Se qualcuno avesse avuto dei dubbi sul modo di governare Frosinone ieri,nel consiglio comunale convocato straordinariamente sulla vicenda Multiservizi, ha potuto chiarirseli.
Il Sindaco Ottaviani prima negava il confronto con i presenti consiglieri regionali, invitando i consiglieri di maggioranza a votare contro, poi indirizzava la discussione sul binario morto delle responsabilità e delle mancate risorse regionali…. dandosi ragione da solo.
Dall’altro lato una Regione che alle prime “ascese” abbandona la gara, dimostrando una incapacità complessiva nel difendere i propri interessi e quelli di una politica sull’occupazione sbandierata ma poco attuata.
Da questo evento è scaturita una durissima contestazione di decine e decine di lavoratori che stanchi dell’atteggiamento ostruzionistico della maggioranza hanno inveito con la forza della disperazione di chi ha subito un torto pesante, contro i consiglieri colpevoli di troppa obbedienza anche quando ciò è evidentemente strumentale.
E la protesta apre piccole crepe. Con la visibilità della tenda in piazza giunta al 24 giorno, che aveva generato il consiglio comunale straordinario. La dura protesta in consiglio aveva sì dato modo al Sindaco di sospendere la pubblica assise ma non ha potuto fare altro che ritornare in sala promettendo su indicazione della Martini una commissione ad hoc sulla vicenda multiservizi, con la quale si è chiuso il consiglio.
Un consiglio che ha racchiuso il paradigma della gestione politica della città. Un autoritarismo imposto innanzitutto alla maggioranza, un confronto evitato con la Regione, uno screditamento della minoranza, un argomentare avvocatesco teso alla pedissequa dimostrazione delle proprie ipotesi lontano dall’oggetto del discorso e da possibili proposte di risoluzione.
Nello specifico il Sindaco, sempre coadiuvato dal fido Piacentini, ha respinto le responsabilità del debito della società, ha negato la validità amministrativa della delibera regionale che non può costringere gli altri soci al contestuale pagamento delle quote debitorie, ha interpretato le posizione degli altri enti sul debito riallineandole sulle proprie: non paghiamo!
Anzi ha rilanciato sui doveri della Regione: mettesse la propria parte debitoria a prescindere da quella degli enti (4 milioni) con i quali si può pagare il TFR: poi cominciasse a versare i propri crediti nei confronti del Comune di €.13 milioni, e, visto che ci siamo, restituisse i €.3 milioni dello stadio di un decennio fa! Una chiara lista della spese che si potrebbe “armonizzare” con la vicenda della Multiservizi.
Nel terminare non ha mancato di trovare altre responsabilità delle mancate proposte di soluzioni per uscire da questa empasse a tutti coloro che non fossero loro stessi, chiarendo che per la possibile costituzione della nuova società troveranno sempre un appiglio più o meno legittimo per evitare che tutto possa andare avanti (olé). Dunque oneri e disperazione agli altri, onori e soldi ai nostri armonici amministratori.
Rimangono sul tappeto tutte le tematiche: la esternalizzazione dei servizi, il licenziamento dei lavoratori, redditi bassissimi per chi sta lavorando, la sostituzione di 90 lavoratori, appalti a tempo, centinaia di vertenze, un debito onerosissimo da affrontare, e una protesta di piazza che con una assemblea notturna si è deciso di farla proseguire fino a che l’ente non trova una via condivisa. I lavoratori non demordono: la convinzione di aver subito una inspiegabile esclusione dopo 17 anni e, tra qualche mese, lo spettro della mancanza di reddito, rendono la protesta sempre più aspra.
Appuntamento a lunedì 5 maggio prima riunione della commissione…. La telenovela trova sempre nuovi motivi per rigenerarsi.
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