“Resistere-resistere-resistere” dal quel gennaio 2002 questa espressione, costituita
dall’invito a resistere ripetuto tre volte, esclamata a gran voce dell’allora Procuratore
della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli, contro lo scempio che i
giannizzeri berlusconiani stavano compiendo
nei confronti della giustizia, è diventata una parola d’ordine. Un grido di
battaglia che ha travalicato i confini del tema “giustizia” e si è esteso ad identificare
qualsiasi tentativo di ribellione e resistenza ad ogni
forma di potere, o prevaricazione che volesse appropriarsi di diritti inviolabili , inquinare
e annientare la convivenza civile.
Anche la natura spesso diffonde nell’ambiente
il suo sacrosanto " resistere-resistere- resistere” . Un esempio si è avuto
domenica scorsa 11 maggio a Frosinone,
quando un’intero fiume, il Cosa, con le
sue bellezze, la cascata dello Schioppo e l’isolotto denominato “Res Pubblica” ,
ha invocato l’aiuto di tutti i cittadini. Un impegno a condurre una lotta di resistenza contro l’offensiva di
chi, in nome della cementificazione selvaggia, sta distruggendo immani risorse naturali e paesaggistiche di cui il nostro territorio è
dotato.
Bellezze che si trovano ben dentro le mura cittadine. Quell’oasi
resistente fino a domenica scorsa non aveva voce. Zittita da sporcizia, discarica a cielo aperto, che ne attutivano, fino quasi a renderlo muto,
il grido di dolore ma anche di speranza.
Grazie all’impegno dell’associazionismo frusinate (Frosinone Bella e Brutta,
Sei di Frosinone Se, Zerotremilacento , Forming, Vivere in salute, Adesso) e alla impagabile volontà di singoli
cittadini che si sono adoperati per ripulire e a rendere fruibile
una zona dell’inaspettata bellezza, l’invito a resistere è tornato a levarsi
inesorabile dal fiume Cosa.
Ora sta a
tutti noi cittadini raccogliere quell’invito e trasformarlo in lotta politica.
Sta a noi cercare in ogni modo di
opporsi alla campagna di conquista che i grandi costruttori, veri padrone della
città, stanno rilanciando coadiuvati da
una amministrazione comunale, il cui capo, sindaco podestà , era pure presente domenica scorsa a godere dello spettacolo
della natura resistente.
Un sindaco sordo all’invito a resistere, ma generoso
elargitore di immani pezzi di città ai grandi muratori speculatori , come le aree ex Solac e il comprensorio dello
stadio Matusa, limitrofo proprio alle sponde del Cosa . L’Elite delle famiglie edili da
sempre padrona della città, ringrazia, pronta all’assalto con nuove colate di
cemento, pronta riempirsi le tasche con
l’ennesima speculazione immobiliare e finanziaria.
E pensare che in una città, prima nella classifica dell’inquinamento
e quasi ultima nella graduatoria per la qualità della vita, l’invito a resistere che viene dal fiume Cosa
dovrebbe essere raccolto da tutti. Ringraziamo dunque il fiume e i cittadini
che gli hanno restituito la voce e facciamo un appello a tutti noi: resistiamo –resistiamo-resistiamo.
Intervista a Francesco Notarcola di Alessandro Redirossi del quotidiano "L''inchiesta"Foto di Luciano Bragagila dell'associazione "Frosinone bella e brutta"
Brano: Wind and Rain degli Altan
Editing: Luciano Granieri.
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