In una riunione di un sindacato dei fedeli
servitori dello Stato, sono stati
applauditi tre di questi eroi, perché pur avendo compiuto il loro dovere uccidendo a calci e pugni un disagiato sociale, sono stati condannati dalla
giustizia dei loro stessi padroni.
C’è
da comprenderli . Un fedele e solerte servitore non capisce il motivo per cui
viene condannato nell’assolvimento del suo
compito e dunque mostra il proprio dissenso applaudendo gli autori
dell’atto eroico.
Questi sono i fedeli
servitori dello Stato il quale è fedele servitore di un’oligarchia transnazionale che, per soddisfare i suoi illimitati appetiti di accumulazione
finanziaria e di ricchezza, produce diseguaglianza e sterminata povertà con l’effetto collaterale di creare conflitto sociale e disagio sociale.
E’ compito quindi
dello Stato servitore reprimere sia il disagio che il conflitto. Ed è la mano
violenta e implacabile del servitore dello Stato ad effettuare il lavoro sporco
. Ecco perché il solerte poliziotto
impegnato a reprimere il conflitto sociale pigiando, come l’uva in un tino, il
ventre di una ragazza inerme, non
capisce il risentimento e la condanna di chi gli ha commissionato il servizio.
Così come quei servitori dello Stato che hanno compiuto il loro dovere contro
il disagio sociale massacrando di botte fino ad uccidere ragazzi che soffrivano
di profondi disagi e che erroneamente chiedevano loro aiuto, si ribellano ai propri mandanti che
addirittura li condannano penalmente.
Che colpa hanno questi servitori dello
Stato? Forse sarebbe meglio prendersela con l’ipocrisia del mandante (lo Stato)
e dell’oligarchia che lo tiene in pugno. I cani da guardia, magari resi rabbiosi da un
disagio sociale che per altri versi include anche loro, mordono
e a volte ringhiano anche contro il proprio padrone quando questo li sgrida
senza motivo. E per chetare
questi cani rabbiosi , la
museruole spesso è insufficiente.
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