoria! Il CC del (n)PCI plaude al Movimento dei Forconi: ecco cosa vuol dire rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e che gode della fiducia della Comunità internazionale degli speculatori e dei banchieri. Ora occorre formare un governo di emergenza, che fa fronte agli effetti più gravi della crisi con misure d’emergenza.
 

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