Nel degradato panorama politico italiano esistono alcune
espressioni inflazionate. Una di queste
è la “POLITICA DAL BASSO”, triste e nuova evoluzione di quel “POLITICA
PARTECIPATA” che agli inizi del 2000 aveva implicazioni molto più complesse e
affascinanti, ma proprio per questo oggi troppo pericolosa. In ogni caso, l’una e l’altra espressione
stanno ad indicare il coinvolgimento della popolazione nelle scelte politiche e
nel controllo della corretta applicazione delle stesse. E soprattutto marcano una
distanza dalla “POLITICA IMPOSTA DALL’ALTO”
ossia quella determinata dagli interessi particolari dei comitati elettorali, venefiche
scorie risultanti della degenerazione dei partiti di massa, fiancheggiatori di lobby e potentati
finanziari .
Il tutto suona
mostruosamente ipocrita perché,
devastata ormai ogni forma di aggregazione sociale, dissolti i luoghi pubblici di confronto e di discussione, annichilita la
voglia di partecipazione in cittadini
ridotti in solitudine,
incattiviti dalla crisi sociale e morale, è praticamente impossibile praticare quella “POLITCA DAL
BASSO” che tanti, quasi tutti i partiti, dicono di voler perseguire, magari
scambiando la semplice attività di cliccare “MI PIACE” sotto una proposta o un nome da eleggere, come
forma di partecipazione . Un abbagliante e semplicistica suggestione perché
questa forma di pseudo partecipazione non
presuppone un confronto fra le persone, ma produce una rete di solitudini collegate con il mondo davanti al computer.
Dunque non esiste in realtà una politica dal
basso contrapposta ad una politica imposta dall’alto. E’ piuttosto
identificabile L’ALTA POLITICA, in
alternativa ALLA BASSA POLITICA. Vorrei stendere un velo pietoso su quest’ultima,
e occuparmi della prima. Momenti di
“ALTA POLITICA” si sono realizzati martedì scorso 13 maggio presso il liceo
scientifico e linguistico di Ceccano, dove l’Osservatorio Peppino Impastato, invitato dagli studenti e dai docenti, ha
organizzato un dibattito sui valori della legalità, prendendo spunto dalla proiezione
dal film “I cento passi” dedicato alle vicende di Peppino Impastato.
La connessione
di fatti importanti , quale la lotta sociale alla mafia, inserita in un contesto politico e storico
molto particolare come quello degli anni ’70, con l’oggi, con il vivere quotidiano, è operazione di ALTA
POLITCA. Cercare di costruire percorsi di
partecipazione traendo spunto dalle sollecitazioni che giungevano dall’occupazione
del terreno dove si sarebbe dovuta realizzare la terza pista dell’Aeroporto di Punta
Raisi, da Radio Aut, o dal circolo di
musica e cultura, o ancora dal collettivo femminista , e reinserirli in una
realtà di personalità parcellizzate come
quella odierna è stata operazione complessa ma entusiasmante.
Seguendo quel filo logico si sono analizzate,
sotto una nuova luce, tutte quelle ferite che la mancanza di legalità e coscienza civile
provocano nella vita di tutti. E’ emerso
come la normalità di una vita dignitosa, con la possibilità di ottenere un
lavoro consono alle proprie aspirazioni, di potersi curare, di respirare aria non
inquinata, di poter usufruire di un sistema informativo esauriente e libero,
diventa eccezionalità se si inserisce in un quadro sociale dove l’illegalità e
la pervasività del pensare “MAFIOSO” regolano comportamenti e rapporti fra le
persone.
In un contesto del genere diventa normale l’esistenza di depuratori
delle acque non funzionanti con un livello di inquinamento devastante per la salute . E’ nella norma assoluta lo spreco di denaro pubblico per realizzare grandi opere di nessuna
utilità per la collettività, ma fonte di arricchimento per gli speculatori. Non indigna
una sanità in balia di appetiti elettorali e clientelari assolutamente
incapace di curare le malattie dei
cittadini. E’ del tutto normale l’esistenza di un’informazione asservita tesa ad anestetizzare le menti.
Su questa
distorta normalità, partendo della lezione di Peppino Impastato, si è tornato a
ragionare in quell’aula del Liceo Scientifico e linguistico statale di Ceccano.
Su questi temi ragazzi, uomini e donne non "omolghe", così come non omologo era considerato Peppino
nel suo agire politico, hanno provato a fornire soluzioni.
Soluzioni e proposte
scaturite da un liceo pubblico, non da università private incubatrici di
cervelloni acefali ammaestrati, pronti a fare il loro ingresso nella èlite dei manager
rampanti , degli statisti illuminati, fedeli
servitori di coloro i quali hanno come obbiettivo la normalizzazione dell’individualismo
sfrenato, della corruzione, dell’illegalità.
Una normalizzazione in cui prosperano le organizzazioni mafiose.
Da quel liceo di Ceccano qualcosa si è mosso,
è partito. E’ iniziata l’era dell’”ALTA POLITICA” che identifica in un nuovo
gruppo di giovani NON OMOLGHI i principali
attori e protagonisti. E’ lecito
sperare.
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