La complicità e l’omertà dell’Unione Europea con le politiche aggressive e discriminatorie di Israele sono quotidiane, e di fatto l’Ue riconosce e sostiene l’occupazione israeliana della Palestina e delle terre arabe. In questi anni l’Ue non ha mai fatto seguire atti concreti alle timide aperture messe in campo da organismi internazionali come l’ONU a favore dei diritti del popolo di Palestina.
Al contrario, l’Ue e i Paesi aderenti continuano a firmare accordi commerciali e di cooperazione con lo stato di Israele, nonostante la crescita di un movimento per la campagna BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) che, sulle orme di quanto accaduto in Sud Africa, di mese in mese vede aumentare il suo prestigio e le adesioni. L’alleanza fra Unione Europea e Israele, del resto, non è congiunturale: dietro questa amicizia ci sono interessi strutturali dettati da un neocolonialismo – guidato dagli Stati Uniti - sempre più aggressivo, che non può prescindere dal suo avamposto in quella regione.
Ogni giorno inoltre ci giunge notizia di bombardamenti e di azioni di guerra da parte dell’esercito di Tel Aviv, che abbatte case, scuole, ospedali, e distrugge infrastrutture, molte delle quali costruite proprio con i contributi dell’Unione Europea. Eppure il silenzio è assordante.
Come assordante è il silenzio delle istituzioni europee sulle migliaia di prigionieri politici palestinesi costretti contro ogni legalità internazionale nelle galere israeliane perché colpevoli solo di lottare per la propria indipendenza e per la propria dignità.
Proprio in questi giorni è in atto uno sciopero della fame drammatico contro la detenzione amministrativa (ovvero la carcerazione senza accuse né processo), che rischia di portare alla morte decine di uomini e donne palestinesi.
Al contrario, l’Ue e i Paesi aderenti continuano a firmare accordi commerciali e di cooperazione con lo stato di Israele, nonostante la crescita di un movimento per la campagna BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) che, sulle orme di quanto accaduto in Sud Africa, di mese in mese vede aumentare il suo prestigio e le adesioni. L’alleanza fra Unione Europea e Israele, del resto, non è congiunturale: dietro questa amicizia ci sono interessi strutturali dettati da un neocolonialismo – guidato dagli Stati Uniti - sempre più aggressivo, che non può prescindere dal suo avamposto in quella regione.
Ogni giorno inoltre ci giunge notizia di bombardamenti e di azioni di guerra da parte dell’esercito di Tel Aviv, che abbatte case, scuole, ospedali, e distrugge infrastrutture, molte delle quali costruite proprio con i contributi dell’Unione Europea. Eppure il silenzio è assordante.
Come assordante è il silenzio delle istituzioni europee sulle migliaia di prigionieri politici palestinesi costretti contro ogni legalità internazionale nelle galere israeliane perché colpevoli solo di lottare per la propria indipendenza e per la propria dignità.
Proprio in questi giorni è in atto uno sciopero della fame drammatico contro la detenzione amministrativa (ovvero la carcerazione senza accuse né processo), che rischia di portare alla morte decine di uomini e donne palestinesi.
il 28 giugno scendiamo in piazza a Roma, all’interno del corteo per il “controsemestre popolare”, costruendo un grande spezzone di solidarietà con il popolo palestinese.
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