La sospetta tempistica con la quale si è giunti alla
elezione del nuovo consiglio di amministrazione del Cosilam di Cassino lascia
poco spazio a fraintendimenti. Si è trattato di un “blitz” a tutti gli effetti,
attraverso il quale gli amministratori locali hanno eletto il nuovo quadro
dirigenziale prima ancora che entrasse in vigore il provvedimento del
Presidente della Regione Lazio Zingaretti con cui si procede, con decorrenza a
partire proprio dal 30 di aprile, a tagli ad enti e dirigenti del territorio. Incredibile
ma vero, oltre ad aver “schivato” questa normativa, i sindaci riuniti in
assemblea, quasi tutti del PD, hanno anche soprasseduto alle chiare indicazioni
della direzione provinciale del Partito Democratico, che aveva chiesto a gran
voce il rinvio dell’assemblea e, quindi, delle nomine. Un paradosso, quindi, secondo
il quale il PD vota contro se stesso e determina una chiara perdita di
autorevolezza e credibilità. Noi Comunisti Italiani approviamo appieno lo
sforzo di Zingaretti nel ridurre la spesa pubblica, provando quindi a
riavvicinare i cittadini alla politica e poniamo un quesito: quanto serve il Cosilam
allo sviluppo del territorio? Quali vantaggi comporta la sua attività e in che
misura invece rappresenta un costo per i cittadini? Noi riteniamo che a
distanza di tutti questi anni dalla sua costituzione, il Cosilam possa ormai
essere oggetto di un resoconto abbastanza esplicativo per stabilire la sua
reale utilità. Emerge infatti che l’ente così come fu concepito all’epoca, ha
disatteso tutti gli obiettivi di sviluppo industriale e quindi occupazionale,
rappresentando pertanto un fallimento totale. Se si considera poi che alcune
criticità, come ad esempio il contenzioso con l’ASI di Frosinone circa le
competenze e la territorialità, sono ancora irrisolte e che l’attività
principale è diventata ormai quella di aprire cantieri per la realizzazione di
rotatorie, cosa che per un comune rappresenta la normale amministrazione,
allora il fallimento dell’ente è sotto gli occhi di tutti. Oggi, come dimostra
la frettolosa nomina dei quadri dirigenziali, il Cosilam serve soprattutto al
clientelismo della politica e a quei fortunati dirigenti che beneficeranno dei
lauti compensi previsti. Se, come noi crediamo, il quadro è questo, invitiamo
formalmente il Presidente della regione Lazio Zingaretti a valutare
attentamente la situazione al fine di verificare se sussistano le condizioni
tecnico legali per un eventuale commissariamento dell’ente. Nel caso in cui questo
percorso non fosse praticabile, sebbene contrariati dalla natura di queste
nomine, noi ci auguriamo che i nuovi dirigenti sappiano quantomeno rompere col
passato e sapremo vigilare per verificare se ad un fallimento ne seguirà un
altro oppure no. Ci rendiamo tutti conto che in questo momento di crisi
mondiale, amplificato nel nostro specifico dai problemi dell’indotto Fiat,
tutto è più complicato. Noi riteniamo che occorre in questo senso rivedere l’intera materia occupazionale nel
territorio evitando di concentrare tutto l’interesse soltanto sul sistema
industriale, ma cercando altri sbocchi. Occorre sviluppare e valorizzare ad
esempio la produzione agricola, a maggior ragione quella più esclusiva e
prestigiosa, come nel caso della Marsellina di Esperia, piuttosto che il
Cabernet di Atina, ma l’elenco sarebbe lungo. Sarebbe opportuno poi incentivare
il turismo archeologico religioso mettendo in luce le bellezze del nostro
territorio. Ma iniziative del genere devono essere fatte al più presto e mettendo
da parte ogni interesse politico, ma considerando essenzialmente i fattori
principali:l’occupazione e il risanamento della finanza
pubblica.
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